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Condanna al pagamento di 110mila euro per i campetti di viale Gramsci, bilancio comunale “patacca”, incompatibilità del sindaco-senatore nel numero di “Quindici” di dicembre in edicola
22 dicembre 2011

MOLFETTA - E’ dedicato alla vicenda dei campetti di viale Gramsci, il primo piano della rivista “Quindici” di dicembre, in edicola da alcuni giorni (Nella foto la bella copertina di Francesco Mezzina).

Quindici Molfetta, il vostro mensile leader l’unico che fa opinione a Molfetta, completa così il panorama informativo offerto ogni giorno con Quindici on line, il primo e più diffuso quotidiano in internet di Molfetta, con argomenti diversi e più approfonditi del giornale web. Quindici il giornale che vi offre l’informazione completa e approfondita e le notizie che gli altri non danno.
 
Nicola Squeo ci racconta della sentenza del Tribunale di Trani sulla società che gestiva i campi, la Life Power, che è stata condannata a pagare 110mila euro al Comune. Ma resta sconosciuto il domicilio del presidente. E il sindaco non procede. Che succederà, pagheranno, come sempre i cittadini per gli errori dell’amministrazione?
 
Il direttore Felice de Sanctis nel suo editoriale “Le speranze e gli inganni” fa un bilancio dell’anno 2011 che si conclude e delle promesse non realizzate, mentre resta una città degradata e in ginocchio, ma che spera ancora di superare questa brutta pagina della sua storia e di riprendersi. A fine anno la speranza deve sempre prevalere sul pessimismo.
 
Altro argomento di interesse è l’intervista di Marcello la Forgia al consigliere comunale, già candidato sindaco Mino Salvemini (Pd): bilancio comunale? Solo maquillage contabile. Le “invenzioni” di Azzollini per quadrare i conti.
Parliamo anche del processo Truck Center bis e della sua sentenza choc: assolti Eni e i suoi alti dirigenti.
 
Non manca l’edilizia, questa volta ci soffermiamo su due comparti, il 25, in attesa del parere dell’AdB. Modificato l’alveo di Lama Pulo? E il comparto 18, con la variante adottata, ora l’ultima parola tocca all’Autorità di Bacino.
La Caritas nel suo rapporto annuale sulla povertà, come ci racconta Davide Fabiano, conferma che la crisi è arrivata a colpire anche i ceti medi che non riescono ad arrivare a fine mese.
 
E’ scomparso Sandro Fiore, politico d’altri tempi, bandiera del PCI, una vita al servizio dei lavoratori, dedichiamo a lui ben 4 pagine con il ricordo dei familiari, dei compagni di partito, degli avversari politici e degli amici.
 
Brutte notizie per la scuola: sono state accorpate le scuole dell’infanzia, primarie e di 1° grado, come ci racconta Andrea Saverio Teofrasto, mentre Saverio Tavella si occupa della mensa scolastica, dubbi sul “gusto”: la Markas risponde a Quindici. Poca “trasparenza” sui buoni pasto.
 
Nelle pagine di politica torniamo a parlare dell’incompatibilità del doppio incarico del sindaco-senatore Antonio Azzollini. Se ne è discusso in consiglio comunale tra urlacci da pescivendoli e nessuna discussione politica. Sull’argomento ci sono tre  commenti, i corsivi “Scherziamoci su” di Pietro Capurso, satira nel solito latino maccheronico sulla lettera del sindaco a San Nicola e quello di Marcello la Forgia “Ipocrisia castae, quando la politica esautora se stessa”, mentre Nicola Squeo ironizza sul “Consilium fraudis, il miracolo della Trilocazione”.
 
Rita Cafagna ci parla della “Giornata del riuso” di Legambiente: oggetti e rifiuti strappati alla discarica, mentre Barbara Binetti ha partecipato alla premiazione del donatore Avis, l’associazione di volontariato che sta coinvolgendo sempre più i giovani.
Angelica Vecchio ci racconta del nuovo Resort Bufi sorto recentemente nel centro storico e dell’eco-rottamatore Bellifemine che demolisce le vetture nel rispetto dell’ambiente.
 
