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Don Tonino dimenticato a Molfetta? Pochi spettatori al recital sulla sua vita Giovedì all'anfiteatro di Ponente l'Associazione di promozione sociale "Cuori Aperti" ha rappresentato "Sul passo degli ultimi", ma c'erano pochissime persone
24 agosto 2009

MOLFETTA - Don Tonino dimenticato dai molfettesi? E' quello che si chiede una lettrice di “Quindici”, Mariella Iacono, in questa lettera denuncia dopo la scarsa affluenza di pubblico al recital “Sul passo degli ultimi”, ispirato alla biografia dello scomparso vescovo. E' una lettera che fa riflettere e ve la proponiamo così com'è, sperando che, dal dibattito, possa nascere qualcosa di positivo in questa città ormai in degrado, insensibile a tutto e dove la lezione del nostro amato vescovo è stata dimenticata, soprattutto da chi ci governa, sia in Italia sia a Molfetta. «Giovedì 20 agosto. Anfiteatro di Ponente: l'Associazione di promozione sociale "Cuori Aperti" ha rappresentato "Sul passo degli ultimi", una commedia musicale ispirata alla biografia di don Tonino Bello. Ottimo lavoro (almeno a mio avviso) per i testi, le musiche e la scenografia. Pochissime le persone presenti: come mai? Sarà stato per il periodo di vacanza? Ma ad ascoltare i Pooh la sera precedente c'era tante gente! Sarà che il personaggio don Tonino non interessa più? O meglio, piace celebrarlo nelle immagini, nei ricordi patinati ma svilito nel suo pensiero. C'è poi la storia che non bisogna parlare di lui per non compromettere il processo di beatificazione:sarà questo il motivo per cui parroci e parrocchiani erano quasi del tutto latitanti giovedì sera? Ma, tralasciando il presbiterio, che ormai è tornato ad occuparsi a tempo pieno di candele e paramenti - per dirla con don Tonino - a celebrare belle liturgie o, al limite, a fare della propria parrocchia una sbiadita copia di villaggio turistico; tralasciando il presbiterio, dunque, i laici credenti ritengono davvero che valga la pena arretrare l'approfondimento e il confronto comunitario sul pensiero di don Tonino, che occasioni come quella della rappresentazione di giovedì scorso favoriscono? Ritengono davvero che valga la pena rinunciare alla forza dirompente della sua profezia in cambio di una figurina da venerare, qualora la Chiesa dovesse proclamarlo SANTO? A mio parere questo atteggiamento non onora la sua memoria: rinunciare a vivere il miracolo della Fede, come lui ci ha insegnato, in cambio di una Fede dei miracoli di tutt'altra valenza! Cordiali saluti Mariella Iacono
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Sono contento che si sia creato un certo dibattito anche se i toni non mi sembrano del tutto in linea con un confronto pacato e costruttivo. Chi ha conosciuto Don Tonino (in vita o dopo la sua vita) non può non sapere che il suo modo di operare non prescindeva dallla vita reale (la sua lotta per la pace, per il disarmo oppure a fianco dei disoccupati). Noi cattolici della chiesa di Molfetta che abbiamo avuto il suo "semplice" esempio, se vogliamo continuare sul suo passo dovremo riprendere ad occuparci fattivamente del merito dei problemi sociali e quindi dire la nostra senza paura sulle scelte fatte dai politici a tutti i livelli (locali, nazionali ed internazionali), magari anche con degli incontri pubblici all'inerno o fuori delle parrocchie. Per esempio vi invito a leggere il "decreto sicurezza" varato dal nostro governo pieno di ministri "cattolici"; non potrete non convenire che è l'antitesi del vangelo. Provate a fermare per strada qualche extracomunitario (magari quelli che sono fuori ai supermercati) e a chiedere un pò della sua esperienza e di come abbia rischiato di morire venendo in Italia o di essere mandato a morire in Libia con la benedizione sempre dello stesso governo cattolico. Vi invito a documentarvi sulla situazione di schiavitù che la nostra civile società sopratutto in Puglia, nei campi dei pomodori, ha ripristinato, costringendo a farci vivere questi nostri "ultimi". Questo solo per fare alcuni esempi ma per dirla sinteticamente ci sarebbe bisogno di ripartire con coraggio, ricominciando ad occuparci dei problemi della gente e non delle strutture senza far sconti a nessuno a prescindere dal colore politico del momento, consapevoli che dire la verità a volte può essere doloroso e può crearci dei nemici (come è successo a Don Tonino) ma questo non può fermarci sopratutto se siamo convinti di voler far continuare a vivere Don Tonino e non solo celebrarlo.

