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Controlli a ferragosto della guardia costiera, sequestrato pesce avariato
15 agosto 2013

 

 

 

 

Nel corso di una verifica ispettiva sulla filiera della pesca finalizzata alla tutela del consumatore, condotta nella mattinata di ieri a Japigia da militari specializzati del Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia costiera di Bari, è stata accertata la presenza all’interno di un locale nel quale, in assenza di qualsivoglia autorizzazione sanitaria, veniva effettuato lo stoccaggio e la lavorazione di prodotto ittico destinato ad essere  commercializzato illegalmente.

 
Nel deposito, tenuto in pessime condizioni igienico-sanitarie, sono state rinvenute notevoli quantità di prodotti ittici di varia natura (calamari interi e lavorati, spigole, orate, sogliole, triglie sgombri, merluzzi e polpi sottomisura), sia congelati che freschi    giudicato in cattivo stato di conservazione e di incerta provenienza, privi di qualsivoglia documentazione atta ad attestarne la tracciabilità.
 
In relazione allo stato di insalubrità riscontrato ed ai possibili effetti nocivi per la salute, nonché allo scopo di impedire la continuazione di un’attività illegale, i militari operanti hanno proceduto al sequestro penale del locale, delle attrezzature utilizzate per l’esercizio dell’attività e di circa 500 Kg. di prodotti ittici.
 
Il titolare è stato denunciato, a piede libero, all’Autorità Giudiziaria per commercio di alimenti in cattivo stato di conservazione (articolo 5, lettera b, legge 283/62), fattispecie penale che contempla una tutela  particolarmente intensa ed “avanzata” del consumatore, mirando a punire non soltanto le ipotesi di effettivo e concreto deterioramento del prodotto, ma anche il semplice pericolo che la sua cattiva conservazione possa alterarne o deteriorane le qualità organolettiche.
 
Nell’odierna mattinata, si è proceduto ad ulteriori verifiche a seguito delle quali, presso un centro di stabulazione in Località Santo Spirito, sono stati sequestrati circa 400 Kg. di prodotti ittici vari (vongole, cozze, ostriche ecc.) privi del prescritto bollo sanitario, e con la comminazione di sanzioni amministrative per un importo di 2000 Euro.
 
 
                                                    
                                        
 
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