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Faccia a faccia tra i candidati sindaci Nino Sallustio, Tommaso Minervini e Pietro Centrone si confrontano con il pubblico
15 aprile 2001

Al cronista che si è intrufolato per veder l’effetto che fa, il primo faccia a faccia fra i tre candidati alla carica di sindaco trasmette la sensazione di una corsa che finalmente comincia. Comincia per tutti i contendenti, perché uno di loro, Tommaso Minervini, in campo, ma anche in manifesto e in video, ci sta da sei mesi, inseguendo l’effetto di far credere ai cittadini molfettesi che i giochi siano fatti e un vincitore ci sia già, lui stesso. A guardarli seduti dietro un tavolo, Pietro Centrone, collocatosi al centro dello schieramento e, sostenuto da una coalizione che sempre da questo sospirato centro arriva fino a Rifondazione comunista, non sembrano però disposti a darsi per sconfitti, anzi, sono pronti a illustrare programmi, a difendere le proprie ragioni come le più valide, a non lesinare attacchi, quando necessario. L’incontro, svoltosi lo scorso 4 aprile, avviene in campo neutro, i tre candidati, Nino Sallustio (centro-sinistra, Ulivo), Tommaso Minervini (centro-destra, Casa delle Libertà e Pietro Centrone (Democrazia europea di D’Antoni, Unione di centro), sono stati invitati dal gruppo giovani della parrocchia Immacolata a rispondere ad alcune domande, quelle classiche, cui i tre dovranno replicare centinaia di volte in questa campagna elettorale: il rinnovamento della politica, lo sviluppo, la casa e le scelte in favore dei giovani. Minervini esclude i programmi Fin dalla prima si delineano i ruoli. Centrone e Sallustio impegnati a rispondere, a chiarire programmi, entrando nel merito delle questioni proposte, Tommaso Minervini a ribadire che in fondo i programmi sono simili e a cercare di segnare la differenza piuttosto con l’atteggiamento. Mistico, si potrebbe definire, anche tenendo conto del luogo. Minervini ha invitato i giovani a non sollecitare e accettare passivamente risposte, ma a riflettere autonomamente sui problemi, ad avviare un progetto di crescita. Per lui la scelta decisiva per Molfetta, non riguarda l’Asi, il porto o altri progetti concreti, è necessaria piuttosto una “ripresa forte di fiducia per questa comunità”. La contesa sul Piano regolatore Tanto che alla prevedibile domanda sui tempi d’attuazione del Piano regolatore generale, Minervini con un balzo felino ha raggiunto i ragazzi seduti nelle prime file, affidando loro l’ordine del giorno di Consiglio comunale stilato da 17 consiglieri, quelli che hanno poi con le loro dimissioni determinato la caduta dell’amministrazione uscente, invitandoli a rendersi conto autonomamente di quanto è accaduto, cioè di come sia stata determinate l’azione sua e del suo gruppo in vista dell’approvazione del Prg. Centrone ha colto l’occasione per riportare tutto su un piano di realtà, replicando che un ordine del giorno non è una delibera, determinate per la caduta dell’amministrazione, ma non per l’approvazione del Piano. Nino Sallustio ha ricordato l’impegno messo come consigliere comunale prima e come assessore poi, per far procede l’iter del Piano, avendo come “unico interesse quello di garantire ai cittadini l’accesso al bene casa, con la massima attenzione al rispetto delle regole”. Sallustio: la continuità Insomma, ognuno dei tre candidati ha cercato di accreditare un’immagine di sé. Nino Sallustio quella di chi è nato da una nuova stagione politica, esempio di una classe dirigente cresciuta all’interno del movimento nato nel ’94, con il Percorso, e proseguito nell’Ulivo. Buon amministratore, che ha contribuito al rilancio di questa città e che, da sindaco, promette di proseguire sulla strada già tracciata e fare ancora di più. “Gli ultimi sei anni di governo dell’Ulivo a Molfetta sono stati anni di stabilità, che hanno consentito di impostare un progetto di cambiamento della città – ha affermato Sallustio – ora Molfetta è più bella e più colta, ha delineato una sua identità di sviluppo, ma si trova ad un crocevia, si