Congetture sugli architetti contemporanei, successo della mostra dell'artista molfettese Marisa Carabellese
MOLFETTA - Un pubblico numeroso e qualificato ha assistito con estremo interesse alla presentazione della monografia di Marisa Carabellese (foto) “Congetture sugli architetti contemporanei”, volume di raffinata bellezza sin nella copertina, che abbina, in felice connubio, l'arte pittorica dell'artista molfettese e la fotografia di Beby Rinaldi.
La pubblicazione, dedicata all'ingegner Enrico Missori, cognato di Marisa, e curata dall'Azienda Grafica L'Immagine s.r.l. si avvale degli strumenti della critica (in particolar modo di Vittoria Sallustio La Piana e Rosa Mezzina), magari en artiste (Andrea Missori, Valerio de Pinto), e delle riproduzioni fotografiche di alcuni dipinti, per ricostruire, con eleganza tutt'altro che asettica, l'itinerario della pittura congetturale di Marisa dal 1980 al 2008, ricerca culminata nella personale allestita con grande successo presso la Sala dei Templari nel 2007.
I medesimi dipinti (e altri, non esposti in quell'occasione) hanno puntellato il percorso di coloro che sono intervenuti alla manifestazione presso la Fabbrica di San Domenico, cui è stata offerta l'occasione di ammirare nuovamente le splendide creazioni della Carabellese.
A introdurre la serata il Prof. Domenico Facchini, della Società di Cultura Europea “A.Caracciolo”, che, insieme al Comune di Molfetta e all'Ordine degli Architetti di Roma, aveva patrocinato l'esposizione presso la Sala dei Templari, che riflette sulle matrici della pittura congetturale, un “volo che ci coinvolge e trasporta trascendentalmente in un lido che fu caro ai cubisti e ai futuristi di prima mano”.
È poi l'architetto Rosalba Mezzina ad addentrarsi nell'analisi della monografia e, ancora una volta, della complessa polisemia delle “congetture”. Figlie della cultura di Marisa, che spazia dal labirinto dedalico e dal tradimento di Arianna alle più recenti avventure dell'architettura contemporanea, esse palesano la duplice capacità della pittrice di “trasmettere emozioni” e “aderire psicologicamente ed emotivamente ai personaggi” cui s'interessa, “adesione sempre filtrata da un atteggiamento intellettuale”. Marisa decodifica le immagini con cui la sua formazione la induce a rapportarsi, per poi ricomporle in un'operazione che è allo stesso tempo sperimentazione cosciente e volo di gabbiano, inarrestabile fluire di pura energia creativa.
La serata si è conclusa con l'intervento di Giovanni Veneziano, che si è avvalso del motivo 'stazione' quale Leitmotiv di una dotta lezione sull'architettura contemporanea, dopo aver lamentato l'assenza a Molfetta di importanti realizzazioni in tale ambito e aver chiamato a raccolta in tal direzione gli operatori del settore presenti alla manifestazione.
Marisa Carabellese ha, infine, ringraziato i convenuti e quanti hanno collaborato alla realizzazione della pregevole monografia. Pubblicazione che ha il merito di rimarcare quanto già nell'allestimento dei Templari era emerso nitidamente: che si cimenti con la giocosità delle forme di un architetto come Gaudì, esaltandone la festosità ludica, o con la geometrica cupa solidità delle architetture della memoria, che aderisca alle “forme più pacate di Le Corbusier” (Rosa Mezzina) o allo “spazio architettonico libero” di una Zaha Hadid nel suo inebriante decostruire, Marisa Carabellese si conferma pittrice di straordinario gusto ed estrema finezza speculativa. Capace di cogliere nelle rovine di un tempio come nella più futuribile delle creazioni l'empito vitale proprio dell'animo umano e di restituirlo in forme sempre più ingegnose.
Autore: Gianni Antonio Palumbo