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Costituito a Molfetta il comitato “Salviamo la Costituzione”
06 febbraio 2006

MOLFETTA – 6.2.2006 Si è costituito formalmente sabato sera, con una assemblea pubblica svoltasi presso la Sala “B. Finocchiaro”, il comitato locale “Salviamo la Costituzione”, nato per iniziativa dell'associazione “Cittàttiva” e finalizzato ad avviare, nei prossimo mesi, una serie di iniziative di sensibilizzazione in vista del referendum popolare che chiamerà i cittadini ad esprimersi sulla proposta di revisione costituzionale recentemente approvata dal Parlamento. Come noto la maggioranza di centrodestra ha approvato, negli scorsi mesi, una legge di revisione costituzionale che di fatto stravolge il nostro ordinamento istituzionale per tre ragioni sostanziali: innanzitutto determinerà un accentramento enorme di poteri nelle mani del premier (la nostra forma di governo non sarà più una “repubblica parlamentare”, ma una forma anomala e non conosciuta in nessuna altra esperienza occidentale, di “premierato forte”); introdurrà poi la competenza legislativa esclusiva in capo alle Regioni per materie come l'assistenza sanitaria, il sistema scolastico e la polizia locale (la cosiddetta devolution, cavallo di battaglia della Lega di Bossi e Calderoli); infine ridurrà enormemente i poteri di controllo degli organi di garanzia, Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale innanzitutto, comportando pericolosissimi squilibri nel nostro sistema istituzionale. Per entrare definitivamente in vigore, questa riforma dovrà passare (ai sensi dell'art. 138 della Costituzione) al vaglio di un referendum popolare che con ogni probabilità si terrà nel prossimo mese di giugno. E così, nonostante questo termine sia ancora abbastanza lontano ma considerando la delicatezza del tema, si è già costituito un “Coordinamento Nazionale in difesa della Costituzione” (sito Internet: www.salviamolacostituzione.it) presieduto dall'ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, cui aderisce anche il comitato nato a Molfetta. All'assemblea pubblica di sabato scorso, dopo l'introduzione di Luisa De Ceglia, presidente dell'associazione “Cittàttiva” che ha spiegato il senso di questa iniziativa e l'importanza della difesa della nostra Carta Costituzionale, sono intervenuti diversi rappresentanti di partiti e movimenti interessati ad aderire al Comitato. Tra questi, Mimmo Favuzzi, presidente della locale sezione dei Ds, il quale, oltre ad aver assicurato il convinto ed entusiasta sostegno del partito all'iniziativa, ha esortato il comitato ad assumere connotati più stabili, non limitandosi solo ad avere come obiettivo quello del referendum prossimo venturo, ma impegnandosi ad organizzare in città un paio di manifestazioni ogni anno al fine di sensibilizzare i cittadini sull'importanza della nostra Costituzione e sull'estrema attualità di tutti i principi contenuti. Sulla stessa lunghezza d'onda l'ing. Lillino Di Gioia, candidato sindaco del centrosinistra, che, accogliendo convintamente l'invito a sostenere questa battaglia in difesa della Costituzione, ha ricordato la statura morale dei nostri “padri della Patria” (Moro, Calamandrei, Nenni, Togliatti) artefici di una delle più avanzate ed apprezzate Costituzioni dell'Europa Occidentale che oggi rischia di essere stravolta da un dissennato progetto riformatore voluto dai cosiddetti “saggi di Lorenzago” (Tremonti, Calderoli, Nania e D'Onofrio). Anche il consigliere regionale Franco Visaggio, del Nuovo Psi, ha preso la parola nel corso dell'iniziativa per assicurare il suo forte impegno in difesa della Costituzione anche in vista del Consiglio Regionale che si terrà proprio domani, martedì 7 febbraio, e che ha come primo punto all'ordine del giorno la discussione sulla riforma costituzionale contro la quale la Regione Puglia intende schierarsi. Al comitato hanno dichiarato di aderire anche il movimento civico “Molfetta che Vogliamo” (presente all'iniziativa il segretario politico, Sergio Azzollini), la “Margherita”, Rifondazione Comunista, il movimento del “Buon Governo” e nei prossimi giorni hanno assicurato la loro adesione anche associazioni come l'Arci e la “Casa dei Popoli”. Tra due settimane, e cioè sabato 18 febbraio, l'assemblea ha deciso di riconvocarsi per discutere e sottoscrivere un documento fondativo del Comitato e per cominciare a mettere in cantiere le prime iniziative pubbliche. Intanto è attivo un indirizzo e-mail per poter inviare la propria adesione al comitato locale e per ricevere eventuali informazioni a riguardo: comitato.molfetta@virgilio.it . Giulio Calvani
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Caro Giovanni, non voglio alimentare questa polemica, te lo assicuro (ho un brutto precedente, proprio con riferimento al referendum sulle cellule staminali che per poco non mi faceve rompere una amicizia con una delle persone che, pur nelle differenze di opinione, più apprezzo e stimo). Anzi ti chiedo scusa se il tono sarcastico del mio precedente intervento ti abbia potuto in qualche misura offendere. Detto questo, ti vorrei solo far riflettere sul fatto che, nel merito, al di là della propaganda leghista, questa riforma (che non è ancora legge e quindi non è in vigore perchè per essere tale deve prima passare dal referendum confermativo) non introduce per niente elementi di federalismo nel nostro sistema. Su questo bisogna essere chiari e cercare di smontare un equivoco artatamente creato. Innanzitutto federalismo e stato unitario sono in antitesi. Non può esserci federalismo all'interno di uno Stato unitario (come continuerebbe comunque ad essere l'Italia perchè la prima parte della Costituzione non può essere toccata). Non lo è l'America (gli Stati Uniti sono legati da un patto federativo ma ognuno ha la sua assoluta autonomia in quasi tutte le materie, eccezion fatta per difesa e moneta), non lo è la Svizzera. La Germania è un caso un po' più complicato. L'Italia diventerebbe, con questa riforma uno stato a regionalismo spinto (non federale), con la clausola dell' "interesse nazionale" che determinerebbe in capo al Governo centrale la possibilità, in qualsiasi momento, di revocare le decisioni delle Regioni. Insomma un sistema ingovernabile destinato a creare conflitti permanenti tra centro e periferia. Il federalismo è un'altra cosa ed in Italia, rebus sic stantibus, non è attuabile sia per ragioni di carattere giuridico che di merito, a meno che non si voglia sganciare il Mezzogiorno e lasciarlo al suo destino. Sul fatto che è meglio tenersi questa legge e lasciare che la materia venga affrontata dal prossimo Parlamento, intravedo un altro rischio. Qui si parla di assetti istituzionali, del senso stesso della nostra Repubblica, del nostro ordinamento giuridico, non di una legge ordinaria. E' ammissibile che in cinque anni (a partire dal 2001 con la scellerata legge fatta dal centrosinistra di modifica del Titolo V della Costituzione) la nostra carta fondamentale venga modificata per ben tre volte? E' una cosa assurda. Le Costituzioni sono per definizione destinate ad essere, se non eterne, quantomeno durature. Non se ne può fare terreno di scontro politico o di ricatti elettorali. Io a questo ci credo molto e per questo ritengo fondamentale la battaglia che ci si appresta a fare e molto diversa rispetto a quella sulle cellule staminali. Lì si è voluto fare di un tema di carattere etico estremamente delicato terreno di scontro ideologico con toni da Breccia di Porta Pia ed io, con la mia astensione, non mi son voluto prestare(so che su questo punto dissentirai, come la stragrande parte della sinistra). Qui, al contrario, questo è un rischio da evitare. Io voglio parlare delle conseguenze che questa riforma porterà e vorrei che su questo si esprimessero i cittadini. Chi ne capisce di diritto e chi no, perchè al di là dei tecnicismi da azzeccacarbugli (che a me possono appassionare, a molti altri no) il tentativo che si sta perpetrando è quello di disarticolare il sistema istituzionale che (tra alti e bassi) ha garantito comunque all'Italia oltre cinquant'anni di sviluppo e benessere. Con la stima di sempre Giulio


