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Donna morta dopo il parto, 12 indagati tra medici e infermieri Domani sarà eseguita l'autopsia presso l'Ospedale Miulli di Acquaviva
28 maggio 2006

MOLFETTA - Sono dodici gli indagati tra medici e infermieri degli ospedali di Bisceglie e Carbonara per la morte di Maria Altamura di 32 anni, di Molfetta, dopo il parto gemellare. Gli avvisi di garanzia sono stati chiesti dal Pm del Tribunale, Francesca Romana Pirrelli (nella foto), dopo la denuncia del marito Nicola De Candia, 36 anni, un noto commerciante all'ingrosso di Molfetta, anche per permettere agli indagati di nominare i periti per l'autopsia sul corpo della donna che verrà effettuata domani mattina dal medico legale Vito Romano presso l'ospedale Miulli di Acquaviva. Maria Altamura, 33 anni, di Molfetta, è morta all'ospedale “Di Venere”, subito dopo aver messo al mondo i suoi due gemellini. All'ospedale di Carbonara la gestante era arrivata dopo qualche giorno di ricovero in quello di Bisceglie, dovuto, a quanto dichiarato dai familiari, non a particolari problemi, ma all'esigenza di cautelare una gravidanza gemellare, qualche contrazione e la volontà di evitare un parto anticipato che avrebbe fatto venire al mondo troppo presto Francesco e Nicolò, così sono stati chiamati i due piccoli. Durante il ricovero a Bisceglie avrebbe seguito una terapia per bloccare le contrazioni. Solo che giovedì mattina qualcosa è andato storto, Maria Altamura ha iniziato a star male e a Bisceglie, struttura priva della rianimazione, hanno deciso per il trasferimento immediato al “Di Venere”. Qui i medici hanno prima di tutto fatto venire al mondo con taglio cesareo le due creature, poi si sono dedicati alla donna, le cui condizioni sono apparse subito preoccupanti, ma evidentemente era troppo tardi e in serata è intervenuto il decesso. Comprensibile lo strazio della famiglia, del marito, Nicola De Candia, 36 anni, che rimane solo con i due gemellini e un altro bambino di cinque anni. E la determinazione a capire quanto è accaduto. Francesca Romana Pirrelli, sostituto procuratore, ha aperto immediatamente un'inchiesta, acquisendo la documentazione medica relativa alla donna, sia quella del «Di Venere», sia quella sulle cure somministrate a Bisceglie. I due maschietti, nati all'incirca all'ottavo mese di gestazione, sono per fortuna in condizioni che non destano preoccupazioni, per il momento ancora ricoverati presso l'Unità di terapia intensiva neonatale del “Di Venere” là dove sono nati.
Autore: Vito Piccininni
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