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Don Tonino: partite dagli ultimi Il XIII anniversario della morte del nostro amato vescovo
20 aprile 2006

giovedì 20 aprile 2006
 
Don Tonino: partite dagli ultimi

 

 
 
MOLFETTA - 20.4.2006 Oggi ricorre il XIII anniversario della scomparsa del nostro amato vescovo don Tonino Bello (foto). Come ogni anno “Quindici” vuole ricordarlo con uno scritto che faccia cogliere sempre l’attualità di questo Profeta del nostro tempo, soprattutto in un Paese che ha visto l’emarginazione dei poveri a tutto vantaggio dei ricchi nell’era arrogante del berlusconismo che disprezza le regole, i doveri fiscali, la giustizia, in nome del dio denaro “Partite dagli ultimi! – scrive don Tonino - Non compiamo il delitto di snobbare il suono e il senso di questa frase con interpretazioni di comodo, con riduttivismi di significato, con esegesi sterilizzanti, con avvertimenti a non eccedere, con esortazioni alla cautela. Perderemmo l’ultimo treno per farci una credibilità smarrita, ma l’unico treno sui cui binari il mondo può riconoscere che Gesù è il Signore. “Lo riconobbero allo spezzare il pane”. Coraggio, Chiesa di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi! Vai alla ricerca degli ultimi sul tuo territorio. Il loro nome è: moltitudine! I poveri vecchi e nuovi, i malati, gli esclusi, gli handicappati, i minori senza istruzione, gli anziani abbandonati, chi non conta più nulla, i ricchi che si sentono vuoti, gli sfrattati, i disoccupati, i dimessi dal manicomio, gli ex carcerati, i tossicodipendenti, coloro che hanno visto o fatto naufragare la loro famiglia e ora sono come rottami sbattuti dalla risacca. Chiesa samaritana, lenisci le piaghe con l’olio della tua tenerezza. Medicale con l’aceto della tua profezia. Urla. Rivendica i diritti dei poveri. Mettiti al loro fianco con gratuità. Presta a essi la tua voce. Non aver paura di scomodare i benpensanti, le autorità costituite, l’establishment cittadino. Saranno costoro i primi a ringraziarti per questa coscienza critica che promuoverai. Impegnati nelle molteplici forme di volontariato. Incoraggia l’obiezione di coscienza. Stimola il servizio civile. Crea un osservatorio permanente capace di seguire le dinamiche della povertà e dell’emarginazione sul territorio. Promuovi una nuova cultura della solidarietà tra pubblica istituzione e forze del volontariato perché, al di là di ogni equivoco di concorrenzialità, si strutturi una organica continuità di servizio a vantaggio dei poveri! Non limitarti a sperare. Ma organizza la speranza!” (Da Mistica Arte. Lettere sulla politica, edizioni la meridiana 2005)
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