Da Piazza Paradiso a Piazza Gestemani
Dicono che si tratti di un fulgido esempio di “progettazione partecipata”. Dicono che sia il frutto di un lungo ed approfondito lavoro di confronto tra i tecnici comunali ed i rappresentanti del “comitato di quartiere”. Dicono che sia un esempio da emulare.
Sarà, ma di certo non può dirsi che il nuovo look di Piazza Paradiso incontri il favore di tutti i molfettesi. Anzi, a guardare le facce perplesse di chi vi passa quotidianamente sembrerebbe proprio che quella piazza, così come l'hanno ridotta (e come dovrebbe apparire tra poche settimane quando sarà ultimata ed inaugurata in pompa magna…a pochi mesi dalle elezioni!), non piaccia proprio. Sarà colpa di quegli ulivi che la perimetrano tutta e che, se potessero parlare, si chiederebbero sconsolati: “che ci facciamo noi qui, trattati come pezzi di arredamento? Non stavamo meglio dove ora sorge un gigantesco parcheggio per il solito centro commerciale?”.
O sarà colpa di quei lampioni così neri e bassi, tanto simili alle illuminazioni che si ritrovano in certi tetri viali cimiteriali.
O forse sarà semplicemente per le tante aspettative che, legittimamente, in molti nutrivano per la riqualificazione di una piazza da tempo dimenticata e marginale per la nostra città, aspettative che pare proprio andranno deluse.
Sarà per tutte queste ragioni o per mille altre ancora, ma di certo questa piazza non piace. E sì che ne è passato di tempo a discutere di cosa farne: parcheggio interrato, centro commerciale all'aperto, parco attrezzato per i bambini. Alla fine la soluzione adottata è un mediocre compromesso che scontenta tutti. Il senso di quegli ulivi? “E' un modo – spiegano alcuni membri del comitato di quartiere – di rievocare il valore storico di questa piazza dove fino a qualche anno fa gli agricoltori locali si ritrovavano per cercare di trovare lavoro nei campi, magari solo per una giornata”. Lodevole tentativo, non c'è che dire, ma la realizzazione non è poi una gran cosa.
Sia chiaro, il nostro è il giudizio estetico di un semplice cittadino e come tale può essere assolutamente opinabile. Siamo ben consapevoli del fatto che quando si prova a mettere mani alla riqualificazione di una piazza, ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che il risultato non è esaltante, ma qualcosa vorrà pur dire se il giudizio dei tanti che quotidianamente passano da lì è pressochè unanime. Tanto che, addirittura, qualcuno rimpiange la vecchia e sgangherata piazza utilizzata come parcheggio per soste più o meno lunghe: “Almeno si poteva lasciare la macchina ed andare a fare spese, ora invece non sarà più possibile, per colpa di quegli ulivi” ci dice un signore anziano. E questa ci sembra la più severa bocciatura per quella che voleva essere una riqualificazione.
Giu. Cal.