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Consiglio comunale sull'ospedale, tagliola politica: ancora una pagliacciata di Azzollini. Strumentalizzazioni politiche e attacco a "Quindici" Bagarre iniziale in aula. Uso strumentale delle telecamere e fittizia protesta pidiellina. Odg prima condiviso tra maggioranza e opposizione, poi rigettato dal sindaco. Attacco a Guglielmo Minervini e Annalisa Altomare
13 giugno 2012

MOLFETTA - Come la camera dei fasci e delle corporazioni. Il Consiglio comunale straordinario (vedi video a destra), convocato per discutere della seconda fase del Piano di riordino ospedaliero, ha palesato non solo le vacue strumentalizzazioni politiche da parte del centrodestra locale sui tagli alla sanità per Molfetta, ma soprattutto il peso politico del dictat del sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini anche quando tra maggioranza e opposizione si raggiunge un pieno accordo politico.
Schizofrenia politica alla massima potenza. Non solo, non è mancato l’attacco strumentale a Quindici, come accaduto nell’incontro della Consulta femminile. Questa volta, accanto ai manifestini, uno striscione (per altro ingrigito), alzato anche dal consigliere regionale Pdl Antonio Camporeale. Ennesima caduta di stile. Ulteriore speculazione politica contro la stampa libera, che nelle sue battaglie di legalità infastidisce il sindaco Azzollini, costretto ad arrampicarsi sugli specchi e inventarsi artefatte proteste, pur di arginare il suo personale tracollo politico (e forse giudiziario) e tentare di salvare il salvabile.
Del resto, lo stesso Azzollini ha partecipato attivamente alla protesta (alzando all’interno del recinto consiliare i cartelloni), un comportamento antipolitico e irrispettoso non solo della sua stessa maggioranza e del consiglio, ma soprattutto dei cittadini che lo hanno eletto. Una pagliacciata, sintomo di un gigante di argilla che vede franare la terra sotto i suoi piedi, mentre annega nel suo stesso sistema. Tra gli altri, si sono astenuti gli assessori presenti e alcuni consiglieri di maggioranza, tra Spaccavento, Scardigno, Panunzio e Cimillo.
«Invitate» anche le telecamere di tre emittenti televisive regionali che hanno indugiato sullo svolgimento dei lavori consiliari, proprio quando è stata inscenata la protesta (capeggiata ancora una volta dai sodali pidiellini) con l’attacco a Quindici. Una rarità le riprese in aula consiliare, bandite dopo la performance del sindaco Azzollini nel settembre 2008, che ha spopolato su youtube. Che l’«invito» non sia stato figlio della speculazione politica? Le telecamere sono rientrate in aula, su richiesta del padrone unico, per riprendere la rappresentazione di un copione già preconfezionato dai malaparte?  
 
BAGARRE INIZIALE
Contestata dal consigliere di opposizione Pino Amato (Udc) la convocazione anomala del consiglio: assente nella carpetta consegnata ai consiglieri un qualsiasi atto su cui discutere. Tra l’altro, secondo l’art.8 del Regolamento del Consiglio comunale la domanda di convocazione dev’essere firmata da almeno un terzo dei consiglieri in carica, come ha evidenziato Mino Salvemini (Pd): assente anche questo. Insomma, che tipo di convocazione ha presentato la maggioranza?
Bagarre in aula, dopo la banale protesta pidiellina tra il pubblico e soprattutto tra i banchi del consiglio. Esagitati Amato e Salvemini che hanno fortemente contestato la demagogia e la strumentalizzazione politica in atto. Necessario l’intervento dei due vigili urbani per smantellarla. Duro confronto che si è ripetuto alla dichiarazione di voto tra Azzollini e Amato (strumentalmente pizzicato).
Più pacato Giovanni Abbattista (Pd) che ha denunciato la «volontà di strumentalizzare una questione delicata perché siamo in campagna elettorale»: il consiglio si è trasformato in una semplicistica tagliola politica (per l’opposizione), in uno scontro tra affossatori e paladini-aizzatori dell’ospedale (centrosinistra vs centrodestra). Un insulso gioco demagogico e propagandistico per un sindaco in agonia politica.
 
