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“Etica e politica: un'utopia?” Due grandi menti a confronto a Molfetta
11 giugno 2017

MOLFETTA - Con l’ imminenza delle elezioni, imminente è anche riflettere sul rapporto che vige tra etica e politica, due realtà che hanno avuto origine nelle ‘poleis’ greche del  V secolo a.C.  e che ancora oggi rappresentano due dei punti salienti della vita comunitaria. Occasione per rifletterne è l’incontro “Etica e politica: un’utopia?” tenutosi mercoledì 7 giugno presso l’Auditorium della parrocchia San Domenico a cura del “PeriscopeThink Tank”, un ristretto gruppo di intellettuali che attinge questo nome dal “contenitore di pensieri” tipico del mondo anglosassone.

«Fondamentale il punto interrogativo inserito nel titolo della conferenza: in questo segno di punteggiatura è racchiuso il significato dell’incontro, il quale non sarà volto a dare risposte bensì a far nascere nuovi spunti di riflessione» presenta il presidente di “Periscope”, associazione che da circa quarant’anni si occupa di attività culturali di tutti i generi. Ma questa è un’attività culturale organizzata in maniera particolare: a moderare il confronto tra due figure antitetiche, che tuttavia non si contraddicono, quella del docente della Facoltà Teologica Pugliese don Nicola Bux e quella dell’economista ed ex presidente dell’Istituto Opere di Religione (IOR) Enrico Gotti Tedeschi, è il giornalista Domenico Castellaneta (nella foto: Altomare, Bux, Castellaneta, Gotti Tedeschi e il presidente dell'Auditorium D'Elia).

Don Nicola Bux, che in primo luogo fa leva sull’opportunismo che caratterizza l’aspetto ecclesiale e quello politico della società odierna, ormai in uno stato di degrado morale, rompe il ghiaccio. Il professore rintraccia le cause della crisi nella mancanza di logica, aristotelicamente intesa, secondo cui tutto va collocato in maniera ordinata attraverso un valido sillogismo. «Il problema sta nella sfiducia nel “logos” e nella miserabilità con cui ci si serve del grande potere della parola - spiega il professor Bux- L’uomo sporca due nobili realtà strettamente connesse tra loro, quali sono la politica e l’etica; quest’ultima non può esserci senza Dio in quanto i codici etici, per quanto l’uomo possa provare a decretarli, spettano al Creatore, punto di partenza, di arrivo e centro dell’etica».

A questo punto Bux ritiene doveroso citare Enzo de Cosmo, un politico molfettese che è sempre riuscito ad accompagnare al suo impegno civile la religione, aspirando al bene comune.

A questo punto interviene Enrico Gotti Tedeschi,autore del libro “Dio è meritocratico?”, le cui copie erano acquisibili in loco. Dopo aver rafforzato le affermazioni provocatorie lanciate da Bux, parlando di come attualmente tutto è etico, ma nulla è etico, coglie l’occasione per commentare il suo testo. Egli  precisa innanzitutto le ragioni, prima fra tutte la dimissione di Papa Bendetto XVI, cui era molto legato, che hanno spinto un economista a scrivere un libro che tratti anche la tematica religiosa. «Ho scelto una domanda provocatoria come titolo dell’opera proprio per permettere ad ogni lettore di trovare la sua risposta» dichiara Tedeschi.

L’opera, suddivisa in tre sezioni, si apre con critiche alla chiesa moderna, che ha perso i suoi cardini fondamentali; Tedeschi si scaglia in particolar modo contro alcuni sacerdoti, incapaci di essere pastori dei propri buoi e di occuparsi di spiritualità, ignorando l’importanza dei sacramenti e delle dottrine da divulgare.

In tema di religione, Castellaneta chiede ai due interlocutori di approfondire il discorso sulla meritocrazia.

Entrambi i relatori convengono su quanto concerne i meriti, che avvicinano l’ uomo a Dio, a differenza dei demeriti, che lo allontanano dal creatore: l’uomo, che talvolta  tende ad oltrepassare i propri limiti, ignora come il giudizio delle azioni, sovente giustificate con la misericordia, non è compito dell’essere umano.

È a questo proposito che vengono citati grandi personaggi della storia, della filosofia e della letteratura che avevano anticipato le loro convinzioni. È il caso di Thomas More, che ha affermato con coerenza il primato di Dio nella sfera umana, di Platone, nel cui “Simposio” immagina la scena, colmo dell’ingiustizia, in cui nell’aldilà i persecutori siano seduti a fianco delle proprie vittime, e William Shakespeare, nel cui “Amleto” emerge l’importanza dei sani principi morali.

Ma è Tedeschi a risollevare la questione etica, definendo quest’ultima il fine e il mezzo della politica, che ormai non esiste più per via della scomparsa della democrazia.

«In un mondo globalizzato, i governi non sono più eletti, ma cooptati, non si riuniscono più gruppi di intellettuali che riflettono su cos’è l’etica, non si cerca la soluzione ai problemi dell’Italia perché si è boicottati dall’Europa» afferma l’economista. E a quanto detto si ricollega Bux, sottolineando come a suo parere la rinascita deve partire dalla minoranza e non dalla massa, perché ormai in pochi sono in grado di ragionare.

Ultima domanda di Castellaneta è un pronostico sull’evoluzione della Chiesa nei prossimi dieci anni. Mentre Bux si mostra ottimista e fiducioso in piccole realtà consapevoli e moralmente sane, la visione di Tedeschi è totalmente pessimistica: secondo l’economista, l’ambientalismo sarà la “nuova religione”, poiché riuscirà ad unire un territorio vasto ed eterogeneo dal punto di vista etico e religioso.

Il fondatore del “PeriscopeThink Tank”, Gianluca Altomare, conclude la conferenza con l’elogio del lavoro entusiasta che si cela dietro due relatori estremamente riflessivi e con l’invito alla ricostruzione sociale, di risposta all’individualismo e al relativismo, a partire da quello che lo Stagirita aveva definito il nucleo essenziale della comunità: la famiglia.

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