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Da mercati a piazze, una vocazione antica Progetti di trasformazione di San Michele, Principe di Napoli e Mentana
15 novembre 1999

di Lella Salvemini Divenuta ormai una realtà la nuova struttura mercato dell’ex mattatoio si pensa alla sistemazione delle tre piazze lasciate libere dal trasferimento delle bancarelle: San Michele, Principe di Napoli e Mentana. L’amministrazione comunale ha deciso di non affidare la scelta delle nuove destinazioni ad un singolo progettista, ma di avvalersi di due partner d’eccezione: i bambini di due classi della scuola elementare “Manzoni” e i futuri ingegneri del corso di Progettazione urbanistica tenuto dal prof. Selicato presso il politecnico di Bari. Il recupero e la riqualificazione di questi spazi si presenta come operazione delicata. Motivi igienici e di ordine pubblico hanno reso indispensabile l’allontanamento delle attività commerciali, ma prospettato anche il rischio una nuova Piazza Paradiso, cioè di vedere le piazze abbandonate e vuote, come morte. Ritorno alle origini Per evitare questo pericolo gli studenti del corso di Progettazione urbanistica, che hanno agito nell’ambito di un protocollo di intesa siglato da Politecnico e Comune nel 1996, hanno condotto delle ricerche sulla documentazione storica d’archivio relativa al contesto edilizio e urbano dei luoghi, scoprendo che, almeno per quanto riguarda Piazza Mentana e Piazza Principe di Napoli, la loro destinazione originaria non è stata di luogo di mercato ma proprio quella di piazze, di spazi liberi in quartieri progettati in maniera abbastanza rigida e schematica. L’obiettivo principale è diventato così quello di farle ritornare all’uso per cui sono nate. Inserite in quartieri densamente popolati si tratta di farne un polo di aggregazione sociale, relazionato al contesto e soprattutto alle necessità della gente. A questo punto sono entrati in funzione i bambini che hanno espresso chiaramente le loro esigenze. La loro necessità è quella di spazi ricchi di verde, liberati per il gioco, per gli incontri all’aria aperta e al sicuro dal traffico. Piazza Mentana, giardino per bambini Da questa specifica esigenza nasce il progetto per Piazza Mentana, lasciata in pratica a disposizione dei bambini. Bambini che hanno bisogno di muoversi e di correre, per questo non è stato progettato il solito giardino, ma un’area attrezzata con giochi vari e degli spazi liberi per il calcetto e altre attività. E poi un filare di alberi, sistemati sul lato su cui si affaccia il fabbricato più alto e soprattutto più nuovo, quasi a creare una quinta che nasconda l’elemento meno in sintonia con il contesto. A ridurre i rischi, le strade che delimitano la piazza saranno rese pedonali o più sicure grazie a rallentatori del traffico. Per studiare queste soluzioni gli studenti di ingegneria hanno preso contatto anche con i progettisti del Piano del traffico, oltre che consultare gli archivi e avere colloqui informali con i residenti e i responsabili delle varie associazioni esistenti in questo e negli altri quartieri. Piazza San Michele, simbolo di integrazione Diverso il passato ed anche il presente di Piazza San Michele, uno spazio nato come una sorta d’area di risulta dalla costruzione del rione. L’indagine condotta sul posto, per conoscere le peculiarità della zona e creare una struttura che ad essa corrisponda, ha visto emergere l’alta concentrazione d’immigrati e fatto pensare ad una scelta che ne simboleggi l’integrazione. Quindi non solo spazio per il gioco, ma una sorta di passeggiata a cui si accederà da Piazza Annunziata attraverso un porticato di verde, fino ad uno scivolo con strutture che lasciano prefigurare gli scogli e ad una parte interrata che avrà un profilo che ricorda da un lato l’Albania e da un lato la Puglia, separate da una superficie colorata d’azzurro, che prefigura il mare e in cui potrà essere immessa dell’acqua. Piazza Principe di Napoli, salotto della città Ancora diversa la soluzione per Piazza Principe di Napoli, ripensata quasi come una dependance di Corso Umberto, un’appendice che ne allarghi l’utilizzazione di salotto della città. Sarà ampliata con il prolungamento del marciapiede fino al palazzo su cui attualmente sono sistemati un bar e una macelleria, sarà tolta la copertura di cemento e decorata con un filare d’alberi schierato lungo l’edificio della posta centrale e con una fontana monumentale al centro e panchine. Sarà rifatta la pavimentazione a partire da Corso Umberto, in maniera tale da creare una sorta di corsia preferenziale che porti verso questo spazio per il passeggio e la sosta. Come si vede tre progettazioni molto diverse, calate ognuna nel proprio contesto e rispondente ad esigenze variegate. L’ufficio tecnico, che comunque ha seguito e sostenuto questa fase preliminare di progettazione, si accinge ora ai computi metrici, alla sistemazione dei progetti in modo che si possa passare alle gare d’appalto. In bilancio per la riqualificazione di queste piazze vi sono solo 600 milioni, probabilmente bisognerà stanziarne altrettanti nel prossimo per portare a termine le opere. Un ultimo particolare, per nessuna delle tre piazze è stata pensata una recinzione. La motivazione è ovvia, se si tratta di rendere vivibili questi tre spazi e di metterli a disposizione degli abitanti è assurdo pensare ad un recinto che implicherebbe separazione e anche ad orari precisi d’utilizzo, ma l’esperienza fa temere che queste buone intenzioni potrebbero tradursi in degrado e atti di vandalismo. E’ sotto gli occhi di tutti quel che è accaduto ai giochi, pur di solido legno, di Piazza De Gasperi, rimessi a nuovo solo un anno fa. Gli abitanti del quartiere, e in particolare i genitori, chiedono che siano sostituiti e che la recinzione sia elevata, ma ha senso mettere i bambini in gabbia come gli animali allo zoo? E servirebbe davvero a tenere lontani i vandali? Ben venga dunque la riqualificazione di tre spazi importanti della città, tre aree di cui abbiamo bisogno per migliorare la vivibilità e questa volta non si potrà certo parlare, come per Piazza Municipio, di mancato coinvolgimento dei molfettesi e di dimenticanza di storia e tradizione, ma il resto debbono farlo i cittadini, che a pensare quel che potrebbe essere di giochi, alberi e dell’unificazione ideale fra Puglia e Albania, un po’ di timore viene di sicuro.
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