Recupero Password
Edilizia, l'affare b4 rischia di sgonfiarsi Anche la Cassazione smentisce la Procura: non c'è lottizzazione abusiva, forse “doping urbanistico”
15 settembre 2007

L'affondo giudiziario della Procura di Trani, iniziata il 30 gennaio scorso con il sequestro preventivo di 17 fabbricati nella zona B4 per un totale di 175 appartamenti, alcuni già abitati da anni, rischia di sgonfi arsi, connotandosi come la classica tempesta in un bicchier d'acqua. L'azione di sequestro da parte della Guardia di Finanza, per certi aspetti spettacolare a benefi cio di telecamere al seguito, gettò nel panico le centinaia di famiglie che avevano acquistato gli appartamenti o sottoscritto i contratti d'acquisto delle case in costruzione. La tesi della Procura di Trani era che le licenze edilizie era state rilasciate senza un Piano particolareggiato, in cui sono stabilite le volumetrie realizzabili, le aree che devono essere cedute al Comune per i servizi standard (scuole, verde e parcheggi), in violazione dell'art: 33.4 delle norme di attuazione del PRG. Il reato ipotizzato che giustifi cava il sequestro preventivo era di lottizzazione abusiva. Finirono sotto inchiesta l'ex responsabile dell'Uffi cio tecnico l'Ing. Giuseppe Parisi e a cascata tutti i benefi ciari delle licenze, imprese, costruttori e tecnici. CLIMA PESANTE Sulla città scese una cappa inquietante: gli incubi, il dramma sociale degli acquirenti, ma anche il rischio di una pesante battuta d'arresto dell'economia del comparto edile in piena attività. Nessun costruttore era disposto a piantare una gru e chi aveva l'idea di acquistare un immobile di nuova costruzione accantonò il progetto, in attesa dell'evoluzione della vicenda. Il sindaco Antonio Azzollini consapevole della gravità del clima, sin dalle prime battute intraprese un paziente lavoro di comunicazione soprattutto con gli acquirenti. Da buon avvocato dispensava tranquillità e raccomandava di attendere le prime verifi che, e assicurò che il Comune sarebbe stato dalla loro parte. L'intento di Azzollini era di evitare che le angosce potessero scatenare una guerra legale di tutti contro tutti: Comune, acquirenti, imprese, che avrebbe complicato di più la situazione. SCHIARITA 1 Dopo alcune settimane d'angosciosa e immaginiamo d'insonne attesa le nubi cominciarono a diradarsi. Il Giudice del Riesame di Bari, accolse il ricorso di alcune imprese e dispose il dissequestro degli immobili. In sostanza, per il Riesame le B4 era aree di completamento di precedenti piani (Lotto 2 e 167), già completamente urbanizzate. I vincoli previsti dalle norme tecniche del nuovo PRG riguardavano gli eventuali nuovi piani. Nel dare ragione ai ricorrenti, il Giudice del Riesame, nelle motivazioni, esprimeva giudizi non proprio lusinghieri sull'operato dei colleghi della Procura. Insomma, la situazione si capovolse e in città molti sentenziarono che la Procura e il consulente tecnico avessero preso una clamorosa cantonata, e ipotizzavano una possibile archiviazione. Sorprese quindi la scelta della Procura d'impugnare la sentenza del Riesame davanti alla Corte di Cassazione di Roma, con la rinnovata richiesta di sequestro. La mossa ebbe l'effetto di incrinare la tranquillità ritrovata, perché nelle vicende giudiziarie tutto può succedere fi n quando non è scritta la parola “fi ne”. SCHIARITA 2 Nei primi giorni di luglio, la Cassazione impresse una svolta alla vicenda, con la conferma della sentenza del Riesame. Per la Procura di Trani, due sonore bocciature, che certamente peseranno sull'iter giudiziario. All'indomani della sentenza della Cassazione, il sindaco incontrò i cittadini interessati, in un clima totalmente diverso dai primi incontri. “Con il giudizio della Cassazione - disse Azzollini - è stata messa una pietra tombale sul reato più grave, lottizzazione abusiva, che se provato determina la confi sca degli immobili. Potete stare tranquilli, ora nessuno potrà più togliervi le vostre case. Mi congratulo per il modo composto con cui avete vissuto questi mesi”. Parole di elogio anche per le imprese per la scelta di tecnici e avvocati, vincenti in due gradi di giudizio: “La vicenda giudiziaria va avanti, ma riguarda le imprese, e vedremo se hanno commesso dei reati”. Insomma, per il sindaco, al massimo si sarà consumato una sorta di “doping urbanistico”. Non è escluso però che gli eventuali reati potranno essere depotenziati, attraverso l'azione amministrativa del Comune. PROSSIME MOSSE Per il sindaco tutta la faccenda è nata perché alcune norme tecniche si prestano a diverse interpretazione: “Faremo delle modifi che per evitare che in futuro si ripeta ciò che accaduto. Non è possibile che un cittadino acquisti una casa e dopo 7 anni un magistrato dica che quella casa non è più sua”. Vedremo a quali norme il Comune metterà mano. Chissà se avranno a che fare con quello che Quindici defi nì “Buco nero”, cioè la fase commissariale tra settembre 2000 e maggio 2001 in cui furono scritti gli atti fi nali del nuovo Piano regolatore, approvato successivamente dalla Regione. Tanto per far chiarezza sul perché furono fatte delle modifi che e fi no a che punto le scelte furono tecniche o discrezionali.
Autore: Francesco Del Rosso
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet