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Donato al cardinale Angelo Amato un suo ritratto eseguito da Addamiano
15 settembre 2011

Sono passati appena due mesi, ma ancora risuona il profumo della visita a Molfetta lo scorso 9-10 luglio del cardinale Angelo Amato. Tornato per la celebrazione eucaristica d’incoronazione della Madonna dei Martiri, il cardinale, invitato dai frati della basilica lo scorso maggio, ha ricordato la sua assenza dalla festa patronale da quasi 50 anni, una festa «diventata molto più gloriosa di prima». «Viviamo ancora nell’esultanza di quell’indimenticabile incontro del 9 e 10 luglio scorso - ha esordito Mons. Vescovo Luigi Martella nel saluto al cardinale Amato - oggi le emozioni si rinnovano intorno alla Madre celeste, la Regina dei Martiri, patrona principale della città di Molfetta e dell’intera diocesi». Nella sua omelia Mons. Amato ha sottolineato «l’anima profondamente mariana» della città di Molfetta, la cui devozione «scalda i cuori dei fedeli». Un legame che non è semplice «devozionalismo cattolico di bassa lega, ma di solida eredità evangelica». Soffermatosi sul concetto di “martirio” inserito nel titolo della patrona di Molfetta (inteso come quello dei pellegrini morti nel viaggio verso la terra santa nel Medioevo, piuttosto che di sangue e bianco, quello dei consacrati), il cardinale Amato ha citato una frase di Gaetano Salvemini che così descrive l’attaccamento dei molfettesi alla Madonna: «i marinai molfettesi sono pronti anche a lasciarsi tagliare pezzi pur di mantenere e di celebrare la festa della Madonna dei Martiri, loro potente protettrice». Sarà ancora così nei prossimi anni, nonostante la crisi della pesca, lo smantellamento lento e progressivo dei pescherecci a Molfetta, il pescato sempre più ridotto nei nostri mari, dunque i guadagni sempre più risicati? Allestire il motopeschereccio per la sagra a mare comporta delle spese che, insostenibili rispetto al passato, potrebbero superare anche la devozione pur radicata in tutto il settore marittimo (ricordiamo che quest’anno il Comune di Molfetta ha elargito 3mila euro per l’allestimento). Infatti, in partenza le imbarcazioni dovevano essere solo due, solo più tardi si è aggiunta la terza, ma di Bisceglie, scelta che ha provocato polemiche e proteste anche in occasione dello sbarco della Madonna. Non sono mancati i consueti saluti alle autorità politiche, alle Forze dell’Ordine, ai frati e agli emigranti presenti in Basilica. Alla fi ne della celebrazione, è stata scoperta la lapide commemorativa e al cardinale è stato donato dalle sorelle Teresa, suor Francesca e Antonia Spagnoletta un suo ritratto eseguito dall’artista molfettese maestro Natale Addamiano. Conclusiva l’incoronazione, realizzata con un piccolo elevatore dove sono saliti solo padre Giuseppe Tomiri, rettore della Basilica, e il cardinale Amato

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