Cosa fa e cosa sa un maestro d’ascia
Ci sarebbe da scrivere un libro solo per descrivere quello che fa e quello che sa un maestro d’ascia. Sono stato il primo a Molfetta, nei primi anni ‘50, ad ottenere un diploma dalla Marina Mercantile che mi autorizza a progettare, costruire, trasformare, riparare, alare (tirare a secco) tutti i tipi di natanti in legno sino a 150 tonnellate di stazza lorda. In precedenza il maestro d’ascia era autorizzato a costruire natanti fino a 50 tonnellate di stazza lorda (tonsl). Dovetti sostenere rigidi esami teorici e pratici ma per me non ci furono problemi perché esperto per tradizione familiare. La commissione era composta da un ingegnere navale, un comandante di lungo corso, il comandante della capitaneria, un sottufficiale ed un altro elemento e, anche se secondo me mancava un valido costruttore navale, la commissione era abbastanza esperta e nessuno mancò di farmi delle domande, tanto che diverse volte davo due risposte perché tanti elementi hanno doppia nomenclatura (ad esempio “costole” o “ordinate”). L’esame orale fu sostenuto alla scuola marina, poi passammo alla sala a tracciare e li non mi fecero più domande perché spiegai dettagliatamente tutti gli elementi di sviluppo; in tutto l’esame durò circa 6 ore. Alla fine tutti i componenti della commissione, soddisfatti, mi fecero grandi elogi e congratulazioni. Ora tante regole sono cambiate e semplificate anche grazie all’utilizzo del computer e molti scafi si costruiscono in acciaio o in vetro-resina anche per la difficile reperibilità di maestri d’ascia ed operai specializzati in materia. L’esperienza vale molto, anche se tramandata, e se si è in gamba e vogliosi di realizzare qualcosa, grazie all’apprendistato in bottega e alla vicinanza del maestro d’ascia più esperto si possono raggiungere alti livelli nella progettazione e realizzazione di natanti di pregio. D’altro canto, i grandi geni del Rinascimento, da Leonardo Da Vinci a Michelangelo, non si formarono lavorando nelle botteghe dei loro maestri? Antonio de Ceglia