LA CONDIVISIONE POLITICA
Attivarsi sugli enti regionali (come fatto dal centrodestra contro i tagli decretati dalla presidenza Fitto nel 2003) per ottenere un incontro e discutere dei tagli alla sanità e delle prospettive per Molfetta. Dibattere in consiglio la proposta di un ospedale consortile di area tra Molfetta, Corato e Terlizzi (che potrebbe anche divenire nel tempo, come accaduto in altri casi, oggetto di speculazione edilizio-finanziaria). Sollecitare il sindaco a sostenere all’Anci Puglia e nelle sedi opportune le iniziative utili a sostegno delle richieste contenute nell’odg. Queste le proposte dell’ordine del giorno della maggioranza, presentate dal consigliere di maggioranza, Angelo Marzano (Pdl), che ha contestato al centrosinistra lo spargersi di «aria fritta» per l’imminenza delle prossime amministrative.
Consiglio sospeso. Indispensabile analizzare l’odg, avuto dall’opposizione solo in sede consiliare (come avvenuto in altre circostanze), per avviare una concertazione politica tra le parti, poi raggiunta dopo la discussione e la lettura delle comunicazione del Tribunale del Malato e della Consulta Femminile di Molfetta da parte dei consiglieri Carmela Minuto e Domenico la Forgia (maggioranza), come auspicato dal consigliere di opposizione Nicola Piergiovanni (Sel).
«Non è la battaglia “soli contro tutti” la strada che il Comune di Molfetta dovrebbe percorrere, bensì si potrebbe convocare un consiglio congiunto con i Comuni di Terlizzi e Corato, senza strumentali opposizioni», la posizione di Gianni Porta (Prc), consigliere di minoranza. Necessario ridisegnare le piante organiche dei 3 ospedali, ma strutturando in modo più oculato i tagli dei posti letto: ad esempio, invece di chiudere nefrologia ex abrupto, i posti letto potrebbero essere tagliati su altri comparti sanitari meno operosi o efficienti, spalmando però gli 11 posti letto - aggiunti per raggiungere la soglia minima dei 101 - proprio su nefrologia e UTIC. A meno di nuove decisioni regionali in itinere.
Proposte condivise anche da Abbattista, che ha evidenziato come l’idea di un ospedale consortile non promani dalle menti del centrodestra locale, bensì sia già contenuta nella delibera di Giunta Regionale n.613/10. Una progettazione che potrà essere attuata dopo il Piano di rientro, come anche le stesse assunzioni.
I capigruppo di maggioranza e opposizione, Marzano e Salvemini, coadiuvati dai consiglieri Porta e Mauro Spaccavento (maggioranza), hanno stilato a mano un nuovo odg che predisponeva un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e proponeva di salvaguardare le unità ospedaliere di Molfetta, Corato e Terlizzi. Inoltre, dava mandato all’amministrazione comunale e al sindaco di avviare la pianificazione di un ospedale consortile, invitando il sindaco stesso a sostenere le ragioni dell’odg condiviso all’ANCI e in altre sedi opportune. Condivisione politica unanime del consiglio.
 
L’ULTIMA BATTAGLIA A BERLINO
Sciacquone sulla volontà del consiglio: il dictat padronale del sindaco Azzollini, per altro assente in aula durante il dibattito, si è imposto su tutto e tutti, dopo febbrili e concitate consultazioni a “camere chiuse” della “famiglia” politica azzoliniana. Per Azzollini era indispensabile rilevare nell’odg le responsabilità della Regione Puglia sui tagli a Molfetta, dimenticandone però l’origine: il Piano di riordino nazionale, voluto dal centrodestra nazionale (di cui Azzollini è parte attiva) e ricaduto sulla Puglia. Ma anche se le responsabilità fossero state tutte dell’ente regionale (alcuni hanno visto in quell’odg modificato la volontà dall’opposizione di difendere la Regione e la giunta Vendola), sarebbe stato opportuno evitare di boicottare una condivisione politica raggiunta tra le parti.
Ennesima pantomima di Azzollini, che ha attaccato in serie il «corresponsabile» Guglielmo Minervini (che, come spiegato da Salvemini, ha anche evitato la chiusura di chirurgia a Molfetta), la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore generale del presidio di Molfetta («è un’espressione politica di Vendola») e Quindicinon c’è mai nulla di vero su questo giornale»), accusato di scrivere falsità quando si è limitato a fare semplice cronaca dei fatti. Una scalata balbettante con deboli picconate sugli specchi, culminata con la minaccia anche di una fantomatica protesta in caso di mancato incontro con Attollini.
Inconsueti i toni e i gesti di un nervoso Azzollini, come se fosse all’ultima battaglia a Berlino con le truppe divise e disperse, ma obbligate a combattere e obbedire fino alla fine. Lo stesso Marzano nel suo intervento di dietrofront ha costruito un’autodifesa arrabattata con le scuse (richieste) (d)al sindaco per la condivisione dell’odg con l’opposizione, poi accusata di aver attuato un «meccanismo di autodifesa» (lo stesso ha ammesso l’«alzata di scudi del gruppo consiliare» perché «non avevo ragionato sulla delibera»). Un passo indietro inaspettato, dopo la discussione consiliare. L’odg è stato approvato dalla sola maggioranza.
 