premetto:ero tra i presenti al musical... e assolutamente in disaccordo con tutto ciò che è stato scritto. 1)La pubblicità è stata fatta (dei manifesti x tutta la città alcuni sono ancora visibili,a cui si aggiungono quelli in tutte le parrocchie, gli inviti alle autorità,ai parroci,alle associazioni tutte. 2) la partecipazione sarà anche stata scarsa, ma son dell'idea che chi ha perso qualcosa è chi non ha partecipato...pochi ma buoni!!! 3) l'amore per don Tonino, e l'aver imparato qualcosa da lui non si manifestano attraverso la partecipazione ad un musical, altrimenti (vedendo le 2 serate strapiene dello spettacolo precenente su don Tonino)saremmo una città di santi!!! 4)la Chiesa è fatta di uomini comuni, non di gente perfetta che non sbaglia mai...ma un po' di coerenza al Vangelo non guasterebbe, soprattutto all'interno delle associazioni (a partire dall'AC!!!) 5)il "limite del buon gusto" non lo si supera scrivendo un musical, dopo che si è stati fortemete colpiti dagli scritti di don Tonino, e dopo uno studio dettagliato della sua vita..."beati coloro che pur non vedendo, crederanno"...il limite lo si supera quando si montano le docce gelide e all'aperto(alle spalle della gelateria lena)per i venditori ambulanti venuti in città per la festa della mad. dei martiri...o quando si sprecano miliardi nel carnevale togliendoli ai fondi per gli indigenti,o si fa propaganda politica sfruttando l'immagine di don Tonino, inventandosi tutti sui grandi amici... 6) vincenzo, forse non hai letto lo spazio dedicato al Centro d'Accoglienza su questo giornale nello scorso mese, altrimenti te ne guarderesti bene dall'usare il termine "vergogna"...piuttosto,che fine ha fatto secondo te? 7) don Tonino amava la nostra Mad.dei Martiri, perchè amava Maria,madre di Dio,non di certo per le luminarie,i vestiti a festa,giostre,bancarelle, giovani ubriachi fino all'alba...ma soffriva per quanti( ambulanti stranieri soprattutto) finita la festa, e a luci spente per 3 giorni erano costretti a dormire in macchina, o sul ciglio del marciapiedi per non "perdere il posto",senza servizi igienici adeguati...costretti a pagare un "posto" per la bancarella esorbitante per chi guadagna il necessario per comprarsi un panino...guardateli negli occhi questi giorni, i nostri "fratelli marocchini"...don Tonino ha seminato tanto, ma noi abbiamo raccolto molto poco...
