MOLFETTA – Il consigliere comunale di Rifondazione Gianni Porta (foto) rivolge alcune domande all’amministrazione comunale di centrodestra sull’urbanistica a Molfetta e in particolare sull’art. 51
«In vista di nuove assegnazioni di suoli negli altri comparti del Piano di Zona 167, e sulla scorta di notizie che parlano di case in vendita e/o in affitto nella zona ricadente nel Piano straordinario di edilizia convenzionata ex art. 51 – scrive Porta - , riteniamo doveroso fare un piccolo passo indietro riferendoci alle vicende giudiziarie che hanno interessato cooperative, assegnazioni e Comune in occasione dell'attuazione di tale piano.
Il Piano straordinario di edilizia convenzionata, consentito appunto dall'art. 51 della Legge n. 865 del 1971 e deciso dal Comune di Molfetta nel 1999, aveva l'obiettivo di dare alle cooperative edilizie la possibilità accellerata di costruire palazzi a prezzi ultrascontati, a patto che i soci avessero certi requisiti (reddito non superiore ai 50 milioni di lire dell'epoca, non essere il nucleo familiare proprietario di altri immobili, non aver mai ottenuto l'assegnazione di una casa con il contributo finanziario pubblico).
Nel marzo 2006 il Comune sospende l'assegnazione dei suoli ad una delle cooperative edilizie inserite nella graduatoria dell'ex articolo 51, a causa di mancate attestazioni da parte di soci e per verificare appunto le dichiarazioni rese in autocertificazione.
A seguito di un esposto presentato da cittadini, nel marzo 2007 la Procura di Trani ordina il sequestro dell'incartamento che riguarda la cooperativa Antares, e ci si accorge che nel fascicolo mancano una serie di carte. Intanto il Comune procede nei suoi controlli interni delle assegnazioni.
Nei mesi seguenti dell'inchiesta sono sentite decine di persone tra funzionari comunali, dirigenti, presidenti di cooperative edilizie, soci delle cooperative. Si scopre che alcuni appartamenti sono stati acquistati da chi non aveva i requisiti oppure che altri assegnatari hanno venduto gli appartamenti o li hanno dati in affitto non rispettando le convenzioni con il Comune (per i primi 5 anni tutti i locali delle palazzine non potevano essere venduti nè affittati).
Inoltre, il bando del Piano ex art. 51 prevedeva che qualora nelle cooperative fossero venuti meno i soci presenti al momento del bando, queste avrebbero dovuto informare il Comune che, a sua volta, avrebbe dovuto attingere a una graduatoria generale nominativa dei soci. Questo non sarebbe avvenuto, infatti, le cooperative hanno autonomamente assegnato gli alloggi a persone che non hanno partecipato al bando.
Nel maggio 2008 si conclude l'aspetto civilistico della vicenda Antares: infatti, l'arbitro nominato dal Tribunale civile di Trani decreta il reintegro da parte della cooperativa Antares di sei ex soci estromessi dal presidente della cooperativa, con il riconoscimento da parte del Comune di Molfetta
dell'assegnazione degli appartamenti ai soci esclusi. Invece, riguardo alla vicenda penale e all'inchiesta della Procura di Trani nel luglio 2008 sono raggiunti da tre avvisi di garanzia il presidente della cooperativa Antares, suo cognato membro del CdA della cooperativa e l'ex dirigente del Settore territorio del Comune di Molfetta che rispondono, a vario titolo, di estorsione, falso ideologico e abuso di ufficio.
Nel novembre 2008 vi è la richiesta di rinvio a giudizio per costoro che avrebbero agito a danno di sei persone fisiche e in più anche del Comune di Molfetta. Sembra che nel prossimo mese di marzo debba esserci la sentenza a seguito di richiesta di rito abbreviato da parte degli indagati. A questo punto, ci chiediamo e chiediamo pubblicamente all'Amministrazione se il Comune di Molfetta in quanto parte offesa si è costitutito parte civile, non foss'altro anche ai fini di autotutela contro eventuali azioni risarcitorie delle altre sei persone offese. E ci chiediamo – conclude Porta - se, a partire dalla vicenda giudiziaria Antares – sollevata da un esposto dei cittadini – il Comune di Molfetta e il Settore Territorio hanno proceduto ad approfondite indagini e controlli interni sui requisiti dei soci appartenenti a tutte le cooperative assegnatarie del Piano ex art. 51 e, se tali verifiche sono state condotte, a quali risultati sono approdate».