MOLFETTA - Guglielmo Minervini e Pippo Civati (nella foto con Giovanni Abbattista), un tratto comune: «rompere le scatole»e alimentare la critica politica nel Partito Democratico. Botta e risposta nel primo incontro «Le parole dell’antipolitica, ovvero il vocabolario della politica» della «Festa Democratica» a Molfetta (Piazza Municipio) sulle condizioni dirigenziali e politiche del Pd che, nato dal basso come partito degli elettori e non laederista, ha ancora «il freno a mano tirato».
«Bisogna scegliere da che parte stare, lanciare il cuore oltre l’ostacolo», secondo Civati, consigliere regionale della Lombardia, perché, come ha ricordato Minervini, «il Pd balbetta nei momenti cruciali e non riesce a passare messaggi ai cittadini, non si capisce cosa sia, in cosa consista la sua alternativa politica».
Verso le elezioni del 2013. «Lanciamo la sfida nel vuoto e organizziamoci», l’invito di Civati a un anno e mezzo dalle elezioni del 2013, di fronte al fallimento del leghismo e del berlusconismo. L’uno ha prodotto in Italia l’egoismo socio-politico e il «grande inganno» del federalismo-secessionismo, nonostante uno dei pochi aspetti positivi, la responsabilità politica e la lotta agli sprechi in politica. L’altro il baratro finanziario, rovesciando la struttura morale del Paese, accrescendo il debito pubblico, favorendo la corruzione e l’evasione fiscale.
Ma per Minervini, assessore regionale alla Mobilità, è primario «recuperare l’adesione dei cittadini e ritornare a parlare della realtà che si chiama crisi». «Recuperiamo la nostra missione politica e diamo una risposta a questa crisi che va guardata in faccia per trovare un’altra strada - ha spiegato l’assessore regionale - restituendo la speranza, il riscatto morale e un’idea positiva di futuro per profilare un’altra Italia migliore».
Approntare da subito una «operazione verità» e «un’azione legislativa che non perda di vista i temi strategici, aggredendo le rendite e i grandi patrimoni - ha aggiunto Civati - per mandare in parlamento reali professionisti della politica e non amici di amici».
Inevitabile il riferimento alla primavera pugliese e a Niki Vendola, presidente della Regione Puglia, «una risorsa del centrosinistra, né antagonista, né avversario del Pd» per Minervini, perché «ha contribuito a indicare la rotta da recuperare». Fare tesoro della sua passione politica, ma, secondo Civati, «dovrebbe costruire un percorso intellegibile nel suo partito».
Lavoro e giovani. Una generazione è fuori. «I partiti e i sindacati sono stati impreparati di fronte al lavoro senza regole e al lavoro che non c’è», la riflessione di Minervini, che vede sgretolarsi il tessuto economico del Paese ancora chiuso all’innovazione. Molti treni sono stati perduti e il prossimo sarà un «autunno incandescente» perché sono agli sgoccioli le risorse finanziarie per la cassa integrazione.
E i giovani restano al palo, sommersi dal precariato, condizione che «indebolisce la catena del lavoro e la vivibilità». Una «risorsa sprecata per un Paese innamorato del suo invecchiamento», ma per Civati i giovani non sono bamboccioni, bensì si cullano nel welfare della famiglia.
Abbattista, è tempo di bilanci. Aggravata a Molfetta l’emergenza democratica lanciata nel 2008 dal Pd. Persiste quella «concentrazione di dinamiche economico-politiche che bloccavano la virtuosità della città», secondo Giovanni Abbattista, segretario cittadino del Pd, che, nella sua riflessione iniziale sullo stato della politica a Molfetta, ha tracciato un amaro bilancio.
Il disprezzo e la violazione delle regole, il filo rosso che collega tutti gli atti amministrativi dell’amministrazione Azzollini, a partire dalla questione delle quote rosa nella giunta comunale e dalla nomina di dirigenti che sono anche militanti politici, fino al “pastrocchio” della nuova capitaneria, al “grande inganno” del porto e all’inchiesta «Mani sulla città».
Urgente anche per Molfetta la questione morale che è una «questione politica». Opportuna una legge nazionale sulla corruzione in politica, che generi «gli anticorpi contro un certo gruppeto di potere - ha sottolineato Civati - altre a favorire un ricambio vero nel partito e la continuità politica dei suoi esponenti».
È la «primazia della politica», secondo Abbattista, a caratterizzare il governo cittadino di centrodestra: l’arroganza dell’«amministratore sopra le regole» e il libertinaggio politico del «manovratore». Rigetto delle regole e della legalità, la conseguenza. Inevitabile il fallimento di questo modello culturale perché il sindaco senatore presidente Antonio Azzollini «è la riproduzione in sedicesimi del berlusconismo a Molfetta».
Quali risposte? Necessaria una risposta adeguata dal centrosinistra attraverso primarie «che ci tengano indenni dalle degenerazioni già avvenute in passato - ha chiarito Abbattista - con proposte di regole nella scelta del candidato». Opportuna l’apertura ai partiti che in questi 3 anni hanno svolto opposizione a Molfetta, proponendo «temi in discontinuità con l’attuale amministrazione».
Le primarie sono «l’atto fondativo di una diversa idea di politica, quella del partito dei cittadini», secondo Minervini, devono consentire di «costruire la coalizione e non distruggerla», come avvenuto nel 2008 a Molfetta (lasciando campo libero a Azzollini). Potrebbero anche essere utilizzate per la nomina dei parlamentari, ha aggiunto Civati, che ha ricordato la raccolta firme per abrogare la “porcata” della Legge Porcellum. Anche in questo caso il Pd ha balbettato, secondo Minervini, a fronte di un degrado politico-morale diffuso in Italia per il dilagare dei «lacchè del padrone».
Intanto, il “cantiere del centrosinistra” è ancora senza un capocantiere, troppi manovali e diverse correnti di pensiero, proposte ideali, un progetto politico per Molfetta ancora tutto da definire e con-dividere.
Questa sera, alle ore 19 in Piazza Municipio, si svolgerà ildibattito sul tema dello sviluppo economico e sulle strade per uscire dalla crisi, con la partecipazione del prof. Gianfranco Viesti, presidente della Fiera del Levante, del dott. Domenico Favuzzi, Presidente di Exprivia, dell’ing. Corrado La Forgia della Bosch e del prof. Gianluigi De Gennaro, ricercatore dell’Università di Bari e Direttore scientifico di Lenviros.
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Marcello la Forgia