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Fiscalizzazione contributi Inps: continua la mobilitazione regionale di Cia, Confagricoltura e Copagri Per la prima volta in assoluto riunione congiunta delle giunte pugliesi delle tre organizzazioni unite per ottenere il trasferimento degli oneri sociali a carico dello Stato, l'abbattimento delle accise e dell'Iva sul gasolio agricolo
09 novembre 2010

BARI - Si sono riunite presso l’Hotel Sheraton in seduta congiunta - per la prima volta in assoluto in Puglia – le giunte regionali di Cia, Confagricoltura e Copagri.
Presiedute rispettivamente dai presidenti regionali Antonio Barile, Paolo Leccisi e Tommaso Battista, hanno definito un piano di azione sindacale su tutto il territorio regionale per organizzare la mobilitazione sin dalle prossime ore, e sino a data da definire, il mondo agricolo pugliese che chiede la fiscalizzazione degli oneri sociali e l’abbattimento delle accise e dell’Iva sul gasolio agricolo.
Risposte che si attendono dallo scorso luglio e che ancora non arrivano dal Governo.
Non era mai accaduto che i massimi organismi dirigenti regionali di queste tre organizzazioni di categoria si riunissero congiuntamente. Segno di quanto importanti e gravi siano i problemi che stanno letteralmente mettendo in ginocchio l’agricoltura pugliese e di quanto fondamentale sia l’unità del mondo agricolo nell’azione sindacale e nel proporre soluzioni.
Proprio in merito alla mancata proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali in agricoltura, vi è il rischio concreto che nelle prossime settimane migliaia di aziende agricole pugliesi licenzino i propri dipendenti in quanto non più in grado di far fronte alla forte pressione contributiva.
Si stima, solamente per la Puglia, la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro in agricoltura e la chiusura di migliaia di aziende agricole, ormai sul lastrico con redditi inesistenti e costi alle stelle.
Per denunciare tutto ciò e per chiedere al Governo gli opportuni interventi, che non sono più rinviabili, nei prossimi giorni Cia, Confagricoltura e Copagri Puglia stanno mobilitando in ogni provincia i propri iscritti svolgendo assemblee unitarie sul territorio chiedendo l’intervento dei parlamentari pugliesi e il coinvolgimento anche degli esponenti del governo regionale e provinciale e dei relativi consiglieri compresi anche i sindaci di tutti i comuni pugliesi. Tutto questo per chiedere a questi ultimi l’approvazione di specifici ordini del giorno a sostegno del mondo agricolo.
Anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori avranno il loro peso, in quanto la crisi del comparto agricolo si sta ripercuotendo sui lavoratori che perdono il posto di lavoro poiché gli imprenditori agricoli non possono più sostenere i relativi costi contributivi.

Autore: Q
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C'è un accordo quasi universale tra gli studiosi delle attuali tendenze economiche sul fatto che il numero degli operai industriali ha già superato il massimo e che continuerà a diminuire finchè non sarà ridotto a una minoranza relativamente piccola della popolazione. In effetti, sta guadagnando terreno l'opinione secondo la quale la manifattura industriale sta attraversando un processo simile a quello che si verificò nell'agricoltura del secolo XIX. Un aumento generalizzato della produzione agricola globale fu allora accompagnato dalla decimazione della forza-lavoro agricola; all'inizio del secolo, il 40 per cento della popolazione era addetto alla produzione alimentare, ma solo il 3 per cento alla fine. Quel che accadde nell'agricoltura sta verificandosi ora nella produzione dei beni industriali; secondo alcune elaborazioni, il volume totale dei prodotti che escono dall'industria di oggi richiederanno, tra un quarto di secolo, solo il 5 per cento della forza-lavoro sociale. I lavoratori manuali sono sostituiti in numero sempre crescente dall'automazione e dai robot, che in definitiva sono diventati meno cari dei lavoratori “vivi”. Gli edifici delle fabbriche odierne rassomigliano poco agli immensi e sgradevoli “campi di concentramento” di ieri, all'interno dei quali la rabbia proletaria ribolliva e si forgiava l'impero rivoluzionario, o così pareva. La nuova struttura della forza-lavoro è caratterizzata soprattutto, nelle parole di Andrè Gorz, da “una divisione dualista della popolazione attiva: da una parte una elitè di lavoratori protetti e stabili, impiegati a tempo pieno, depositari dei valori tradizionali dell'industrialismo, attaccati al lavoro e al suo stato sociale; dall'altra una massa di disoccupati e di lavoratori non qualificati, impiegati in modo precario e intermittente per compiti diversi. (Z.Bauman)
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