può fermare, addirittura tornare indietro o decollare definitivamente”. Centrone, nostalgico del passato Dc Centrone si è presentato come politico pragmatico, deciso a salvare del passato, quello precedente alle due amministrazioni Guglielmo Minervini, quel che di buono vi è stato in termini di amministrazione e di scelte politiche. Pronto a denunciare il “bipolarismo imperfetto” di questi ultimi anni, convinto che solo una collocazione al centro, solo un “polo moderato, punto di equilibrio fra le due formazioni di centro destra e di centrosinistra, finalizzato al buon governo”, possa garantire un ulteriore sviluppo alla città. Minervini, una collocazione imbarazzante Quello della collocazione politica deve essere un punto dolente per Tommaso Minervini, che preferisce ritenere superate le tradizionali distinzioni e opposizioni fra destra e sinistra, e che si propone ancora, nonostante lo appoggino le liste di Forza Italia e di An, espressione di un progetto civico, che proprio perché super partes, è capace di aggregare forze diverse. Centrone su questo ha affondato il colpo, ricordandogli che “gli uomini sono espressioni di coalizioni” e ancora che “Tommaso Minervini è la migliore espressione del bipolarismo imperfetto, prima di sinistra e poi di destra, sostenuto da un eterogeneo cartello di partiti che difficilmente potrà garantirgli l’equilibrio e la stabilità necessari a governare”. Sull’identità politica dei candidati, sulla solidità delle coalizioni che li sostengono si sono toccati i momenti più accesi del dibattito. Per Centrone, Tommaso Minervini chiede di essere giudicato non per il suo essere di destra o di sinistra ma per le sue capacità di amministratore, ponendosi nella strana posizione di chi “sostiene che le due amministrazioni di Guglielmo Minervini avrebbero fatto tutto il peggio possibile, ma chiede di essere valutato per quel che ha fatto proprio in quelle amministrazioni, come assessore e addirittura vicesindaco”. Quale idea di sviluppo? In quanto ai programmi, sono emerse affinità e differenze. Per Tommaso Minervini “lo sviluppo di Molfetta è già tracciato, ha i suoi punti di forza nelle zone artigianale e industriale, oltre che nell’agricoltura”. Sviluppo che per Sallustio deve vedere l’amministrazione comunale non costretta a subire e accettare passivamente le dinamiche imposte dall’alto, ma garante della razionalità del processo e della sua compatibilità con le caratteristiche e le esigenze del territorio. Per questo punta sulla creazione di un’Agenzia di sviluppo, un cervello operativo che coordini sia lo sviluppo economico vero e proprio sia l’attività di formazione e che supporti le imprese locali e le aiuti a compiere un salto di qualità. Per Centrone non bisogna puntare solo sugli insediamenti industriali della zona Asi, ma anche sul turismo, proponendo per il tratto di litoranea che va da Molfetta a Giovinazzo una “cittadella dei ragazzi” che agisca da spinta per lo sviluppo turistico. Per lo stesso tratto di costa, Sallustio prevede un intervento di riedificazione ambientale, magari attuato con un concorso di idee internazionale, che garantisca insediamenti turistici, ma senza violazioni per l’ambiente, anzi facendo della tutela dell’ambiente una parte integrante dell’idea di sviluppo. Politica per i giovani Per i giovani, secondo Tommaso Minervini, non bisogna pensare a interventi calati dall’alto, quanto di dare “alle agenzie educative già esistenti le potenzialità atti a farli crescere”, individuando, inoltre, nell’edificio scolastico inutilizzato del Lotto 2, quello vicino alla Scuola media Poli, un luogo dove dare spazio ad associazioni. Luogo più idoneo per Nino Sallustio potrebbe essere invece la struttura del mercato ortofrutticolo all’ingrosso, quando questo si sarà trasferito nella nuova sede. Nel complesso il confronto si è mantenuto su toni civili, nonostante qualche passaggio più acceso e ha delineato il profilo dei tre uomini che si contendono la poltrona di primo cittadino. Lella Salvemini
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