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Estirpare ulivi e carrubi, una mania irresponsabile A Molfetta muretti a secco distrutti, trulli in disfacimento
15 febbraio 2001

I consiglieri regionali DS Dipietrangelo e Frisullo hanno presentato una proposta di legge mirata alla tutela di due specie di alberi: l’ulivo e il carrubo. Tale proposta prevede anche degli incentivi, circa centomila lire per ogni albero preservato dal rispettivo proprietario, mentre a cinquecentomila lire ammonterà la sanzione per chi di queste piante fa commercio abusivo. Nello specifico, le cose stanno così: il divieto di estirpare è assoluto per gli ulivi e i carrubi che abbiano rispettivamente più di 80 anni e 40 anni, mentre gli espianti saranno consentiti solo per piante più giovani sotto stretto controllo del Comune competente sul territorio. La motivazione ultima è data dalla preoccupante “moda” di estirpare gli esemplari più “artistici” e quindi più antichi di ulivi e carrubi per farne oggetto di arredo altrove, magari in giardini che abbiano bisogno di quel tocco di esotico in più. In realtà tutto ciò rientra in un processo di trasformazione e degrado del paesaggio rurale pugliese che, se non vi si svolge una regolare attività agricola, quasi sempre è considerato come terra di nessuno. Basta farsi una passeggiata nelle campagne intorno a Molfetta: spazi extraurbani spesso diventano discariche pubbliche abusive, muretti a secco semidistrutti, trulli in disfacimento, tutto abbandonato a se stesso. E pensare che sono proprio questi gli elementi che rappresentano altrove l’immagine della Puglia! Fatte salve le sacrosante necessità occupazionali, edilizie e quant’altro, viene da chiedersi che ne sarà dell’identità del paesaggio pugliese una volta che anche l’ultimo ipermercato sarà stato costruito. Ragioni culturali, storiche, affettive ci legano alla linda bellezza delle nostre campagne, necessità ambientali dovrebbero spingerci alla loro tutela, ma più prosaiche ragioni economiche dovrebbero pungolare chi ci governa. Si è mai calcolato, infatti, che tipo di impatto possa avere sul flusso turistico la fruizione di un paesaggio caratteristico come quello pugliese? Si è mai quantificato se nel tempo rende di più un nuovissimo centro commerciale dell’antichissima sapienza costruttiva dei nostri nonni contadini? Quale posto occupa la tanto sbandierata “vocazione turistica” della nostra regione nell’ordine delle priorità di chi pianifica lo sviluppo territorio? Fortunatamente la proposta di legge dei due consiglieri regionali, tutelando una parte integrante di questo paesaggio, va nella giusta direzione, ma, ovviamente, c’è ancora molto da fare. Lucia Binetti
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