Elezioni, i camaleonti e il camaleontismo sempre in agguato
Il camaleonte è un animale che sa adattarsi a qualsiasi ambiente e che cambia pelle e colore a secondo delle circostanze. Si mimetizza e resta immobile fino a quando la preda non giunge a tiro di lingua e zac. Questo è il suo modo classico di ingannare le prede. E' un animale molto furbo e il suo modo di fare si adatta similmente a tante situazioni e comportamenti degli esseri umani in special modo a politici e elettori quando si tratta di elezioni. Abbiamo già visto in passato e vedremo ancora alle vicine e prossime elezioni Europee e Provinciali. Uomini che per emergere non si preoccupano dei danni arrecati alla società, al prossimo, spesso colleghi e amici. Trasformisti, ipocriti, menzogneri, sempre pronti a cambiare idee e posizioni in merito a problemi seri e gravosi per l'intera Comunità. Per denaro, desiderio di emergere, di comandare, di essere un gradino più in alto del vicino di casa. L'uomo d'oggi si comporta in tantissime circostanza come il camaleonte e una nuova (non proprio) moda sta prendendo sempre più vigore: “il camaleontismo”. I problemi familiari e psicologici delle vittime di questo camaleontismo non si toccano perché le decisioni vengono dall'alto e presentate sotto la veste mimetica di parole altisonanti che dicono tutto e niente, come: ristrutturazione, riqualificazione, razionalizzazione, riordino, responsabilità, senso del dovere, spirito di sacrificio, senso dello Stato ecc.ecc.. Cercano di mimetizzarsi e sistemare così la propria coscienza pronunciando queste parole con candore e spesso con arroganza ben sapendo che non verranno toccati perché sono già entrati nel sistema e si sentono padroni, parlano come padroni. Oggi il “camaleontismo” portato agli eccessi, significa la morte dei valori, dell'amicizia, solidarietà, rispetto, dignità, onestà e dell'amore verso il prossimo. Siamo tutti dei potenziali camaleonti, chi critica questi comportamenti ne è vittima e compartecipe perché le situazioni oggettive di lavoro, di benessere, di posizione sociale, di potere e di relazione con gli altri ti costringono a vivere un atteggiamento che non può essere di scontro e quindi sei costretto ad assecondare questo meccanismo perverso in una forma più o meno alta. Chi va contro corrente è additato come un diverso, un rompiscatole, un rivoluzionario, ecc.ecc.: viene emarginato come se fosse impestato. In questa società dell'avere dove i valori sono spesso solo virtuali e sbandierati per ingannare il prossimo, i camaleonti hanno buon gioco e sanno sfruttare a loro favore la situazione. Come difendersi da questo camaleontismo sfrenato che sta imperversando in tutti gli strati della società civile, conquistando i più deboli? L'unica difesa che possiamo mettere in campo per superare il momento particolare di dissoluzione dei valori è quello di cercare di vivere secondo coscienza, di trovare altre motivazioni, di impegnarci nel sociale, di andare contro corrente, di non aver paura di essere additati dei diversi e soprattutto di non lasciarci coinvolgere in questa spirale perversa e menzognera che può darci dei benefici immediati, ma che nel tempo può trasformarsi in un boomerang con conseguenze per la nostra vita personale e familiare. Prendiamo coscienza che essere un camaleonte è sbagliato, guardiamoci da chi professa il camaleontismo e cerca di portare alla luce le sue contraddizioni e mimetismi perché l'animale camaleonte è come la menzogna, lento a salire, ma rapido nell'uccidere e mangiare la preda. “ Non si può imparare ad essere attenti. Ma si può essere consci del fatto che si è distratti. Nel momento in cui siamo consci di essere distratti, siamo attenti “ (J. Krishnamurti).