Qual era il reale intento del Consiglio comunale, trasformato in una vergognosa trovata pubblicitaria? Ottenere un odg condiviso tra maggioranza e opposizione su una questione di caratura sociale o, piuttosto, rinfocolare la speculazione politica e avviare la propaganda elettorale, speculando sulla pelle dei pazienti?
A cosa è stata dovuta la frenetica e nervosa irritazione del sindaco Azzollini, “telepaticamente” trasmessa a parecchi consiglieri di maggioranza e sodali tra il pubblico? Lo show consiliare è stato forse un’operazione di “sviamento politico”?
Insolita l’assenza in consiglio del vicesindaco Pietro Uva, che potrebbe nascondere il crescente dissenso nei confronti del sindaco. Confermato anche dal fatto che il numero legale, all’inizio del consiglio, è stato mantenuto grazie alla presenza dei consiglieri di opposizione: infatti, la seduta sarebbe stata sciolta con la sola conta dei consiglieri di maggioranza che sono arrivati alla spicciolata, molto in ritardo (assente anche il sempre presente consigliere Pietro Mastropasqua). Segno tangibile forse del malcontento che serpeggia tra le file della maggioranza o del dissenso sulle modalità autarchiche e padronali.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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Ma che situazione curiosa! Durante un Consiglio comunale che, nell'accezione del termine, vuol dire una riunione dei rappresentanti dei Cittadini che discutono di provvedimenti PRO-CITTA' e CITTADINI, a fronte di PROBLEMI che riguardano Città e Cittadini, viene messa in scena una simile indegna GAZZARRA: la PROTESTA della MAGGIORANZA - badate bene - della MAGGIORANZA AL POTERE!. E contro chi viene sollevata questa protesta così pittoresca? Non contro le OPPOSIZIONI democraticamente elette, così come la Maggioranza, allo scopo di stemperare ed eventualmente modificare le decisioni della Maggioranza, non contro provvedimenti INIQUI che penalizzano la Città ed i Cittadini. NOOOO! Contro una Testata giornalistica locale - QUINDICI - che, con la sua tiratura di qualche migliaio di copie al mese, racconta ai Cittadini, cercando sempre di essere obiettiva, le storie che riguardano la nostra Comunità (possono piacere o meno: ciascuno fa una scelta, quando compra un giornale). Questa "prodezza" viene subito dopo l'altra sceneggiata (che avevo definito come "caduta di stile") durante l'incontro alla Consulta femminile, da parte di alcune signore, evidentemente "pilotate" dalla Maggioranza. Come potremmo definirlo un evento del genere? Io non trovo definizioni calzanti, perché normalmente è chi si trova in condizione di ...minoranza (appunto l'Opposizione, o i Sindacati) che scelgono modalità di protesta un pò ..."sui generis". Si presume che chi sia al potere abbia i mezzi per rintuzzare - sempre democraticamente, si spera - alcune intempranze, con la forza delle leggi. Invece quì succede che la Giunta (quasi bulgara, nel senso che la si definisce tale, a causa del fatto che la dialettica interna è ridotta al lumicino) al potere che MANIFESTA contro un giornale locale! Ma la volete più bella? E, non solo, il colmo del "tafazzismo" è che il S.S.P.(S.) invita ANCHE I "MEDIA" CHE, EGLI MEDESIMO, dopo l'esilarante sceneggiata di "sciatavinn!", AVEVA BANDITO DALLE SEDUTE DEL CONSIGLIO. Stiamo vivendo un periodo della nostra storia cittadina, davvero peculiare: i nostri discendenti, ammesso che avranno voglia di farlo, nel leggere queste cronache se ne faranno di risate, nel vedere il MONDO CAPOVOLTO!


