Febbraio lirico del centro Auditorium San Domenico: gran finale
Molto apprezzato dagli amanti dell'opera
Bellissima e spumeggiante domenica sera dedicata alla musica. Il 26 febbraio, si è svolto presso l’Auditorium San Domenico, l'ultimo appuntamento della rassegna "Febbraio lirico", diretta ed organizzata da diversi anni dalla pianista, prof.ssa Adriana De Serio, docente del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari.
I protagonisti della serata, i soprani Stella Roselli ed Ester Facchini, il basso baritono Onofrio Salvemini, il baritono Terenzio Russo, hanno interpretato brillantemente alcune delle più celebri arie della musica classica. Il baritono barlettano Terenzio Russo, ha aperto il concerto da camera e debuttato all’auditorium, con Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro! da Don Giovanni, evidenziando da subito, il suo timbro vocale chiaro o brillante, dal colore morbido e di grande estensione. Bellissime l’interpretazione della riduzione per baritono Non più andrai farfallone amoroso da Le nozze di Figaro e Amapola canzone di Lacalle, accompagnata anche dal pubblico. Il noto soprano molfettese Stella Roselli, dalla vocalità morbida e cangiante ha sottolineato il pathos lirico della tensione drammatica in Pace, pace mio Dio da La forza del destino e Addio, del passato bei sogni ridenti da Traviata. Alle voci, sostenute dalle decise armonie del pianoforte di Adriana De Serio, si è impastato morbidamente, il suono di uno strumento che più si avvicina alla voce umana: l’oboe. L’oboista molfettese Luciana Visaggio, col suo vibrante e dolce suono, ha avvolto i brani operistici cantati dal soprano Stella Roselli ed il baritono Terenzio Russo. Il suo suono ha contro - “cantato” le arie Io son l'umile ancella da Adriana Lecouvreur, Eri tu che macchiavi quell’anima da Un ballo in maschera, Qui la voce sua soave da I Puritani e i duetti, i duetti Là ci darem la mano da Don Giovanni e Musica Proibita, famosa canzone di Gastaldon, cantata spontaneamente dal pubblico. Da interprete solista, nel primo tempo del concerto in mi bemolle maggiore di Bellini è emersa la cantabilità romantica dell’oboista. Notevoli e sentiti applausi sono giunti al termine della brillante sonata in fa maggiore per oboe e pianoforte di Donizetti. Nell’andante del primo tempo, il “bel canto” espressivo dell’oboe e nell’allegro del secondo tempo, più tecnico, i simpatici dialoghi staccati e virtuosi dei due strumenti, hanno fatto immaginare una scherzosa e baldanzosa scena.
Per concludere l’ultima domenica di Carnevale 2017, infine, è andata in scena una parte della prima opera buffa della storia della musica: La serva padrona di Pergolesi. Il basso baritono Onofrio Salvemini, dalla voce "leggera", estesa e scattante, ha splendidamente interpretato il ruolo comico di Uberto in Lo conosco a quegli occhietti, duettando col soprano leggero Ester Facchini, nel ruolo di Serpina. Insieme hanno concluso la festante serata musicale duettando l’Elisir d’Amore e il Don Pasquale di Donizetti. Il soprano ha entusiasmato il pubblico dell’auditorium per la sua agilità e ricca estensione nel registro acuto. Tutti gli artisti che si sono esibiti hanno regalato alla nostra città e al numeroso e caloroso pubblico presente una serata indimenticabile, dimostrando, ancora una volta, che la cultura musicale fa parte del nostro patrimonio storico e culturale.