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Consiglio comunale? Chi l'ha visto? E scoppia il caso dell'appalto milionario per le mense scolastiche
15 marzo 2009

Ma che fine ha fatto il consiglio comunale, massimo organo democratico e di confronto della città, in cui dovrebbero essere assunte, con continuità, decisioni per risolvere le problematiche dei cittadini? È possibile che in una città con circa 60.000 abitanti, una zona commerciale/ industriale in piena espansione, con problemi di viabilità, con episodi di microcriminalità saliti vertiginosamente, con commercianti in pina crisi e disoccupati in aumento, il consiglio comunale non si riunisce dal 23 gennaio, ovvero da più di un mese? Eppure in città normali ed anche più piccole, il consiglio comunale si riunisce almeno una volta la settimana. Ma noi viviamo a Molfetta, la città del sindaco/senatore/presidente di Commissione Antonio Azzollini che, purtroppo, ha molti impegni romani e se tutto va bene, è libero solo il venerdì sera. Ma qualcuno potrebbe pensare che un sindaco molto impegnato avrà dei validi collaboratori che assumono decisioni in sua assenza; niente di tutto ciò, a Molfetta non si muove una foglia se non lo dice e il grande capo. E poi, dimenticavamo, che senso ha convocare un Consiglio o una Giunta Comunale se poi qualsiasi decisione viene impugnata davanti al TAR. Dopo l'assenza di donne in Giunta, la costruzione della Capitaneria di porto, le aperture domenicali dei centri commerciali, altro ricorso al TAR che vede coinvolto il Comune di Molfetta è la concessione dell'appalto per le mense scolastiche, affidato ad una ditta di Bolzano (la Markas) per oltre 7 milioni di euro. A ricorrere al TAR è la ditta Pastore di Bari che esprime perplessità nella costituzione della commissione comunale che ha valutato le offerte (molto probabilmente, la sentenza del Tribunale Amministrativo giungerà il 12 marzo, mentre siamo in stampa, ndr). La problematica era stata già sollevata dal consigliere socialista Nicola Piergiovanni nel giugno scorso, per mezzo di una interrogazione in cui evidenziava che, nella scelta dei componenti della commissione, non erano state rispettate precise disposizioni normative e che gli stessi non possedevano conoscenze e competenze adeguate per valutare un servizio così importante. Le perplessità furono rispedite al mittente dall'amministrazione, attraverso l'assessore alla Socialità Luigi Roselli. Raggiunto da noi di Quindici, Piergiovanni non ha voluto lasciare alcuna dichiarazione dell'interessamento sulla vicenda del TAR. “E' giusto – ha dichiarato il consigliere – che gli organi preposti facciano i dovuti accertamenti”. Il consigliere, però, è voluto andare oltre la vicenda, mostrando come, con questo appalto, il costo per pasto aumenterà da 2,80 euro a 5,19 euro più Iva. “Mi batterò in prima persona – ha ribadito Piergiovanni – per verificare se questo maggior costo per le casse comunali corrisponderà ad un migliore qualità del servizio”. L'errore fatto dall'Amministrazione - secondo Piergiovanni - è che non ha considerato che la ditta vincitrice dovrà realizzare in zona un nuovo centro di produzione, e che la stessa ha voluto recuperare i costi di questi investimenti facendoli gravare sull'utente finale, attraverso un rincaro del costo del pasto; nei paesi limitrofi, altre aziende offrono lo sesso servizio a circa 3,80 euro per pasto. Sulla concessione dell'appalto mense, il consigliere comunale Giovanni Abbattista del PD ha presentato una interrogazione, alla quale, si presume, l'amministrazione comunale darà risposta nel prossimo consiglio, sempre se non interverrà prima la sentenza del TAR. Altra interrogazione è stata sottoscritta dal consigliere Nicola Piergiovanni, in merito alla mancata realizzazione di un parco e al completamento di altre opere pubbliche a Rione Paradiso (zona Tombino). “L'approvazione del comparto B23 – ha precisato Piergiovanni - prevedeva un compromesso tra interessi pubblici e privati; ai costruttori si consentiva la costruzione di appartamenti (già completati ed abitati in Via San F. d'Assisi-C.so Fornari, in via Sergio Fontana, in Via della Repubblica) e gli stessi si impegnavano, a proprie spese, alla realizzazione di un parco a verde, di parcheggi ed al prolungamento di Via Canonico de Beatis, Via don F. Samarelli e di Via San F. d'Assisi. Allo stato attuale l'interesse privato è stato soddisfatto, quello pubblico, inspiegabilmente, rimane disatteso”. Il consigliere socialista è già la seconda volta che torna sul problema ed ha chiesto un immediato intervento dell'amministrazione comunale e dell'Ufficio Tecnico affinché l'interesse pubblico venga rispettato. Con altra interrogazione, sempre Piergiovanni ha chiesto chiarimenti all'amministrazione per una incresciosa situazione che si è venuta a creare in Via S. Fontana, dove un'area pubblica, adiacente a palazzi in costruzione, è occupata stabilmente da roulotte e caravan, con gravi rischi per l'incolumità degli occupanti, vista la vicinanza del cantiere edilizio. Si vuole capire se i proprietari dei mezzi sono stati autorizzati ad occupare detta area, se le utenze Enel e Aqp sono a loro carico, e se gli stessi pagano la tassa per occupazione di suolo pubblico. Il lavoro per l'amministrazione comunale non manca, si tratta di attendere, con calma le risposte, sempre se arriveranno e sempre se qualcuno si ricorderà di convocare il consiglio comunale. Ma ormai i molfettesi si sono abituati, si tratta solo di capire se siamo dei cittadini molto pazienti o dei cittadini molto menefreghisti.
Autore: Roberto Spadavecchia
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