Vogliamo ricordare ad hans petersen che, come al solito, è poco informato e pur di difendere il senatore Azzollini, direbbe anche che ha visto un asino volare. E in questo caso quello che scrive, può essere paragonato all'asino, soprattutto se non si informa. Non è vero che ogni giornale italico appartiene a qualcuno. Ci sono molti giornali che appartegnono a cooperative di giornalisti e quindi non a potentati economici o politici. Non è vero che i giornali non dicono la verità perché sono finanziati dallo Stato. Lo Stato finanzia tutti e quindi nessuno si sente vincolato a difenderlo quando sbaglia. Noi di "Quindici" non apparteniamo a nessuno, non siamo finanziati dallo Stato e siamo liberi di raccontare i fatti. Poi abbiamo le nostre opinioni e le esprimiamo liberamente come si fa in democrazia e rispettiamo le opinioni degli altri. Siamo volontari e non facciamo i giornalisti a fine di lucro, ma come servizio alla città in nome della società civile che crediamo di rappresentare. Se questo al potere, cioé al sindaco Azzollini non piace, non ci preoccupa, ma lui deve imparare ancora le regole della tolleranza e della democrazia, non fare il padrone di una città che non gli appartiene e che non ha ancora comprato. Quindi Petersen se vuole rispetto, impari a rispettare. Noi ci mettiamo la faccia nelle nostre opinioni e firmiamo con nome e cognome, lei si nasconde vigliaccamente dietro l'anonimato. Chi è migliore? Quindi prima di parlare di censura, impari ad avere il coraggio che non ha. E' facile criticare dietro falso nome e poi pretendere che i propri commenti siano pubblicati. Siamo tanto democratici (ma lei non sa cosa sia la democrazia) che pubblichiamo anche i suoi commenti anonimi. Chi è migliore? Le abbiamo dato motivo per riflettere un po' e vergognarsi.

Fuggi nella solitudine. Io ti ho visto STORDITO dal chiasso dei grandi uomini e punzecchiato dagli aculei dei piccoli. Il bosco e la roccia sapranno degnamente tacere con te. Cerca di chiudere il tuo MERCATO: perché dove comincia il mercato, comincia anche il chiasso dei grandi attori drammatici e il ronzio del TAFANO. Ormai i tuoi uomini si sono ridotti a semplici COMMEDIANTI: ma cercate ancora di essere grandi uomini. Il popolo capisce pochissimo la vostra grandezza, ma ha senso per tutti i commedianti e gli attori drammatici di cose grandi. Avete mosso il popolo intorno a voi perché il popolo e la fama girano intorno agli attori drammatici. L'attore drammatico ha spirito, proprio come te, ma ha poca coscienza dello spirito. Crede sempre e solo in ciò con cui riesce più fortemente a far credere gli altri: credere a FANFALUCHE e INVEZIONI. Ma lo sai bene, il popolo domani ha una nuova fede e dopodomani un'altra. Proprio come te, che forse stai già meditando uno spostamento di asticella. Sei ormai irascibile, dall'umore volubile. Dimostri per distruggere. E quando vuoi persuadere, impazzisci. Anzi, la VERITA' la chiami bugia e nullità. Ma la verità penetra solo nelle orecchie fini e pulite (non come le tue). In realtà, non credi nemmeno agli DEI che fanno un gran rumore nel mondo. Chiudi questo MERCATO CONSILIARE, è zeppo di gravi burloni: ma il popolo (è vero) si gloria dei suoi grandi uomini, i signori dell'ora e dell'uva. Ma l'ora ultima li spegne, lentamente: e loro stessi ti spengono. Vuoi metterti a sedere su una sedia in mezzo? Dai, non essere geloso di questi assolutisti e violenti, tu che dici di amare la verità e ti paragoni al presidente degli Stai Uniti. Mai la verità si è appesa al braccio di un assolutista. Fuggi i burloni e torna indietro verso la tua sicurezza: solo sul mercato possono aggredirti con un sì o un no. E non cadere nemmeno nei pozzi profondi: bisogna saper attendere a lungo, per sapere che cosa è caduto nelle loro profondità. È vero, ti punzecchiano i TAFANI. Sei vissuto troppo a lungo vicino ai piccoli e ai meschini. Fuggi la loro invisibile vendetta. Mai più alzerai il braccio contro di loro. Essi sono innumerevoli e non è tuo compito fare lo scacciamosche. Innumerevoli sono i TUOI PICCOLI e MESCHINI. E più d'un SUPERBO TUO EDIFICIO è crollato a causa delle GOCCE di pioggia e dell'erbaccia che vi cresceva intorno. Tu non sei una pietra, ma molte gocce ti hanno CONSUMATO e SCAVATO. Le troppe gocce potrebbero spezzarti e farti scoppiare. Sei stanco di questi TAFANI, sei punto a sangue in cento luoghi. E il tuo orgoglio non vuole neppure adirarsi. Bada di non dover poi sopportare il destino della loro VELENOSA GIUSTIZIA. Ronzano intorno a te con la loro lode: ma la loro lode non è che invadenza. Ti adulano come un DIO. Gemono davanti a te. Adulatori e piagnoni. La prudenza dei vigliacchi. Davanti a te si sentono piccoli e la loro inferiorità cova sotto la cenere e brucia, preparando contro di te una invisibile vendetta. Non hai osservato come spesso sono divenuti muti, quando ti sei avvicinato a loro, ed hanno perso ogni forza, come il fumo di un fuoco che sta spegnendosi? Sì, amico mio, tu sei la cattiva coscienza di questa città.





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