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Finita l'occupazione dell'Apicella: i carabinieri fanno sgombrare i sordomuti
04 giugno 2003

MOLFETTA – 4.6.2003 E' finita con l'intervento dei carabinieri l'occupazione dell'istituto provinciale “Apicella”. I militari hanno fatto sgombrare i sordomuti e i rappresentanti dell'Ens, ente nazionale sordomuti, che si erano incatenati ai cancelli per sensibilizzare l'opinione pubblica al loro problema. La decisione di utilizzare la forza per “liberare” l'istituto è venuta in seguito all'impossibilità di accesso anche agli studenti delle sezioni distaccate di alcune scuole di Molfetta. I militari hanno provveduto a tagliare le catene e a consentire il libero ingresso a scuola agli studenti. Purtroppo l'occupazione avrà anche conseguenze penali in quanto sono scattate alcune denunce contro coloro che si rifiutavano di lasciare libero il passaggio: sono 10 le persone coinvolte in questo provvedimento che sarà trasmesso all'autorità giudiziaria. Ma lo stato di agitazione, iniziato a metà maggio, resta perché i rappresentanti del Comitato regionale dell'Ente nazionale sordomuti (Ens), lamentano il mancato rispetto da parte della Provincia degli obbligi testamentari che vincolano l'uso dell'Apicella a scuola per sordi. In realtà, la Provincia non sa come risolvere il problema, essendosi svuotato ampiamente l'istituto, dopo l'integrazione dei non udenti nelle scuole normali e sta studiando un'utilizzazione diversa per la mega-struttura, per la quale sopporta oneri di manutenzione notevoli (nei giorni scorsi sono stati stanziati oltre 250mila euro per la ristrutturazione dell'immobile). Ma c'è anche un altro motivo della protesta: il blocco delle nuove iscrizioni di bambini sordi. In un comunicato, i rappresentanti dell'Ens spiegano le ragioni della protesta: «Provincia di Bari e Comune di Molfetta sono indicati quali gestori della scuola per sordi di Molfetta dal 1894, data in cui Lorenzo Apicella dettò le ultime volontà. Il primo Ente gestirà la scuola privata nel rispetto degli oneri assunti, vincolando, nel caso di mancato rispetto di detti oneri, il subentro del secondo nella gestione dell'Istituto con gli stessi impegni. Chiediamo che la Provincia e il Comune dimostrino la loro coerenza rinunciando con atto pubblico agli oneri trasferendoli all'Ente nazionale sordomuti quale legittimo erede, delegato a norma di legge, per individuare ed organizzare i migliori standard formativi e scolastici rivolti alle esigenze dei sordi e delle loro famiglie. L'Apicella appartiene ai sordi, pertanto chiediamo di gestire in proprio la scuola e l'intero patrimonio immobiliare ed agrario». Forse una soluzione di compromesso potrebbe risolvere il problema, affidando una parte dell'istituto ai sordomuti e il resto a una scuola o a un altro ente che potrebbe utilizzare pienamente una struttura-gioiello come l'Apicella che ha la disponibilità oltre che di aule, dormitori, sale mensa, anche di servizi: locali per laboratori, palestra, campo di calcio, teatro e così via. Adelaide Altamura
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