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Festeggiare il Carnevale a Molfetta
30 gennaio 2016

MOLFETTA - Si avvicina il Carnevale e anche Molfetta si prepara a festeggiare. Negli scorsi anni, a dire il vero, si è investito sempre meno su questa festa, che invece ha un grande radicamento nella nostra città. Il Carnevale è una festa pagana e popolare, ma anche una festa di rottura. Nel carnevale tutto torna in gioco: il carabiniere può diventare ladro, il brigante può trasformarsi in ambasciatore, e così via. C’è chi addirittura diventa si diverte a prendere tutti questi profili sociali, che nella vita di tutti i giorni sembrano così distinti e rigidi, e a metterli tutti in gioco, a mischiarli in un’unica maschera, che attraversa la realtà con leggerezza. Tutti i ruoli e le mansioni che ogni giorno ci pongono di fronte a doveri e incombenze, si colorano di incertezza, mentre la vita assume, per qualche giorno, caratteri più molli e fluidi, perché tutto può essere deciso. Posso decidere di fare il pompiere e inventarmi un incendio, senza nemmeno correre il rischio di bruciarmi.

Il carnevale è la festa di tutti, ed è una festa importante, perché ci fa capire che non esiste un punto di vista assoluto sul mondo, ma solo tanti modi di vivere, di comprendere, di prendere posto nella realtà.

E’ una parentesi che dura poco, perché poi arriva Pasqua, e sappiamo quanto questa festa sia importante per i molfettesi. Arriva il tempo del sacrificio, della passione, in cui il bagaglio della storia e delle tradizioni si fa sentire pesante, e la cera si scioglie al ritmo dei passi lenti, per le strade. E’ il tempo di pensare a quanto pesante sia il carico della nostra cultura, in cui la carità, il riconoscimento reciproco, l’amore, sono la stoffa di un orizzonte storico comune che ci fa convivere e comprendere l’umanità negli altri. E ci butta in faccia quanto sia assurda l’esclusione, la discriminazione, la violenza verso altri uomini in carne e ossa. Per comprenderlo a pieno però, è necessario assumere la propria finitezza, il nostro essere sempre esposti alla storia e all’alterità. Non siamo l’occhio di dio, siamo invece soggetti storici, finiti, e come tutti gli altri per esistere dobbiamo decidere, essendo al contempo sempre soggetti alle decisioni degli altri. Il Carnevale è una festa simpatica, perché ci fa capire che tutto è frutto di decisione, e il mondo è un intreccio di combinazioni, caso, fortuna, scelte, in cui tutto può essere rimesso in gioco. Ma è un gioco importante, in cui si decide la vita, che altrimenti resta preda della sopraffazione, di chi decide la vita e la morte senza incontrare ostacoli. Anche il migrante può diventare cittadino, e vivere dignitosamente. E per capirlo è necessario il sacrificio, ma anche la decisione, che scardina le regole, vince le rigidità, rompe gli equilibri e riapre la partita con la storia.

Buon carnevale Molfetta!

© Riproduzione riservata

Autore: Giacomo Pisani
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