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Espulsi dal Pd Piergiovanni e Facchini
15 novembre 2021

Il presidente del Consiglio comunale di Molfetta, Nicola Piergiovanni e il consigliere comunale e metropolitano Gianni Facchini, sono stati espulsi dal Pd. Ne dà notizia il commissario della sezione del Partito Democratico di Molfetta, Saverio Campanella, in un breve comunicato: «La commissione di garanzia del Partito Democratico dispone la cancellazione di Nicola Piergiovanni e Giovanni Facchini dalla anagrafe degli iscritti. Ho appena ricevuto la notifica, da parte della competente Commissione del PD provinciale, della cancellazione di Nicola Piergiovanni e Giovanni Facchini dalla anagrafe degli iscritti al Partito (massimo provvedimento di sanzione disciplinare previsto dallo Statuto). Provvederò a convocare nelle prossime ore la Assemblea del PD molfettese per notiziarla formalmente della predetta sanzione disciplinare e, ribadita la ferma opposizione del Partito alla Amministrazione del Sindaco Tommaso Minervini, proseguire nel percorso di creazione di un coeso fronte democratico che unisca il centrosinistra molfettese alle forze sane del civismo cittadino nella elaborazione della migliore proposta politico programmatica possa essere offerta alla città di Molfetta nelle prossime elezioni comunali. Saverio Campanella Commissario PD Molfetta». Si è conclusa così la travagliata vicenda dell’adesione del partito Democratico alla coalizione “ciambotto” delle liste civiche dell’amministrazione Minervini e delle vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto di 16 persone fra cui l’assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, la consigliera comunale di Forza Italia, Sara Castriotta, il funzionario comunale Orazio Lisena, e che ha visto coinvolti 41 soggetti (34 persone fisiche, fra cui il sindaco Minervini e 7 società), dirigenti e dipendenti del Comune, oltre a imprenditori e progettisti per il cosiddetto scandalo “Appaltopoli”. Ed è stato proprio questo scandalo a determinare la decisione del Pd (che fino ad allora aveva temporeggiato), di lasciare la maggioranza, invitando i suoi esponenti a dimettersi. Lo aveva fatto solo l’assessore Gabriella Azzollini, mentre Piergiovanni e Facchini erano rimasti al loro posto. Ora abbiamo la decisione del Partito Democratico (da tempo prevista e inevitabile) che renderà più difficile la collocazione politica dei due ex, i quali, rimasti senza “casa”, probabilmente si aggregheranno alle liste civiche che sosterranno il sindaco uscente (a breve la crisi verrà formalizzata, Minervini dovrà dimettersi e verrà nominato un commissario prefettizio che reggerà la città fino alle elezioni di maggio 2022) che ha intenzione di ricandidarsi. Intanto la crisi verrà formalizzata in consiglio comunale e non fuori, malgrado la raccolta di firme raccolte per far cadere Minervini, e qui non mancherà un dibattito politico che si prevede animato, soprattutto dopo il ritiro dalla maggioranza dei gruppi dell’assessore Pietro Mastropasqua e Pino Amato. Le opposizioni di sinistra (Rifondazione e SI) hanno fatto sentire la propria voce, condannando l’intera gestione amministrativa del sindaco Minervini e della coalizione “ciambotto”, finita miseramente, dal centrodestra invece, un imbarazzato silenzio per gli esponenti passati in maggioranza. Silenzio anche da parte della senatrice Carmela Minuto di Forza Italia.

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