MOLFETTA - Una musica che lega passato e futuro, arrangiamenti con linguaggi molto personali, frutto di una libertà espressiva di un’efficacia unica, che dà al suono quella magia tipica sì della musica black, ma interpretata con una personalità stilistica che rivela la profonda cultura afroamericano jazz alla quale Kamasi Washington si è abbeverato, fino a padroneggiarla.
È questa la sensazione che ha suscitato nel pubblico presente all’anfiteatro del mare a Molfetta in un applaudito concerto della stagione estiva di “Luci e suoni a Levante” a cura della Fondazione Valente, in collaborazione con l’Associazione culturale Abusuan e Bass culture.
È stato il nuovo album “The Epic” il protagonista della serata con cui Washington e il suo sax, accompagnati dal clarinetto del padre Ricky (straordinaria l’esecuzione di Henriett our hero, dedicata alla nonna e interpretata dalla voce e dalla danza della sua compagna Patrice Quinn), insieme alla sua straordinaria band, il musicista americano, ha esaltato il pubblico: un ritmo sempre più incalzante, agitato, travolgente, con cui ha proposto, alla propria maniera, canoni della musica nera del passato. Puro talento sulla scia delle leggende Coltrane, Ayler e Coleman, sempre alla ricerca di nuovi mondi musicali da cui far partire le proprie note, la propria singolare magia, Washington per oltre due ore è riuscito a non far calare tensione e creatività, riuscendo ad amalgamare in un tessuto jazz un ensemble musicale con infinite variazioni artistiche che sconfinano anche nel sinfonico.
Un concerto epico, insomma, con le migliori vibrazioni del jazz, espresse con passione e spiritualità, con il suo personale intreccio di stili. Risultato? Un concerto sempre nuovo dominato dal suo sax che sa essere rabbioso, onirico, narrativo, un jazz per tutti, senza compromessi, né mezze misure.
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