Consorzio di bonifica, l’ufficio scomparso
Annunciato con articoli e manifesti, ma nessuno sa dove sia
Per renderci conto di quali fossero le attività dello sportello del Consorzio di Bonifica che, secondo quanto riportato dai manifesti affissi e da articoli di giornale, si sarebbe dovuto aprire a Molfetta l’11 settembre 2000 presso il mercato ittico in Via San Domenico. Abbiamo quindi provato a interpellare alcuni agricoltori per verificare quale fosse la qualità del servizio offerto ma nessuno aveva mai usufruito di questo fantomatico sportello. Armati di …“battagliero spirito giornalistico”, pronti a seguire le orme del Gabibbo e a indagare sulle “verità nascoste” di casa nostra, ci dirigiamo al Mercato ittico. Già l’inizio non è affatto incoraggiante, nessuna delle targhe sul portone riporta, infatti, il nome dell’ufficio che ci interessa, ma non ci diamo per vinti e ci incamminiamo per la prima rampa di scale.
Seguendo le indicazioni, che riportano nomi di mille uffici tranne quello che ci interessa, arriviamo davanti al primo ufficio. Qui incontriamo un impiegato intento a parlare al telefono (starà discutendo di importanti questioni di lavoro, e solo per sdrammatizzare che ride così tanto), gli chiediamo informazioni, ci risponde in modo evasivo ed enigmatico (senza dubbio abbiamo interrotto qualche importante discussione al telefono): ”Non saprei, ci sono tanti uffici, provi per il corridoio in fondo”. Ormai è diventata una questione di principio, degni della miglior “iena”, imbocchiamo un primo, un secondo corridoio, ci troviamo di fronte a un bivio, ma ecco sopraggiungere un altro impiegato: è un po’ più anziano dell’altro, ne saprà certamente qualcosa in più.
Recuperiamo una flebile speranza allorché quest’ultimo ci dice: “Il consorzio? Scendete questa rampa di scale, l’ufficio è in fondo”. Non stiamo più nella pelle, ne eravamo sicuri era tutto uno spiacevole equivoco, finalmente lo vedremo l’ufficio che permetterà a tutti i consorziati di evitare il viaggio fino a Bari, lo sportello che permetterà di organizzare meglio le attività di intervento sul territorio, l’ufficio che favorirà una più stretta collaborazione sia con i consorziati sia con le autonomie locali. Siamo pronti, bussiamo, compare una ragazza che gentilmente mi fa accomodare. Ci presentiamo, le spieghiamo il motivo della nostra visita, sicuri che avremo notizie su tutte le attività del consorzio, o per lo meno un’indicazione con chi parlare. Ma la poverina è sconcertata, non riesce a capire di cosa si parli, ci fa accomodare nel suo ufficio, inizia a telefonare, chiede spiegazioni a colleghi. Nessuno sa niente. “Non è quello l’ufficio!!!”. Allora le mostriamo l’articolo di un giornale che riportava la notizia, lo legge è esterrefatta quanto noi, incredula, dice: ”Capisco, ma questo non è il Consorzio di bonifica”.
Anche lei pervasa dalla febbre del Gabibbo, fa un’ultima chiamata. Dall’altro capo del telefono una voce femminile le dà alcune spiegazioni, poi ci passa la comunicazione, rispieghiamo tutto alla voce al telefono, leggiamo una parte dell’articolo, ricordiamo i manifesti. Dopo attimi di incertezza la voce ci dice: “Ah sì, sono stati affissi dei manifesti è vero, la data sull’articolo è esatta, ma non se ne è fatto più niente per il momento perché non c’erano locali idonei, probabilmente i nuovi locali saranno quelli dell’ex Annona in Piazza Municipio”.
Ma allora a cosa servivano articoli sui giornali e manifesti trionfalistici se, come spesso accade, era tutto fumo: la solita aria fritta gettata in faccia alla gente per chissà cosa. Ai lettori ogni commento.
Donato Centrone