Peccato vedere un'occasione di confronto trasformarsi in scambio di accuse e, peggio ancora, pretesto per spettegolare su argomenti che niente hanno a che fare con l'origine della discussione… A mio parere la mancata partecipazione al musical può avere varie motivazioni, in primis il fatto che la compagnia organizzatrice provenisse da San Marco in Lamis ed essendo quindi estranea e sconosciuta nel nostro ambiente non ha potuto usufruire del “passa-parola” che di solito si verifica quando ad esibirsi sono parenti, amici o conoscenti. Non dimentichiamo, inoltre, che don Tonino è stato protagonista celebrato in diversi altri spettacoli che hanno visto una grande partecipazione di pubblico, uno dei quali nella stessa stagione corrente e nello stesso anfiteatro… so per certo che molte persone pensavano che quest'ultimo ne fosse una replica… In ogni caso, a me il recital è piaciuto (io ero fra i pochi presenti e anch'io mi sono rammaricata per la scarsa affluenza di pubblico, non foss'altro per l'impegno profuso da tutta la compagnia) e non ritengo scandaloso utilizzare il linguaggio dell'arte o qualsiasi altro linguaggio possa servire a comunicare un messaggio o a far meglio conoscere un personaggio. Certo non si può misurare dalla quantità di pubblico presente agli spettacoli o alle memorie celebrative il permanere dell'insegnamento di don Tonino nel cuore e nella vita della sua comunità… Purtroppo è destino di tutti i grandi santi quello di sollevare bufere benefiche e purificatrici al loro passaggio e, col passare del tempo, vederne diminuirne poco a poco gli effetti, essere strumentalizzati da tutti coloro che li “tirano” da una parte all'altra per i propri fini personali e, spesso, essere ridotti a gadget da commercializzare… Senza nulla togliere, ovviamente, a tutti coloro, e spero siano tanti, che la testimonianza del “personaggio” continuano a viverla nella propria vita…

Gentile Signora Iacono, ma lei è cattolica? Attenzione, non valgono risposte del tipo "sì, sono cattolica, ma a modo mio, mica la domenica è necessario andare a Messa e fare la comunione!". Scrivo perchè intravedo nel suo intervento un'incoerenza di fondo. Noi cattolici dovremmo essere "nel mondo ma non del mondo" (cfr. Lettera a Diogneto), e lo siamo nel momento in cui utilizziamo dei linguaggi al passo coi tempi per adempiere al fine ultimo della Chiesa nel mondo, ovvero quello dell'evangelizzazione: ebbene, se l'annuncio del Vangelo non passa per l'utilizzo dei linguaggi del nostro tempo, in che maniera pretendiamo che venga colto? Sbaglio o il giorno della Pentecoste lo Spirito Santo diede agli apostoli il dono delle lingue, in modo che potessero annunciare la Buona Notizia al mondo intero? L'altra osservazione che vorrei fare è quella della misura dell'evangelizzazione. E' PERSONAGGIO di Don Tonino o il MESSAGGIO di Don Tonino che deve far breccia nei nostri cuori? Lei si scandalizza (con dei modi audiencecratici, decisamente "del mondo") per la scarsa affluenza all'ennesimo musical su Don Tonino: utilizzando lo stesso metro, potrei farle presente il successo che riscosse nell'estate del 2003 il musical "La Lampara", organizzato dall'Azione Cattolica diocesana. Ma così come si scandalizza per il mancato successo di un musical, perchè non gioisce per, mi si passi il termine, il "parco presbiteri" che, seminaristi negli anni Ottanta, Don Tonino ha saputo formare e che tante diocesi ci invidiano? Perchè non gioisce per l'operato del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile, che persevera nella sua missione di annuncio con formule inventate dal nulla da Don Tonino (vedi gli incontri di Quaresima Giovani seguiti dalla celebrazione diocesana della Giornata della Gioventù) e sempre vincenti? Lo sa che l'Azione Cattolica della nostra diocesi ha lo stesso numero di Giovani (dai 15 ai 30 anni) iscritti di quella della diocesi di Milano (che ha una popolazione grande almeno 20 volte più della nostra)? La invito, insomma, a ricalibrare, se non a sostituire, i mezzi con cui misura la "presa" del messaggio di Don Tonino nella nostra diocesi. Il MESSAGGIO, non il PERSONAGGIO.
