Crisi delle edicole anche a Molfetta: due chiusure dall'inizio dell'anno
La crisi dell’editoria sta travolgendo anche e soprattutto le edicole, strette tra il calo delle vendite dei giornali di carta e l’aumento dei costi di gestione. Negli ultimi dieci anni, in Italia, hanno chiuso 10mila edicole con oltre ventimila persone costrette a fare altro o a restare disoccupate. per le 30mila edicole rimaste sul territorio la sfida oggi è quella della modernizzazione, bisogna essere pronti a cambiare prima che altre serrande restino abbassate. Sul come rivitalizzare le edicole e aumentare le vendite non sembra esserci ad oggi chiarezza di intenti. Gli editori spingono per l’informatizzazione che permetterebbe di conoscere in tempo reale quanti giornali sono stati venduti. Il Governo ha stanziato 10 milioni di euro di credito d’imposta per le edicole che si informatizzano, ma il fallimento dei progetti di informatizzazione del passato non deve scoraggiare perché quelli non consentivano di avere la condivisione dei dati in tempo reale. Gli edicolanti restano tiepidi sull’informatizzazione e guardano piuttosto alla diversificazione dei prodotti da offrire in vendita. Nel corso degli ultimi anni a Molfetta c’è stato un susseguirsi di avvicendamenti nella gestione delle singole edicole. Senza dubbio le edicole più ambite con maggiori prospettive di compravendita sono quelle con annessa la vendita dei tabacchi, subito dietro quelle con una licenza di vendita che comprende una scelta più ampia di prodotti oltre i giornali, come ad esempio, cartoleria e cancelleria. Al contrario chi ha subito il colpo più duro sono le rivendite esclusive di giornali che certamente a loro discapito «vendono» anche giornali gratuiti. Un assurdo e soprattutto un danno alla loro economia, ma questa è un’altra storia e fortunatamente non succede ovunque. Numeri alla mano, stanno via sparendo o sono stati già rimossi i piccoli chioschi storici come quello di via madonna dei martiri dall’ottobre 2012 con il proprietario in preda e visto che era già in pensione ha pensato bene di restituire la licenza al comune dato che la spesa non valeva l’impresa. Lo scorso anno le edicole cittadine erano 27, a marzo si è aggiunto il bar/edicola di via Papa Giovanni Paolo II nella nuova zona abitativa dietro l’ospedale. A poco più di metà anno ci troviamo di fronte ad una situazione di regresso data purtroppo dalla chiusura di ben due edicole sia per limiti pensionistici che per mancata vendita della licenza. La prima a piazza Baccarini a fine febbraio, il sig. Giacomo De Gennaro che era subentrato da alcuni anni in quel sito; in ultimo, nei giorni in cui scriviamo, ha definitivamente abbassato la serranda la storica edicola del sig. Giuseppe Lo Basso su Corso Margherita prima e su via Respa poi. Giunto all’età pensionistica, non riuscendo a vendere la licenza, anche lui ha dovuto chiudere l’attività. Una perdita significativa dal punto di vista storico data l’importanza che l’edicola ha rappresentato per la città come memoria storica in quanto archivio di volumi e saggi degli ultimi anni. Questa situazione fa riflettere su come il lavoro dell’edicolante, ahinoi, si stia sempre più perdendo e l’interesse nei giovani è nullo verso un mestiere che sta via via cambiando. Le edicole no rappresentano solo il passato, ma potrebbero svilupparsi proprio grazie alle nuove tecnologie che oggi sembrano metterle in crisi con la diffusione del web. Per l’Expo 2015 si sta mettendo a punto un progetto che trasforma le edicole, adeguatamente attrezzate, in punti di riferimento sul territorio.
Autore: Leonardo de Sanctis