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E' del 1769, il primo progetto del Porto di Molfetta
21 agosto 2015

MOLFETTA - Nel XVIII sec. le tartane e i trabaccoli molfettesi trasportavano olio, mandorle e altri prodotti delle nostre campagne verso i porti dell’Alto Adriatico. Tale attività mercantile aveva raggiunto una notevole capacità di trasporto, apportando non pochi vantaggi all’economia locale1. Alle nostre imbarcazioni, impegnate in frequenti viaggi per scambi commerciali, mancava, però, un buon porto in grado di accoglierle e ripararle dai venti e dalle tempeste, specialmente se provenienti da tramontana o da  greco-levante.

Sin dalla seconda metà del XV sec. per contrastare il mare tempestoso fu costruito nelle vicinanze del Duomo un tratto di molo. All’uopo fu imposto un tributo per ciascuna imbarcazione che giungeva nel nostro porto per lavori di manutenzione. Dalla metà del XVI sec. questo braccio di molo con successivi lavori fu ampliato e rinforzato. Di questo braccio di molo abbiamo a disposizione vari disegni e alcune foto.

Abbandonato da tempo l’antico porto di cala S.Giacomo e essendo poco capiente e sicuro la cala dei Pali, il 14 marzo 1769 il Consiglio decurionale dell’Università di Molfetta, avuta la possibilità di avere a disposizione la somma di 2500 ducati in seguito all’abolizione di alcuni pesi fiscali da parte del Tribunale della Regia Camera di Napoli, si fece promotore di un progetto per la costruzione di un nuovo tratto di molo da farsi, poco distante da quello esistente, su uno scoglio affiorante, detto il Trave.

Riportiamo uno stralcio dell’intervento di Michele Colaianni, Sindaco dei nobili e  promotore della proposta: Fra di tanto sapendo lor Signori che questa nostra città è quasi la prima che fiorisce in Provincia per l’abondanza negoziazione, che vi si fa, tiene un Porto che per essere predominato dalla tramontana si rende poco buon sicuro per li Bastimenti e cittadini e forestieri che vi si vengono, e sono necessari alla mercatura, la quale se via più avanzare, sarebbe dun sollievo grandissimo anco a questo nostro publico, havendo pertanto lo stesso nostro Porto, un dono di natura, qual si è quello dello scoglio naturale chiamato il Trave che a fior d’acqua, per l’estensione e latitudine di circa mille palmi ed al rimbetto del vecchio molo che esiste2.

Per la costruzione del nuovo braccio di molo furono eletti deputati Ferdinando Ventura e Cosmo Tottola per il ceto nobile, il notaio Donato de Gaudio e il pittore Felice Porto per il popolo. Nel mese di settembre del 1769 era già pronto il progetto con piante e prospetto preparato da Felice Porto3. A collaborare con i quattro deputati furono chiamati i mastri muratori Nicola Valentino, Mauro Modugno, Carlo Boccassino, e Leonardo Libani che presero le misure e fecero la perizia.

L’11 ottobre successivo il progetto fu presentato al pro segretario della Sacra Regia Udienza di Trani, Tommaso Camassa, venuto appositivamente a Molfetta. Quest’ultimo doveva poi relazionare al re a Napoli sulla situazione del nostro Porto, le maree di tramontana, ponente, è montagnale che lo predominano, e lorendino malsicuro: lo scoglio di Palmi Sette Cento quadrato che esiste a fior d’acqua di rimbetto all’antico braccio di molo con la perizia fatta dell’esistenza, lunghezza, e l’altezza di detto scoglio, su di cui non vi esiste che due palmi d’acqua, la minor spesa che portarebbe nel costruire sopradetto scoglio detto nuovo braccio di molo, e lazzaretto in difesa del detto Porto dalle maree predette.

Nel 1772 il re (Ferdinando IV), sulla base della relazione della Regia Udienza di Trani e di quella dell’ing. Buonpiede, convocò una consulta presso la Camera della Sommaria per decidere in merito alla costruzione del nuovo molo. Rappresentava l’Università di Molfetta l’avvocato Domenico Bracale di Napoli. Evidentemente in seno alla consulta emersero dei dubbi sul progetto, perchè nel 1773 i deputati alla costruzione del nuovo molo prepararono un memoriale riguardante le ragioni dell’Università, inviandolo poi a Napoli4.

Sulla scia di questi avvenimenti sia il Capitolo Cattedrale di Molfetta sia la Cappella di S. Rocco stabilirono di contribuire con una modesta somma alla costruzione del nuovo molo5.

Della costruzione del nuovo molo e del lazzaretto per dieci anni non si hanno più notizie. Nel 1783 il re, attraverso la Regia Udienza di Trani, chiese notizie sulla consistenza del nostro porto in quanto era sua intenzione dare un donativo. L’Università si affrettò a mandare una relazione9. Un anno dopo (1784), sempre su ordine del re, l’ing. Giovanni Mastropasqua di Giovinazzo insieme a Francesco Vega, tenente del corpo degli ingegneri, fece una perizia al porto per osservare se fosse capace di tener ancorati i bastimenti6.

Queste vicende inedite possono essere considerate come i primi tentativi di un lungo percorso di speranze e di delusioni di una città che ha saputo realizzare parte del suo futuro sul mare. Esse culmineranno solo nel 1824 con il progetto Sponsilli, realizzato poi con qualche modifica nel 18447 (nella riproduzione di Luigi Gadaleta una foto del progetto del porto del 1898).         

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1 C. PAPPAGALLO, Mercato, itinerari, trabaccoli, marinai in un porto pugliese dopo la metà del sec.XVIII: Molfetta 1760-1765, «Studi Molfettesi», 1998, n.3, p. 105.

2 ARCHIVIO COMUNALE MOLFETTA (=ACM), cat. 16, vol. 11, Fasc. 3, f. 42, Conclusione decurionale del 14-3-1769.

3 Felice Porto, figlio di Giuseppe e di Costanza Tottola, aveva all’epoca circa 49 anni ed era pittore. Dal 1740 al 1750 circa dimorò a Roma e poi a Camerino. Ritornato a Molfetta, lavorò a Manfredonia, S. Giovanni Rotondo, Spinazzola, Barletta, Trani, e Acquaviva. Nel 1754 si sposò con Chiara Finanese (ARCHIVIO DIOCESANO MOLFETTA (=ADM), Curia Vescovile, carte varie, cart. 213, stato libero di Felice Porto). Di Felice Porto si ricordò lo Sponzilli nella sua introduzione al suo progetto sul Porto di Molfetta quando, fece riferimento in modo dispregiativo al progetto di un dipintore molfettese (ARCHIVIO STATO NAPOLI, Ponti e Strade, I serie, fascio 792, fascicolo 10873).

4 ACM, cat. 17, vol. 204, f. 71; f. 41; vol. 205, f. 324; vol. 206, f. 804,

5 F. SAMARELLI, Ricerche storiche su Molfetta marinara attraverso i secoli, Molfetta, 1934, p. 39; ADM, CV, carte varie, cart. 240, fasc. 2, doc. del 20-9-1774.

6 ACM, cat. 17, vol. 219, f. 321, f. 331; vol. 221, f. 682.

7 C. PAPPAGALLO, Alcuni documenti inediti sul porto di Molfetta (1814-1845), «Studi Molfettesi», 2000, n. 12, p. 87.

 

Autore: Corrado Pappagallo
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