Ricche come sempre le pagine della cultura con gli articoli di Giovanni del Vescovo su Nino Rota secondo Gianni Guarino; di Corrado Pappagallo sulla società Cantiere Navale Basso Adriatico; di Gianni Palumbo sulla poesia di Ada de Judicibus e sul premio “Fiorino d’oro” a Marco Ignazio de Santis; di Marcello la Forgia su AUT. Il sogno di Peppino, in scena l’antimafia di Impastato e infine le pagine centrali sono dedicate al racconto di Marisa Carabellese “I cafeterini della signorina Rossi”.
 
Questi gli altri argomenti: Consulta Femminile, violenza sulle donne: denunciare, non rifugiarsi nel silenzio; Degrado allo stadio Paolo Poli, in attesa della nuova struttura alla 167 di Rita Cafagna; Un molfettese a Cincinnati: lo chef Mauro Pansini; Albero salvato in extremis di Mauro Binetti; Associazione musicale Dvorak, la storia continua di Olimpia Petruzzella; La passione dei presepi: Vincenzo Monaco espone in via S. Felice di Mariagrazia Petruzzella; La consegna delle borse di studio dell’Opera Pia di Saverio Tavella; la vicenda della schiuma a Torre Calderina, possibili immissioni abusive di acque reflue nelle condotte comunali; Il Governatore del 2120 del Rotary in visita a Molfetta; La presentazione del libro “Giù al Sud” di Pino Aprile; La settima edizione del concorso per bambini delle elementari “La luce di Betlemme, un pensiero di pace”; Il calendario 2012 dedicato a don Tonino Bello.
La consueta attesa ricetta dello chef Nicola Modugno del ristorante Bistrot.
In conclusione lo sport con gli articoli di Andrea Teofrasto.
 
Infine gli auguri della redazione di “Quindici” con un albero di Natale con l’immagine di tutti i redattori e il manifesto di Natale di Alberto Ficele.
 
Come si nota è un numero, come sempre, ricco di contenuti e temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese di piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport.
Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.
 
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Basta aprire un qualsiasi quotidiano, una pagina X di una testata X: lo spirito della sovversione si aggira dappertutto come un fantasma. Tutto deve essere rivoltato, in un senso o nell'altro. Non si sente dire altro che il mondo non sa più da che parte girarsi, che si va avanti così, questo o quell'altro è destinato al collasso. Nell'anno 2012 e qualcosa, per questa o per quella ragione – potremo scegliere, per ora, tra una delle seguenti sciagure: “esplosione demografica” (udite, udite, i bambini sono armi, la vita è guerra), “catastrofe climatica”, “estinzione delle specie in pericolo”, “buco dell'ozono”, “inquinamento dei generi alimentari”, “capitalismo puro”, e chi ne ha più ne metta – si verificherà questo o quel disastro. Visioni apocalittiche! Sconforto collettivo e di massa. La coscienza del pericolo dà autorità, rende gli uomini superuomini. Il relatore annuncia le cose ultime, e con esse si trastulla, nella voluttuosa consapevolezza dell'imminente rovina; poi, con un sublime voltafaccia, apre piccolissime scappatoie, che però vengono immediatamente richiuse da una raffinata disperazione. Alla fine, quando anche le ultime scintille di speranza si sono spente, egli ci serve con uno charme sadico, una piccola crestina di panna di speranza. Alle pretese di catastrofismo la gente risponde nei modi più diversi. Sicuramente, la reazione più frequente e quella così chiamata “reazione plastica” (U.B.), che consiste nel ripararsi dalle possibili infiltrazioni: alle notizie di catastrofi, la gente cerca di ripararsi come farebbe con una grandinata in piena estate. Al cospetto di una fine inevitabile si crea una sorta di pellicola di indifferenza in grado di proteggere dalle n otizie più orribili come una pelle di coccodrillo. Accanto a questa possibilità, adattarsi a un ambiente catastrofico come l'uomo di Neandertal, esiste un'altra possibile reazione, che si potrebbe classificare come una normalissima schizofrenia: sono quelli che nello spirito si sono convertiti all'ecologia ma agiscono come un gruppo industriale chimico ambulante. