“Dopo 22 mesi di amministrazione risultato il nulla”
È il fallimento dei cosiddetti politici esperti a Molfetta (chiaro riferimento al sindaco Minervini e agli ex assessori del centrodestra di Antonio Azzollini, tipo Mariano Caputo) che hanno dimostrato scarsa capacità di fare e spreco di denaro pubblico. Solo megalomania politica la loro, che si sgretola davanti ai fatti, che dimostrano il nulla totale. Questo il bilancio di 22 mesi di amministrazione di Tommaso Minervini tracciato da Rifondazione comunista: trasformismo e opportunismo; edilizia ferma, nessuno ritira le licenze, mentre si continua a progettare la cementificazione della città anche sulle lame; edilizia residenziale pubblica e case popolari inesistente; strade dissestate e solo promesse di sistemazione con un mutuo dal 11 milioni di euro che graverà sulle tasche dei cittadini per i prossimi decenni; proto fermo; liste civiche inesistenti e incapaci di produrre proposte politiche, ma solo voti personali; distruzione del commercio locale ormai agonizzante; scarsa capacità di fare, la di là di una continua propaganda politica del nulla e così via. Non risparmiano nulla dell’inefficienza amministrativa i consiglieri comunali dell’opposizione di sinistra di Rifondazione e Compagni di strada nel loro bilancio di 22 mesi dell’amministrazione “ciambotto” come ha definito “Quindici” il pasticcio centrodestrasinistra (ma quale sinistra?) al governo della città. In un incontro pubblico con la città le forze di opposizione di sinistra hanno incontrato i cittadini per spiegare fatti e, soprattutto, misfatti della giunta di al governo da due anni. Il primo rappresentante del Partito della Rifondazione comunista a prendere la parola è stato Beppe Zanna, il quale si è pronunciato così: “L’amministrazione al governo si è rivelata trasformista e poco attiva: non ha preso una posizione determinata e coerente, né ha intentato un qualche intervento che non sia stato dedito a cambiare qualche assessore del consiglio comunale. Consiglio che si è mostrato afasico e poco attivo, quasi sterile come le liste civiche create prima delle elezioni, create solo per raccogliere consensi e voti.” Il parere sul fronte di opposizione formulato è il seguente: “L’opposizione costituita dal movimento 5 stelle che non ha fatto nulla di nulla e dal centrodestra che ha mosso le pedine “cambiando casacca” per trovare seggi nel consiglio regionale, non ha creato un fronte vero e proprio! Solo noi, da sempre definiti “partito pesante” siamo stati operativi in città, nonostante non abbiamo mai avuto molti incarichi, abbiamo intentato una battaglia in difesa del servizio sanitario cittadino, correndo ai ripari inseguito al piano di riordino ospedaliero, creando uno sportello sanitario popolare per mettere ai cittadini molfettesi di essere assistiti!” La seconda voce rossa è stata quella del consigliere regionale Antonello Zaza, da sempre attivo politicamente, il quale ha detto queste parole: “Il nostro modo di fare politica è sempre stato costituito dal dibattito con la gente, con il popolo! Mi sembra di vivere in una bolla: in cui momenti di incontro e confronto sono veramente merce rara! Sono basito dal fatto che, nonostante siamo a ridosso delle elezioni europee, continua a mancare il confronto politico, nonostante la nostra idea di agire politico sia sempre stata improntata alla collettività.” Questo è il bilancio tratto dal politico: “Doveva essere un’amministrazione di esperti: con Tommaso Minervini come sindaco, già sindaco agli inizi degli anni 2000, ma è un’amministrazione puntellata da diverse criticità: l’edilizia è ferma, nessun imprenditore ritira licenze edilizie, nonostante il piano regolatore abbia previsto numerose, fin troppe costruzioni, il 3° piano delle opere pubbliche riguardante l’asfaltamento e la manutenzione di strade e quartieri non è stato messo in atto in toto; è stata accettata passivamente la chiusura di servizi che arricchivano l’operosità della città come quello della dogana e lo sportello dell’Italgas presente in via Annunziata. La questione del porto è ferma a tempi ancestrali, come anche la questione del documento univoco del commercio, nonostante il commercio locale si sta spegnendo ogni giorno di più. Siamo circondati da megalomania e poco fattualità, si è approfittato della mancanza di dibattito per continuare a non agire indisturbati. Per quanto mi riguarda, rassegnerò le dimissioni per fare spazio ad altri compagni, come ho sempre fatto, in un’ottica di agire comune!”. Il suo posto dovrebbe essere preso in consiglio da Paola De Candia, seconda dei non eletti, dopo la rinuncia di Manuela Porta. Il terzo intervento è stato curato proprio da Paola De Candia, rappresentante del Collettivo “Compagni di strada”, che ha messo in chiaro quale sia stato l’operato del collettivo politico. “Abbiamo mantenuto fede all’impegno, preso nel 2017, di non perderci e non perdere la strada. Il nostro collettivo politico è uno scambio virtuoso, articolato in incontri settimanali in cui le competenze di ogni attivista vengono utilizzate per l’arricchimento dell’intero gruppo. Abbiamo creato lo sportello medico popolare in piazza Paradiso, attivo ogni martedì e giovedì; abbiamo attuato una vera e propria campagna di sensibilizzazione per il transito dei mezzi pesanti nel quartiere Cenerentola del centro, il quartiere Catacombe, per il commercio locale; abbiamo erogato in maniera gratuita corsi di formazione etico, politico per fornire alla collettività un’infarinatura politica. Ovviamente vogliamo continuare ad operare attivamente, come abbiamo sempre fatto e come faremo!”. L’intervento conclusivo è stato formulato dal consigliere comunale Gianni Porta, da sempre attivo politicamente, ex candidato sindaco delle elezioni del 2017. “La sconfitta subita alle elezioni comunali ci ha motivato a fare meglio, a fare di più e, soprattutto, a costituire un fronte di opposizione attivo e mai silente! Sono sempre stato convinto del fatto che la nostra strada continui e debba continuare: avevamo una lista elettorale da cui sono stati eletti due rappresentanti, personalità politiche attive che hanno rilevato molte criticità nel mandato dell’amministrazione. Per quanto concerne il commercio: la crisi del commercio locale ha sottolineato sempre più fortemente la mancanza di un documento univoco del commercio, documento che è presente in tutte le città limitrofe tranne che nella nostra; per quanto riguarda l’ambito economico: il piano commerciale delle coste, commissariato dalla Regione al Comune di Molfetta (sotto richiesta di auto commissariamento da parte del Comune stesso), è ancora in una nebulosa di fumo; per quanto riguarda l’edilizia: già stigmatizzata dal compagno Zanna come ferma, non si muove neanche nella direzione giusta, dal momento in cui 250 nuclei famigliare continua a non avere un’abitazione popolare perché, a detta dell’amministrazione, non ci sono fondi pecuniari per erigerla. Le questioni riguardanti il porto commerciale sono ferme, come anche quelle riguardanti il porto turistico, ipoteticamente dotato di 400 attracchi che manca di fattibilità pragmatica. Si è sentito tanto parlare del progetto della “Smart city” ma poi? Per non parlare delle polemiche mosse intorno al monumento per i 25 anni dalla morte di Don Tonino Bello, ad un anno dalla venuta di Papa Francesco a Molfetta, che è costato 150 mila ed è a rischio abusivo e di quelle mosse intorno all’ipotetica realizzazione di un Teatro Comunale, dotato di 1400 posti.” Infine è stato messo in chiaro che le promesse formulate sono state tante, ma si continua a pensare che una bacchetta magica possa risolva i problemi sia esistenti che nascenti. Tuttavia l’opposizione di sinistra si mostra motivata ad intraprendere la strada delle verità scomode tanto taciute, per creare momenti di incontro e confronto, finalizzati al coinvolgimento di tutta la cittadinanza.
Autore: Marina Francesca Altomare