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Dizionario semiserio della crisi
15 ottobre 1999

Abbiamo ritenuto davvero indispensabile, per la migliore comprensione da parte di tutti, delle dinamiche che hanno portato a questa, per certi versi incomprensibile, crisi, fornire un “piccolo dizionario semiserio” delle espressioni, dei neologismi e delle metafore maggiormente utilizzate dai protagonisti dei nostri Palazzi, che spesso pare ce la mettano proprio tutta per allontanare i cittadini dalla politica, la quale sempre più appare illogica, stravagante e mutevole. Crediamo così di poter fare servizio utile nel riepilogare alcuni tra i termini maggiormente ascoltati in questi giorni grazie ai quali, per le multiforme logiche della semantica e della retorica, si dice qualcosa, intendendone un’altra, si esplicita un concetto, ingarbugliandone mille altri, o (per gli amanti delle carte e del tressette) “si chiama bastoni, e si risponde a coppe”. Non vogliamo certo scomodare il glorioso Zingarelli o imitare il Gabrielli, lungi da noi una pretesa tanto assurda, ma solo riepilogare, in maniera rapida, un campionario, spesso anche fantasioso, di “terminologia politica”. Il criterio da noi seguito sarà rigidamente alfabetico, sebbene avremmo voluto fare una nostra personale classifica per l’originalità delle espressioni. Azzeramento: per la migliore comprensione di questo termine si richiede una particolare attenzione nella pronuncia, che deve essere di stampo germanico, in stile nazista, ponendo maggiore accento sulle consonanti, magari accompagnando il tutto con un plateale saluto romano. Questa espressione non può che rievocare, infatti, la “soluzione finale” prospettata qualche anno fa da eminenti cervelloni tedeschi. In sostanza si richiede in questo modo la rimozione di tutti gli assessori, e di tutte le cariche amministrative. A quanto pare non sembra si voglia ricorrere alle camere a gas per gli attuali amministratori, ma solo rimandarli, docilmente, alle loro precedenti occupazioni. In fondo, si sa: “Arbeit match frei” (Il lavoro rende liberi). Campagna acquisti o calcio-mercato: espressione utilizzata da una esponente autorevole dell’opposizione di centro-destra, per indicare i tentativi che ella ritiene si stiano portando avanti, per convincere alcuni consiglieri comunali di minoranza ad appoggiare l’attuale amministrazione. Lodevole davvero il riferimento sportivo a testimonianza del fatto che ormai il calcio non può più essere considerato prerogativa esclusiva degli uomini. Ma i prezzi dell’ultimo calcio-mercato sono davvero volati alle stelle (vedi il caso-Vieri), speriamo che, per questo ipotetico “mercato di riparazione”, non ci si attesti sugli stessi livelli. Crisi: è ormai acclarato che di questo si tratta. Ma non si può certo pensare di ricorrere ad una seduta di psicoterapia di gruppo per risolvere una diffusa instabilità mentale. Non di fronte ad uno stato di perturbazione nell’equilibrio psichico di alcuni soggetti, ci troviamo, ma solo a difficoltà nella gestione dei rapporti politici e forse anche personali. Certo nel vocabolario cinese con il termine “crisi” si intende anche “opportunità”: e sicuramente una opportunità, allo stato attuale, alla stessa coalizione di centrosinistra, si pone; tutto sta a capire fino a che punto convenga alla città. Intelligentibus pauca. Occupazione: il vero “coup de teatre” dell’ultimo consiglio comunale. L’occupazione dell’Aula consiliare da parte dei componenti della minoranza per protestare contro l’ulteriore rinvio, è stata la trovata che ha riallegrato gli animi dei tanti cittadini presenti per assistere alla discussione ma rimasti delusi per il tanto tempo di attesa cui è seguito il “nulla di fatto”. Una “genialata” che entrerà nella storia della politica molfettese. Ormai credevamo che le occupazioni, passati gli “autunni caldi”, fossero prerogativa degli studenti (ma solo fino a S. Nicola). Nessuno si aspettava di vedere anche esponenti di Forza Italia pronti a prendere il sacco a pelo e passare la notte a suonare la chitarra e a “fumare”. Ma purtroppo non si sono spinti fino a tanto, e, andate via le telecamere che avevano offerto la inaspettata possibilità di apparire nelle case dei molfettesi e di fare gratis un comizio pre-elettorale (visto che si era in clima), anche gli occupanti, al suono di “Curre Curre Guagliò”, inno storico dei centri sociali d’Italia, hanno abbandonato il fortino. Rimpasto: “dalla ricetta della nonnina: zucchero, latte e un po’ di farina”. Pare sia stata questa la richiesta di rimpasto formulata durante una delle più accese riunioni di maggioranza, da alcuni leader nostrani. Il problema si è posto sulle dosi dei vari ingredienti: troppo zucchero ha dato fastidio ad alcuni. Verifica: o anche definita “verdifica”, per le pressanti richieste formulate in tal senso dal movimento ambientalista, così come sottolineato dallo stesso coordinatore locale dei Verdi, Pino Amato nell’intervista che pubblichiamo, nella quale spiega la necessità di “verdificare” i presupposti dello stare insieme della coalizione di centrosinistra. Visibilità: come direbbero gli inglesi “last but not least”, il vero termine principe di tutte le crisi politiche. Evidentemente sono in molti coloro che, potendo vantare “attributi” fuori dal comune, di sproporzionata rilevanza, e colti da irrefrenabile impulso di esibizionismo, intendono mostrare le loro potenzialità. La città spera, come accade in questi casi, di non dover, poi, rimanere delusa. Si sa, “l’ansia della prestazione” fa brutti scherzi. Giulio Calvani
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