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“Don Francesco, un sacerdote che si è consumato per Cristo e il suo popolo”
15 febbraio 2022

La nostra esperienza con don Francesco, per quanto intensa durante il suo parrocato presso la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, è divenuta esaltante durante il periodo che lo ha visto custode della Cappellina dell’Adorazione. Tante, in quel periodo, le visite presso la cappellina. Si raccontava sia come primo parroco della chiesa di San Bernardino, che come assistente dell’Arciconfraternita della Morte “dal Sacco Nero”. “Non era certo un riferimento al passato – diceva – ma era uno stimolo a migliorare alla luce delle esperienze vissute”. Ci era vicino spiritualmente ma ancor di più come persona. Voleva diventassimo uomini, cittadini sempre attenti al mondo; d’altronde ci ha insegnato a leggere il suo quotidiano “Avvenire”, con quella lucidità mentale che lo ha sempre contraddistinto. Era costantemente alla ricerca della verità dei fatti. Ci ha insegnato a non farci mai sottomettere dai poteri forti, dalla politica con la “p minuscola” che spesso soggioga i cittadini; e a pensare con la testa di laici cattolici, testimoni di una fede grande e bella, ma pur sempre impegnativa. Ciò che più ci emoziona oggi, è ricordare le visite presso la sua casa, una casa accogliente e sempre aperta come era la sua persona, attenta e dedita all’ascolto. Il caffè, poi, non mancava mai e doveva essere bollente. La sua presenza non è mai mancata, neanche durante il periodo della pandemia. Era così attento al gruppo adulti di Azione Cattolica della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, e con determinazione ha imparato a collegarsi tramite la piattaforma Zoom per formarsi e per formarci; come se noi fossimo gli alunni in didattica a distanza. Lo faceva anche per essere vicino ai suoi confratelli e al Vescovo durante gli esercizi spirituali. È passato dalla sua vecchia macchina da scrivere al pc portatile, dove scriveva messaggi di auguri per matrimoni, battesimi, ordinazioni sacerdotali e diaconali. Aveva sempre voglia di imparare e di aggiornarsi. La sua formazione veniva da lontano… in primis dalla sua famiglia cattolica. La madre, prima presidente dell’associazione dei poveri del venerabile don Grittani e il padre, attento al culto del Santissimo Sacramento attraverso l’omonima confraternita della parrocchia; passando attraverso l’esperienza robusta del seminario maggiore. Per non dimenticare le esperienze dei campi estivi con i giovani, dove si imparava a vivere la quotidianità anche nelle piccole faccende. Gli stessi giovani che numerosi riempivano “la strada della Prenatal” nel tratto di strada tra via Quintino Sella e Corso Umberto. E c’è di più! Ogni mattina ci inviava un contributo che riceveva da un suo confratello; il Vangelo del giorno attraverso la chat di Whatsapp che aveva imparato ad usare con attenzione e parsimonia. Perché diceva che non dovevamo passare molto tempo sui social, ma utilizzarli con attenzione e a servizio dell’uomo. È stato un sacerdote che si è consumato per Cristo e per il suo popolo. Fino all’ultimo giorno ha celebrato nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, puntuale alle otto del mattino, e guai se non faceva una passeggiata per le strade del quartiere. Era il suo modo per dimostrare l’attenzione al territorio e alle sue problematiche. Non potremo mai dimenticare il nostro ultimo giorno in sua compagnia: il 14 gennaio 2022; quando ci ha permesso, insieme alla sorella Chiara e ai suoi familiari, che non ci stancheremo mai di ringraziare, di essergli vicino come fossimo ancora in parrocchia, lui seduto vicino al tabernacolo a pregare e noi ragazzi che cercavamo di imitarlo nella preghiera del breviario. Lo vogliamo ricordare con quel suo dito indice bello grande, rivolto verso il tabernacolo a indicarci la strada giusta da percorrere. Francesco Tedesco Carlo Gadaleta © Riproduzione riservata

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