Crolla il tetto di un vecchio cantiere navale a Molfetta. Degrado e incuria. Il problema della sicurezza
La polizia locale ha recintato la zona. Silenzio dall'amministrazione comunale per un'area che non può essere lasciata all'incuiria
MOLFETTA – Alla fine il tetto è venuto giù, per fortuna senza danni a persone o cose.
Era abbandonato da tempo, all’incuria e al degrado quel capannone di via S. Domenico, che può raccontare la storia di un’epoca, quella fiorente dei cantieri navali, orgoglio di Molfetta, che il nostro Tommaso Gaudio, ha descritto con i suoi libri (editi da “Quindici”) sullo “scalo” e i cantieri navali.
Ma ormai vecchio e malandato è stato affidato all’usura del tempo e con gli anni, inevitabilmente è arrivato il momento di far parlare di nuovo di sé. Questa volta per un incidente, previsto e inevitabile: il crollo del tetto.
E’ intervenuta la polizia locale che ha recintato la zona, ma nulla di più. Nemmeno l’amministrazione comunale, abituata a diffondere comunicati celebrativi, attraverso l’ufficio propaganda del “ciambotto”, ha fatto sapere cosa intende fare di una zona, la Spiaggia Maddalena, per quanto riguarda la messa in sicurezza.
I progetti, le illusioni della rinascita o della trasformazione dell’area, lasciamoli all’esercitazione degli architetti e ai rendering commissionati dai politici (soldi sprecati) che immaginano le ipotesi più varie da una rinascita impossibile, perché questa la fa il mercato e una visione prospettica e programmatica anche economica che non c’è stata, fino a una utopistica trasformazione che richiede risorse che non ci sono. Le chiacchiere servono a una certa politica per sopravvivere e aumentare il consenso, ma questa volta l’assessore “cantiere perenne” impegnato in opere inutili e costose, non ha pensato di aprire un cantiere anche qui.
Un cantiere non inutile come gli altri, ma un cantiere necessario per mettere in sicurezza un’area a denso traffico automobilistico e pedonale nel centro della città.
Forse non rende in consenso, ma dimostra quella capacità di amministrare e di prevedere possibili incidenti, come si è verificato, ma l’assessore non ha tempo per queste cose, è impegnato a individuare i luoghi dove piantare nuovi alberi, pronti a seccare e ad essere sostituiti. In sostanza a “fare ammuina” come dicono i napoletani. Pazienza, questa è la classe politica e “dirigente” che Molfetta riesce ad esprimere. Ecco perché invece di parlare di risorgimento, dovremmo pensare anche al degrado su tanti fronti, che nessuno vuole vedere.
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