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Consulta Femminile Molfetta, bocciata l'iniziativa “50 e 50”: cultura maschilista arretrata e stereotipata
30 novembre 2012

MOLFETTA - «Nel Medioevo le donne che rifiutavano i ruoli emarginanti del tempo, venivano bruciate sul rogo, colpevoli di stregoneria. Oggi, dopo più di mille anni, nulla è cambiato». Con queste parole esordisce il comunicato della Consulta Femminile del Comune di Molfetta che commenta la dichiarazione del consigliere regionale molfettese Antonio Camporeale (Pdl), che ha detto in un pubblico dibattito consiliare che «la politica è un mestiere per maschi».

«I commenti di alcuni consiglieri regionali, riportati dagli organi di stampa, dimostrano quanto la cultura maschile sia arretrata e legata ancora a vecchi e superati stereotipi. La proposta di legge regionale di iniziativa popolare “50&50” è stata bocciata, vergognosamente a scrutinio segreto, da un Consiglio Regionale che, ignorando le istanze pervenute dalla base, ha perso la preziosa occasione di far diventare la Puglia regione all’avanguardia nell’ambito della parità di genere - aggiunge la Consulta femminile -. La Consulta Femminile del Comune di Molfetta si mobiliterà in maniera permanente, affinché le donne nei prossimi appuntamenti elettorali,  si riprendano la parola per non lasciare solo ai maschi le decisioni sul futuro del nostro paese. Non vogliamo più essere rappresentate da questi consiglieri regionali che si sono dimostrati “maschi” e non “uomini”».

 

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Tratto da: Femminismo all'italiana – D. Aringoli 1938. - ……….invece di oziare nella casa, sognando il principe azzurro, invece di sfiorire la bellezza nel lavoro precoce, invece di intristire sui banchi della scuola, la fanciulla, la giovinetta dovrebbe consacrarsi alla sua missione di madre. “Quando una donna crede in Dio e fa tutto per non perderlo, non ha bisogno di stare a ragionare di come deve fare per essere una buona sposa ed una brava mamma: è iddio che le indica la via da seguire”. E' una Mamma di eroi che scrive così – Ida Delcroix – ed ha ragione. Ma la famiglia di oggi non è quella di ieri. La fanciulla di ieri, quella che ha dato alla Patria la generazione della grande guerra, viveva molto nella casa, circondata come da un alone sacro di poesia e di mistero, dove tutto sembrava che parlasse di Dio. Viveva riconcentrata in se stessa, sul cuore della mamma e da quel cuore aveva tutto. Attorno alla fanciulla di oggi questo alone il più delle volte manca. La sua vita è disperazione; si svolge per troppe ore lontano dalla casa, che non è più quella di ieri, e anche lontano dal cuore della mamma. Il meccanicismo e la lotta dell'esistenza tolgono troppo presto alla fanciullezza l'incanto della sua ingenuità. I fanciulli divengono uomini e donne troppo presto; troppe cose e troppo serie si9 danno oggi alla loro fame di poesia e di semplicità. La fantasia si ammorza, mortificata, prima che la ragione possa guidare lo spirito. Tante voci soffocano oggi quella voce di Dio che indica la via da seguire. Bisogna ricostruire intorno alla fanciullezza, intorno alla bambina ed alla giovinetta in modo particolare, l'alone sacro della poesia e del mistero. Non c'è bisogno per questo di relegarla in casa, né di infrollirne lo spirito con vecchi e lacrimosi romanticismi. Anche in un campo sportivo o in una palestra può aleggiare tanto fascino di sogno e di femminilità, purchè la fanciulla venga sempre trattata come fanciulla, purchè il suo spirito si senta sempre circondato da quella “reverentia” che il poeta latino voleva “summa” verso la giovinezza e che non è altro se non un alone di poesia e di mistero, creato dalla natura, a difesa dell'innocenza. (Tratto da “Sposa e madre esemplare” (ideologia e politica della donna e della famiglia durante il fascismo) – Piero Meldini – 1975.

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