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Consiglio comunale, anomalo atto d'indirizzo sul Piano Casa: tornano i predoni dell'agro?
10 settembre 2012

MOLFETTA - Si apre una nuova stagione per la cementificazione legalizzata dell’agro di Molfetta? Era molto probabile a metà agosto, quando è stata pubblicata la delibera giuntale n.140/08 che aboliva i vincoli di inedificabilità imposti sull’agro in attesa dell’approvazione del Piano dell’Agro (solo adottato dal Consiglio comunale di Molfetta e bloccato dalla Magistratura nell’indagine “Mani sulla città”). Ora è quasi una certezza dopo la conferenza per la presentazione del “fittizio” Piano Casa e la sua sprovveduta approvazione nell’ultimo consiglio comunale.
Nell’ordine del giorno presentato, l’amministrazione Azzollini ha fornito al Settore Territorio un particolare atto di indirizzo:  consentire gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione nelle zona agricole, «purché gli immobili interessati abbiano destinazione residenziale».
Perciò, prima della discussione, il consigliere di opposizione Nicola Piergiovanni (Sel) ha posto la questione pregiudiziale, poi condivisa da tutti gli altri gruppi consiliari di opposizione: la ratio alla base del provvedimento amministrativo non avrebbe richiesto il consenso del consiglio.
Secondo la relazione consegnata alla giunta Azzollini dall’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici e ad interim del Settore Territorio, non solo è stata revocata la delibera n.140/08, ma si è praticamente “abolito” l’art. 42.8 delle NTA del Prgc, secondo cui «nelle more dell’approvazione del piano particolareggiato (Piano dell’Agro, ndr) è permessa solo la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili esistenti».
Un atto gravissimo, che pregiudica la salvaguardia del territorio rurale locale e agevola la trasformazione di vani tecnici, casali e piccole torri in ville, ristoranti e anche abitazioni. A livello tecnico Quindici ha spiegato il provvedimento dell’amministrazione Azzollini nel primo piano del numero di settembre già in edicola, sottolineandone la pericolosità attuativa.
Rigettata la pregiudiziale dell’opposizione, il consigliere di maggioranza Mauro Giancaspro (Pdl), anche presidente della Commissione comunale di Urbanistica, ha cercato maldestramente di spiegare il provvedimento, senza però coglierne gli aspetti importanti a livello tecnico-politico. E, come il sindaco di Molfetta Antonio Azzollini che ha introdotto il punto con una spiegazione “a memoria”, si è limitato a sottolinearne le (positive?) conseguenze economiche: l’interruzione del blocco dell’edilizia a Molfetta.
Qui il nodo: la mano è tesa ai costruttori locali e ai grandi privati, più che agli imprenditori agricoli e al rispetto del territorio. La depredazione dell’agro potrebbe iniziare già in questi giorni. E i sospetti sono stati acuiti dall’assenza all’inizio della seduta dell’ing. Balducci e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo. Entrambi sono arrivati quando era già in corso la discussione: impegni personali o ritardo premeditato? Purtroppo, in consiglio nessuno ha rilevato in modo deciso la loro assenza.
Allo stesso tempo, è probabile che nessuno dei consiglieri di maggioranza presenti in aula abbia capito il valore negativo di questo provvedimento (Lillino Giancola di Molfetta in Azione è stato presente all’appello iniziale per mantenere il numero legale, ma è poi fuggito, evitando di votare), come Quindici spiega nel primo piano del numero di settembre in edicola.
Lo stesso Piergiovanni ha sottolineato come l’anomalo coinvolgimento del Consiglio comunale per l’approvazione di un mero atto d’indirizzo giuntale e soprattutto dirigenziale possa essere indirizzato a scaricare la responsabilità proprio sui consiglieri comunali. «Forse l’ing. Balducci non se la sente di approvare il provvedimento da solo, con una dirigenziale e chiede la copertura della maggioranza», il commento lapidario del consigliere Giovanni Abbattista (Pd), che ha proposto il reitero del vincolo di inedificabilità, come prevede la legge.
Tecnico l’intervento del consigliere Pino Amato (Udc), che ha rilevato tutte le anomalie della relazione dell’ing. Balducci e dell’odg presentato dall’amministrazione Azzollini (interessante notare che l’assessore comunale Mauro Magarelli annuiva all’intervento del consigliere Amato). Più politica la posizione di Gianni Porta, consigliere del Prc, secondo cui la posizione dell’amministrazione certifica il fallimento della pianificazione politico-urbanistica azzolliniana.
Tra l’altro, sarebbe bastato sbloccare, ad esempio, i comparti 18, 13 e B3 e il maxicomparto (10, 11, 12), in collaborazione con l’Autorità di Bacino, per disincagliare l’attività edilizia a Molfetta, inceppatasi non per colpa della legge vigente o delle NTA del Prgc. Bensì per un (voluto?) appesantimento dell’edilizia locale: non solo negli ultimi anni sono state costruite numerose unità edilizie, che hanno svuotato il centro urbano, ma sono proliferate imprese e aziende edili con risicati capitali privati. Un’anomalia tutta locale.
L’intervento conclusivo del capogruppo di maggioranza, Angelo Marzano (Pdl), poco tecnico e molto arrabattato, ha svelato alcuni aspetti del provvedimento che impropriamente è stato definito «Piano Casa»: il fare cassa e la necessità dei villoni, grazie ai quali è possibile valorizzare (economicamente e politicamente?) il territorio. In effetti, come ribadito dall’opposizione, il «Piano Casa» potrebbe anche trasformasi in un prolifico contenitore di voti per le prossime amministrative.
Dessert della discussione, la richiesta da parte del consigliere Giancaspro dell’immediata esecutività. Stupore tra i consiglieri di opposizione: richiesta inconsueta per un atto d’indirizzo. «Potrebbe servire», la replica a due voci tra Azzollini e Nicola Camporeale, presidente del Consiglio comunale.
Sarà pure legittimo (re)incentivare l’edilizia, ma è necessario operare nel rispetto della legge e dell’ambiente. Che non significa essere contro lo sviluppo, stereotipo strumentalizzato dal sindaco Azzollini e dalla sua maggioranza.
 
Nel primo piano del numero di settembre Quindici spiega il provvedimento nei suoi aspetti tecnici e politici, svelando in esclusiva il disegno azzolliniano. Presente anche la relazione dell’ing. Balducci.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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