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Don Tonino Bello: se ne parlerà in un convegno in Venezuela Inziativa a cura di Agostino Picicco e Francesco Lenoci dell'Associazione Regionale Pugliesi di Milano
19 luglio 2008

MOLFETTA - Convegno in Venezuela sulla figura del vescovo don Tonino Bello. L'iniziativa è di Agostino Picicco e Francesco Lenoci dell'Associazione Regionale Pugliesi – Milano, che hanno inviato a “Quindici” un loro scritto che vi proponiamo. Il 20 aprile 1995, il Cardinale Carlo Maria Martini, ricordando don Tonino Bello (Alessano 1935 – Molfetta 1993), scrisse: “A distanza di anni Monsignor Bello continua a costituire un luminoso esempio di vita evangelica e di testimonianza missionaria. . . Don Tonino proclamò il Vangelo perché lo viveva in prima persona; fu fedele alla Chiesa perché la contemplava quale corpo di Cristo; si faceva prossimo a tutti e a ciascuno nella carità perché si era lasciato completamente conquistare dall'amore di Gesù figlio del Padre e rivelatore della vita trinitaria”. Del compianto Vescovo di Molfetta Monsignor Antonio Bello (per tutti don Tonino) in tante chiese pugliesi e del resto del mondo a fine ottobre 2007 è stato ricordato il venticinquesimo anniversario di consacrazione episcopale e l'8 dicembre il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. A coronamento di questi importanti anniversari c'è stato l'annuncio, in data 21 dicembre 2007, da parte del Vescovo Luigi Martella del “nulla osta” da parte della Congregazione delle cause dei santi a iniziare l'iter per la causa di beatificazione. Nel mese di aprile 2008 sono stati nominati i componenti del tribunale ecclesiastico. Un dato di fatto… sono tantissimi coloro che si augurano di vivere abbastanza… per essere presenti il giorno della proclamazione ufficiale a Santo di don Tonino Bello. E non si tratta solo di un modo di allungarsi la vita, ma del bisogno di rendere omaggio al citato Grande Dono che il Padreterno ha fatto alla Puglia e al mondo intero. Per don Tonino “Vivere insieme, alla sequela di Cristo, sul passo degli ultimi” non è stato uno slogan, ma il modo concreto di vivere il suo ministero episcopale condividendo, anzi incarnando, i problemi, le angosce, le speranze della gente, trasformando la cultura attraverso un dialogo franco e senza paure, facendo in modo che l'annuncio profetico dell'amore ai poveri e agli umili diventasse realtà. Per lui essere Chiesa significava “Praticare accoglienza. Portare gli uni i pesi degli altri. Esprimere simpatia per gli ultimi, compassione per i sofferenti, schieramento con gli oppressi, compagnia con i lontani, attenzione per i problemi planetari”. Don Tonino ha esercitato senza soste la sua capacità di vedere frammenti di bene ovunque, evidenziando in ogni realtà, contesto e situazione… germi di speranza, bagliori di novità, motivi di maggior impegno. Ha considerato la promozione umana come parte integrante dell'evangelizzazione. Secondo don Tonino i gravi problemi del Meridione, o del Sud del mondo in generale, non vanno risolti con l'assistenzialismo, ma stimolando tutti, soprattutto i giovani, a essere protagonisti del loro futuro e del loro sviluppo. Lo stile di pellegrino con il quale il Vescovo si recava dagli emigranti è descritto in una lettera del 21 novembre 1987: “Verrò da povero a poveri. Senza apparati, senza clamore, con tanta fraterna solidarietà. Verrò a portarvi solo un segno d'amore della vostra Chiesa d'origine, ma anche l'assicurazione che nei Molfettesi sta crescendo la coscienza di quanto grande sia divenuto il loro prestigio nel mondo proprio grazie al vostro impegno umano e sociale. Ma verrò, soprattutto, a prendere. A prendere un frammento dei valori nei quali voi continuate a credere e che da noi forse si stanno malinconicamente logorando: la speranza, la centralità dell'uomo, la pace che nasce dalla giustizia, la solidarietà con i poveri e i sofferenti, una diversa qualità della vita”. Sempre disponibile al primo passo e all'accoglienza, don Tonino aveva visitato personalmente i suoi diocesani residenti in Australia (ottobre 1983), Argentina (ottobre 1985), Stati Uniti d'America (agosto 1986) e Venezuela (luglio 1988). In particolare, le tappe del viaggio in Venezuela furono: Caracas, Isola Margarita, Valencia, Puerto Cabello, Chichiriviche, Barquisimeto e Maracaibo. Testimonia l'ingegner Vito Lazzaro, allora presidente dell'Associazione Pugliese di Caracas, che nella capitale del Venezuela l'incontro si svolse nel salone della Chiesa Madonna di Pompei, gestita dai Padri Scalabriniani. Ed è proprio a Vito Lazzaro, attualmente membro del Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo e residente a Caracas, che ci siamo rivolti per avere supporto logistico ai fini dell'organizzazione di un convegno che consenta di parlare di don Tonino Bello nei luoghi da lui visitati 20 anni fa, con l'unico intento di far nuovamente riecheggiare le sue meravigliose richieste: “Donaci Signore la grazia dello stupore; restituiscici il gusto delle esperienze che salvano; non risparmiarci la gioia degli incontri decisivi che abbiano il sapore della prima volta”. Agostino Picicco Francesco Lenoci Associazione Regionale Pugliesi – Milano
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Non so cosa mi succede,quando si parla e si scrive di Don Tonino Bello,io che non ho conosciuto quest'UOMO,non riesco a capacitarmi della sua prematura scomparsa.Dico scomparsa come se si fosse allontanato dalla città tanto amata e da cui aveva ricevuto,così diceva, "un'arricchimento culturale" e con la stessa città si sentiva nel principio "ut unum sint".Don Tonino amava Molfetta e ne rispettava la storia.Mi chiedo cosa avrebbe detto e quali sarebbero state le sue decisioni in merito a quanto sta accadendo in questi anni.Cittadini dai turpiloqui a dir poco ortodossi contro la città tutta, cittadini di tutte le età votati al vandalismo più sfrenato senza possibilità alcuna di risentimento e una classe politica inerme e distratta da argomenti forse più di parte e spettacolari.Molfetta non è questa.Molfetta è quella che vedeva Don Tonino..."bella non soltanto per le sue catteristiche più alte di cultura,ma anche per la bontà della gente". Molfetta ingrata,ingiusta e....puttana.La figura di Don Tonino si ingigantisce sempre più,da est a ovest,da nord a sud del globo,mentre Molfetta affoga sempre più nelle sue controversie discusse e mai risolte.Abbiamo chiamato il nostro ospedale "DON TONINO BELLO",vogliamo fare di Molfetta la città di Don Tonino? Allora su,cominciamo da domani:raccogliamo i rifiuti nei cassonetti senza disperderli per strada,portiamo in giro i nostri amici animali con museruole e attrezzature per raccogliere eventuali e naturali rifiuti,educhiamo i nostri figli e nipoti a rispettare la città,le strade,gli alberi,i giardini,le persone tutte,anziani e giovani,i diversamente abili,i più deboli e le proprietà altrui.I politici e gli amministratori facciano la loro parte sanzionando severamente i trasgressori,senza la paura di perdere qualche voto alle prossime elezioni, lontane.Facciamo di Molfetta,la città di DON TONINO BELLO.
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