Finanziamento della Provincia di Bari per la nuova sede del Centro di Recupero delle Tartarughe Marine e dei Delfini
MOLFETTA - Nel piano triennale dei lavori pubblici della Provincia di Bari un importante capitolo di spesa riguarda la nostra città. Grazie a un finanziamento di 370 mila euro, il piano interrato dell'Ipsiam "Amerigo Vespucci" sarà interessato da lavori di adeguamento che consentiranno di ospitare il Centro di Recupero delle Tartarughe Marine e dei Delfini.
Intanto sono già stati effettuati i sopralluoghi dagli esperti dell'ufficio tecnico della Provincia, della Asl e del servizio veterinario. Entro la fine dell'anno dovrebbe partire il bando di gara internazionale per l'affidamento dei lavori.
Attivo dal 2006, il centro di recupero molfettese, ubicato all'intero del complesso scolastico "G. Cozzoli", sta svolgendo un intenso lavoro su tutto il territorio regionale; la grande esperienza acquisita ha favorito l'avvio di protocolli di ricerca in collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari, in particolare con i professori Antonio Di Bello, Antonio Quaranta e Nicola Zizzo, con il Dipartimento di Farmacologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari. Le attività di ricerca vedono anche il coinvolgimento della dottoressa Anna Maria Pepe, medico veterinario del Centro di Recupero di Molfetta, e si svolgono con la supervisione ricercatori dell'Università La Sapienza.
Il sempre crescente numero di esemplari di tartarughe ricoverati e curati ha reso necessario un ampliamento della struttura che, grazie ai locali concessi dall'Ipsiam e al finanziamento provinciale che la renderanno la più grande del sud Italia, potrà estendere la propria attività, come ha sottolineato il responsabile del Centro di recupero Pasquale Salvemini. È un importante riconoscimento che ci vedrà impegnati anche nella salvaguardia dei delfini. Oggi purtroppo si assiste ai numerosi spiaggiamenti di carcasse di tartarughe e delfini su tutta la nostra costa; un numero molto alto che ci spinge ad incrementare l'analisi scientifica e l'individuazione delle cause di morte".
Il centro di recupero, che è, da sempre, aperto alle visite e svolge attività didattica e di sensibilizzazione in collaborazione con istituti scolastici, ora potrà puntare non solo all'incremento delle visite guidate da parte di scolaresche e curiosi ma anche alla costituzione di un CEA (centro di educazione ambientale) che sarà in rete con il CEA di Cassano e con quello di Casamassima.