Gentile sig.ra Iacono, la sua lettera su don Tonino mi lascia a dir poco allibita. Come può affermare che la mancata partecipazione ad un musical si traduca in un "rinunciare a vivere il miracolo della fede" e "arretrare l'approfondimento e il confronto comunitario" intorno ad una figura che dire straordinaria è dire poco? Scusi, se glielo chiedo ma lei don Tonino l'hai mai conosciuto personalmente? Non condivido affatto quanto scrive perchè non è la scarsa partecipazione ad un musical il metro di valutazione col quale misurare l'affetto o il ricordo. Io, personalmente ho preso parte solo ad un musical su di lui come non ho partecipato al musical su Madre Teresa o su Papa Giovanni Paolo II e allora? Non vi ho partecipato e credo che non lo farò neanche in seguito perchè don Tonino non lo si può raccontare in un musical, non lo si può circoscrivere in un musical, non lo si può "utilizzare" quando ci fa più comodo servendoci di sue citazioni e modi di dire. Don Tonino non è e non sarà mai questo per chi lo ha amato e conosciuto profondamente. E' facile scaricare sulla Chiesa e sui sacerdoti colpe di cui forse, siamo tutti un po' responsabili eppure le assicuro che c'è un oceano sotterraneo di miracoli, di educatori, di sacerdoti, di formatori, di giovani impegnati che don Tonino se lo portano nel cuore e lo sentono vicino ora come non mai, perchè cara signora Iacono, forse lei non sa che il passare degli anni anzichè sbiadire i ricordi li definisce ancora di più e li rende tesori preziosi. E di gente che don Tonino non lo dimenticherà mai, a Molfetta ce n'è tanta anche se...non partecipa ai musical.


Condivido quanto scrive mariella jacono al di la del recital e della scarsa platea dovuta forse anche al periodo estivo, ad una informazione non sempre brillante degli eventi o anche solo al fatto che la formula dello spettacolo può non piacere.Sul resto penso che sia proprio come dice lei. la chiesa, "la basilica maggiore", non ci ha messo molto a dimenticare don tonino e soprattutto a farlo dimenticare a chi, tantissimi, pur conservano la sua immagine in casa... se consideriamo il tenore delle nomine dopo don tonino ci rendiamo conto della normalizzazione avviata e portata con successo a termine.Prelati che in questa città sono in prima fila quando si tratta di fare una benedizione, porre la prima pietra, inaugurare qualcosa e che sono assenti quando si tratta di dire o fare qualcosa che riesca a scuotere le coscienze di quella basilica minore ormai abbandonata a se stessa e senza riferimenti, testimoni, valide testimonianze non necessariamente di fede ma valoriali. don tonino è stato un prete scomodo, come lo era il suo messaggio, e quello che accade oggi è che solo privatamente, nel proprio picolo, con i propri limiti, c'è ancora qualcuno, pochi o tanti non lo so, che si sforzano di vivere la quotidianità della propria esistenza ancorandola al messaggio coraggioso ma difficile da seguire o addirittura emulare di don tonino. esattamente l'opposto di quanto lui stesso predicava invitando tutti, fedeli e cittadini, a esercitare il loro ruolo di attori della società a viso aperto, anche andando controcorrente pur di costruire una società migliore. Ma qui le responsabilità di aver trasformato don tonino in un santino da conservare è anche di chi, noi tutti, abbiamo permesso tutto ciò. che fine hanno fatto la scuola di pace e la casa della pace? chiuse ormai.non voglio colpevolizzare chi ne ha retto le sorti finchè ha potuto ma tant'è. resta la consapevolezza che il messaggio di don tonino è forte in ogni parte del nostro paese e soprattutto in quelle zone in cui lo hanno conosciuto solo dopo la sua morte. qui da noi rischia di rimanere il solo santino e la cronaca sulla sua beatificazione e chissà santificazione...poca cosa. Eppure avremmo tanto bisogno del suo messaggio in una città in cui arrossire di vergogna per i propri "peccati"/mancanze è solo una sbiadita illusione, perchè tutto è concesso e a noi tutti va bene così, abituati come siamo a non sentirci attori del cambiamento!





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