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Da Molfetta a Londra, avventure ed esperienze editoriali e non: Elisabetta Minervini alla Fidapa
25 agosto 2015

MOLFETTA - La rassegna "Tesori di Puglia" - promossa dalla Fidapa sezione di Molfetta - non poteva che concludersi con una delle massime rappresentanti dell’eccellenza e della qualità, tutte made in Puglia. Si tratta della dott.ssa Elisabetta Minervini, intervistata da “Quindici” nel giugno 2005 e protagonista di una serata coinvolgente ed affascinante svoltasi nell’ottocentesca location di villa Eucaliptus di proprietà di Nanda Amato, storica affiliata dell’associazione. A dialogare con lei sul tema “Da Molfetta a Londra, avventure ed esperienze editoriali e non” è stata la giornalista di “Repubblica” nonché sceneggiatrice e selezionatrice della 67ª e 68ª Mostra di Venezia, Antonella Gaeta (nella foto con Elisabetta).

Un sodalizio nato per caso quando la Gaeta, in qualità di Presidente dell’Apulia Film Commission, scoprì che dietro il grande successo della pellicola "La teoria del tutto" - premiata con l'oscar 2015 per il miglior attore protagonista – c’era stata la geniale intuizione della Minervini attraverso la pubblicazione della musa ispiratrice di tale grande successo cinematografico, ovvero il libro “Verso l’infinito” di Jane Hawking. Un grande riconoscimento per la nostra concittadina che ha dovuto costruirsi la sua brillante carriera con sacrificio, audacia, ingegno e – per sua stessa ammissione – una bella dose di fortuna.
Ripercorrendo la sua storia, dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere conseguita presso l’Università “La Sapienza” di Roma, giovanissima lascia la sua Molfetta e il lavoro di insegnante che le va ormai troppo stretto per una donna come lei dalle così larghe vedute e con una profonda semplicità mista a grande intelligenza. Dunque ben presto si trasferisce insieme al marito a Londra, supportata dai consigli di un’amica che gestiva lì una agenzia di traduzioni. Grazie a questo tramite, cominciano entrambi ad affacciarsi sul mercato dell’editoria e del commercio librario, lavorando rispettivamente per una casa editrice e per una grande libreria finchè non inizia a farsi strada l’idea di far conoscere al mercato anglosassone i classici della Letteratura mondiale, puntando sulla qualità dei testi e prendendo spunto dalle più grandi case editrici del nostro paese. Così di lì a poco costituiscono col sostegno di un editore svizzero, la casa editrice  “Hesperus press”.
Un successo incredibile e per certi versi quasi inaspettato considerata la scarsa inclinazione del mercato inglese sin a quel momento verso la produzione libraria dedicata alle traduzioni. Un exploit fenomenale tanto che il “Time”, prestigiosa rivista inglese, paragonò l’“Hesperus press” ad una borsa di Prada, preziosa e non a caso di fabbricazione tutta italiana. L’obiettivo era offrire dei testi belli, perfettamente curati in ogni dettaglio e corredati spesso da introduzioni di grandi della Letteratura contemporanea come Umberto Eco o Doris Lessing. Ma come tutte le cose belle anche questo sodalizio volse ben presto al capolinea per una incompatibilità di vedute con l’editore. Così Elisabetta Minervini e suo marito Alessandro Gallenzi si rimboccarono le maniche reduci da un’esperienza che li aveva professionalmente fortificati tanto da acquisire credibilità e rispettabilità nel mercato librario inglese.
Sembrò – come lei stessa racconta ad Antonella Gaeta e al suo pubblico – un salto nel vuoto ma subito la paura lasciò spazio alla creatività e alla voglia di ricreare qualcosa di bello che potesse catturare l’attenzione dei lettori. È con questa prerogativa che fondarono nel 2005 la casa Editrice “Alma Books”, fucina di libri che sono diventati dei casi editoriali per il numero di copie vendute e perché legati a produzioni televisive e cinematografiche. Con una linea editoriale ispirata alla ricerca di autori originali e alla scoperta di belle storie, questa casa editrice rappresenta oggi una solida realtà imprenditoriale che accompagna gli scrittori passo dopo passo, capitolo dopo capitolo verso il miglioramento e l’efficacia delle loro personali produzioni. D’altronde – come ha ricordato la Minervini – il successo di un testo dipende tanto dal contenuto quanto dal giusto editore che lo sappia prima di tutto comprendere e apprezzare e poi promuovere. Durante la serata la Gaeta ha interrogato la Minervini sulla questione della digitalizzazione che ha pervaso anche il mercato librario, restituendo alla platea un ottimo spunto di riflessione.
Difatti – come ha affermato l’imprenditrice molfettese – non bisogna demonizzare i mezzi tecnologici che ormai ci circondano in ogni dove ma piuttosto farne un uso intelligente, fermo restando – a parer suo ma forse più in generale di chiunque abbia mai assaporato il piacere di sfogliare un libro e annusarne l’odore – che un e-book non potrà mai sostituire un libro cartaceo per tanti e tanti aspetti.

La serata, presentata dalla presidente della Fidapa Angela Alessandrini, è stata incorniciata dalle dolci note della sedicenne Smilla Basciani che con la sua Arpa celtica ha allietato il pubblico presente. La giovane musicista si è esibita in molte edizioni di Arpissima e ha collaborato con l’orchestra di sole arpe Pugliarpe.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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