Ecco come sarà il Museo civico archeologico (ex Lazzaretto) La riapertura, questione culturale o politica?
L'ambizioso progetto, che prevedeva l'apertura del Museo civico archeologico all'interno dell'ex Lazzaretto, e che sembrava prendere corpo sempre più concretamente, si è inesorabilmente arrestato davanti all'ennesima tornata elettorale. Per cercare di capire come siano andate realmente le cose, noi di Quindici abbiamo intervistato Giovanna de Gennaro, la neo presidente dell'Archeoclub, associazione culturale che, ormai da anni, promuove quest'iniziativa. Giovanna de Gennaro spiega che già intorno al 1998 l'Archeoclub aveva proposto all'allora sindaco, Guglielmo Minervini, di adibire l'ex Lazzaretto a Museo rendendo fruibili al pubblico anche quei reperti siti presso il Museo diocesano e presso la Sovrintendenza ai Beni archeologici. Così l'Archeoclub e l'architetto Conte avevano curato l'allestimento del museo e si erano occupati della fase progettuale. «Ad ora – continua - i lavori sono praticamente ultimati». Spiega, infatti, che i lavori di ristrutturazione dell'ex Lazzaretto sono ormai conclusi, (mancano cioè solo i reperti e i pannelli esplicativi), e che il Museo verrà organizzato per sale tematiche: al piano terra saranno presenti tre sale di cui, la prima conterrà i reperti inerenti al Monastero del 1500, la seconda i reperti inerenti la Nitriera borbonica del 1700, e la terza sala conterrà una presentazione di quelli che sono gli altri siti molfettesi di un certo spessore culturale e artistico. Al primo piano ci sono invece quattro sale: la prima ricostruirà la preistoria in Puglia, la seconda esporrà la produzione delle ceramiche e quella industrialitica risalenti al Neolitico e al Paleolitico, la terza, detta sala del culto, sarà dedicata alle sepolture, e infi ne la quarta ricostruirà l'ambiente e le strutture del Neolitico. Così, mentre la catalogazione dei reperti è quasi ultimata, rimangono bloccati i lavori di allestimento della parte esterna al Museo che dovranno essere terminati una volta entrata in carica la nuova giunta che uscirà vincitrice dalle urne il 14 aprile. La stessa neo giunta dovrà decidere la data di apertura del Museo, in precedenza fi ssata per maggio, e soprattutto dovrà stabilire a chi affi darne la gestione. Nodo, questo, piuttosto delicato e che già prima della campagna elettorale aveva generato non poche polemiche. L'ex giunta comunale, infatti, ha preferito lasciare insoluta la questione, alimentando in questo modo attriti e dicerie tra le varie associazioni papabili. Forse la soluzione migliore sarebbe stata quella di affi dare la gestione a Polje (consorzio di associazioni comprendente Archeoclub, WWF, Lega Ambiente, Pro Loco, Terrae, Ictius), strada, questa, già percorsa dalla Provincia che, con una convenzione fi rmata a dicembre, ha affi dato a questo consorzio la gestione della Dolina, che dovrebbe riaprirsi all'inizio della prossima estate. Sebbene Museo e Dolina siano cose distinte, non sarebbe forse il caso di creare una certa continuità per lo meno a livello gestionale? Con la nuova tornata elettorale tutto è rimesso in discussione. La riapertura del Lazzaretto, in questo clima, rischia di diventare non più una questione culturale che da lustro alla nostra città, ma una questione politica: una pedina da utilizzare durante la campagna elettorale. Quello che ci auguriamo tutti è che, per lo meno, l'apertura del Museo civico archeologico all'interno dell'ex Lazzaretto sia una priorità, chiunque la spunti il 14 aprile.