Fausto Bertinotti presenta a Molfetta 'Chi comanda qui', il suo libro sulla Costituzione
Martedì 9 novembre, alle 16 alla Fabbrica San Domenico, l'ex politico italiano dialogherà con il professore Sabino Lafasciano, dirigente dell'Itgc 'G. Salvemini', in un momento di 'revisione' delle carta di fondazione della repubblica
MOLFETTA - Fausto Bertinotti e le costituzioni.
Di queste carte tanto decantate si parlerà martedì 9 novembre, alle 16 alla Fabbrica San Domenico di Molfetta, occasione in cui l’ex politico italiano, che ora si definisce un militante, presenterà ‘Chi comanda qui’ (La genesi della nostra costituzione e della mancata costituzione europea) edito da Mondadori.
Ad animare l’incontro, organizzato dalla libreria molfettese ‘Il Ghigno’ in collaborazione con l'Itgc ‘G. Salvemini’, Sabino Lafasciano, dirigente e professore dello stesso istituto.
Nel suo libro Bertinotti ricostruisce la genesi della nostra Carta repubblicana – incardinata sui principi inalienabili del lavoro, della libertà, della pace e della giustizia sociale – e il ruolo che essa ha avuto nei «trent’anni gloriosi» seguiti alla promulgazione.
Alla luce di alcuni suoi articoli fondamentali, la carta appare agli occhi dell’autore come uno dei punti più alti del diritto costituzionale di tutti i tempi, poiché il suo destin...atario elettivo non è più il cittadino indifferenziato, reso tale dalla legge, ma la persona così come storicamente si è andata definendo con il suo lavoro, ovvero la lavoratrice e il lavoratore in carne e ossa.
In questo modo il cittadino si umanizza, l’uomo si socializza costituendosi in un popolo e l’individuo si fa persona.
Oggi le costituzioni democratiche europee sono seriamente minacciate dalla «globalizzazione», un processo epocale caratterizzato sia da una straordinaria spinta all’innovazione, nei campi della scienza, della tecnica e dell’economia, sia da un impulso alla regressione nel livello di civiltà, nei diritti dei lavoratori e nei legami di solidarietà, e si registrano forti pressioni affinché vengano progressivamente sostituite da costituzioni materiali, che non sono frutto di assemblee costituenti ma di processi reali, le cui dinamiche e finalità spesso non sono neppure dichiarate.
‘Eppure, sostiene Bertinotti, anche se la domanda di “Alice nel paese delle meraviglie”«Chi comanda qui?» ci fa capire quanto siamo lontani dallo spirito del 1948, quest’ultimo non è stato ancora definitivamente sconfitto, come potrebbe far pensare la triste vicenda della «non Costituzione» europea'.
La crisi del capitalismo finanziario globalizzato ha fatto riemergere un bisogno forte di politica e di regole, e in questi anni difficili nuove esperienze di democrazia partecipata e nuove istanze di qualità per l’uomo, e per l’ambiente, si sono fatte faticosamente strada nella società civile.
Tutti segnali forse ancora troppo deboli, ma che consentirebbero di dire che il lungo cammino della nostra Costituzione non è ancora concluso.
Se non fosse che, a curvare i pensieri verso il pessimismo, ci sono le politiche regressive adottate di fronte alla crisi dalle classi dirigenti europee e il carattere oligarchico che stanno assumendo il processo decisionale e l’assetto politico istituzionale...perciò, converrà aguzzare le armi della critica all’esistente.