Caro Giovanni, se te la senti, sono disposto ad offrirti tutto il tempo di cui avrai bisogno per spiegarti di cosa si tratta, visto che mi sembra che ti manchino un bel po' di elementi. Ci incontriamo anche un paio di volte alla settimana (vedo di organizzarmi), per un'oretta (vieni a casa mia, oppure vengo io da te e mi prepari uno dei tuoi proverbiali risotti), ed in un mesetto, se ci metti un po' di impegno, ce la facciamo. Ho fiducia nelle tue capacità. Magari cominciamo dalla differenza enorme che intercorre tra il referendum abrogativo previsto dall'art. 75 della Costituzione (quello, per intenderci, che si è tenuto sulle cellule staminali) ed il referendum confermativo previsto dall'art. 138 che disciplina il procedimento legislativo cosiddetto “aggravato” per l'approvazione delle leggi costituzionali o di revisione costituzionale (sono di natura diversa, ma finisce che ti complico troppo le cose e quindi, su questo, magari sorvoliamo. Che dici?). Potrei spiegarti così che mentre nel primo è previsto il “quorum” (la metà più uno degli aventi diritto), nel secondo no e quindi l'astensione è del tutto ininfluente (cioè, per semplificare: se per ipotesi, vanno a votare solo dieci persone in tutta Italia, la consultazione è valida comunque). In sostanza una tua eventuale astensione sarebbe ininfluente. Assolutamente ininfluente. Del tutto ininfluente (ed anche un po' idiota perché motivata dalla volontà di farmi un dispetto! Bah…). Potrei anche spiegarti (ma qui se ne andrebbe un po' più di tempo…) la differenza che intercorre tra una legge ordinaria che disciplina una determinata materia e che può essere modificata con il normale procedimento legislativo, ed una legge di revisione costituzionale che viene adottata con un procedimento molto diverso (doppia deliberazione delle due Camere a maggioranza qualificata a distanza di tre mesi, e conseguente referendum confermativo se non sono raggiunti i due terzi del Parlamento) in quanto incide sul patto fondativo che regola la nostra convivenza civile e che, in questo caso specifico, modifica così profondamente lo stesso sistema istituzionale in cui viviamo (le cellule staminali sono importanti, sia chiaro. Ma qui parliamo di una cosa un po' diversa. Se vuoi ti spiego anche questa differenza…). Insomma di cose da studiare ne avremo…se cominciamo presto, magari fino al prossimo giugno riusciamo a finire il programma. Accetti la mia proposta?


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