MOLFETTA - È un molfettese di 72 anni l’attuale campione mondiale in carica di ornitologia. Si tratta del concittadino Antonio La Volpe, pluridecorato ibridatore considerato il numero uno del Sud Italia, insomma “un mostro sacro” in termini di talento, fantasia e passione nella pratica ibridologica. Tutto senza alcun fine di lucro.
Il prestigioso titolo lo ha conseguito a Tours in Francia, ed un anno prima a Mathosinos in Portogallo gareggiando con il canarino di colore. In 50 anni di attività l’allevatore pugliese, che le riviste specializzate definiscono “il poeta dell’ibridologia italiana”, ha ottenuto 20 titoli italiani, 9 medaglie di livello internazionale, delle quali tre di oro, e si è distinto con un punteggio altissimo anche all’ultima mostra regionale di Trani presentando, in tutto, 18 soggetti, dei quali 10 sono stati giudicati i migliori, ottenendo complessivamente 934 punti.
Ma il fatto eclatante è rappresentato dal punteggio conseguito con due “stamm”, ossia due équipe di ibridi perfettamente identici tra di loro: lo stamm “Crociere per canarino” si è aggiudicato 382 punti (il massimo, consentito ad uno stamm), e quello “Fanello per canarino” ne ha conseguiti 378. Un risultato unico quanto raro, che i giudici di gara della Federazione Ornicoltori Italiani (F.O.I.) hanno considerato, a Trani, il giusto riconoscimento alla massima espressione di identicità di razza, tipo, varietà e categoria, compresa l’armonia.
Gli addetti ai lavori sanno benissimo che esistono ibridi quasi impossibili da realizzare, che restano cioè nel “sogno dell’ibridatore”. Ebbene Antonio La Volpe, ne ha creati due, assolutamente inediti, cioè mai realizzati da nessuno nella storia dell’ornitologia mondiale. E’ accaduto due volte: la prima con un “Negrito della Bolivia per Verdone”, valso medaglia d’argento al Campionato Mondiale di Losanna, e la seconda volta con un “Crociere per Lucherino di Magellano”, ritenuto con 94 punti (punteggio ambìto da tutti gli allevatori) il miglior ibrido in assoluto in occasione della mostra internazionale di Reggio Emilia.
Le prime tre medaglie mondiali (un oro e due bronzi) Antonio La Volpe se le aggiudicò a Silvi Marina (PE) nel 1999, un argento lo vinse in Portogallo nel 2001 a Santa Maria de Feira (Oporto), e altre tre, in argento, ne conquistò a Losanna. Insomma, un “palmares” costellato di 20 titoli italiani e 9 medaglie di livello mondiale, oltre ad innumerevoli premi, tra coppe e diplomi, vinti in mostre internazionali (Torino, Reggio Emilia, Bari).
Collaboratore di riviste di settore quali il prestigioso bimestrale “Alcedo” e “Italia Ornitologica”, organo ufficiale della Federazione Ornicoltori Italiani, il 72enne molfettese Antonio La Volpe è anche grande appassionato di fotografia naturalistica: adora fotografare uccelli nel loro ambiente naturale, e realizza fotografie anche in un piccolo box, una sorta di cubo alto mezzo metro in plexiglass da lui stesso realizzato. Tali foto ritraggono i suoi “capolavori alati”, di cui ama riferire nei suoi articoli. Ad ogni buon conto, ci sono altri appassionati di ornitologia, tutti come questo incredibile allevatore, appartenenti alle varie associazioni pugliesi. Uno di questi è il suo amico ed altrettanto appassionato allevatore, Luigi La Forgia, anch’egli di Molfetta, vincitore di un titolo italiano a Pesaro, di un mondiale a Piacenza, ed un bronzo a Mathosinos, in Portogallo.
Dopo risultati così grandiosi, cos’altro, allora, potrebbe desiderare un fuoriclasse come La Volpe? Il rammarico c’è ed è condiviso da molti allevatori molfettesi. A Molfetta non esiste ancora un’associazione (gli ornicoltori molfettesi sono infatti iscritti a Bari e a Trani), per la realizzazione della quale si sta impegnando un giovane appassionato esordiente, di nome Antonio Germinario, il quale sta lavorando affinché questa speranza, comune a molti, si realizzi. Perché, come recita la “mission” della F.O.I. e dei suoi iscritti, “allevare è proteggere”.
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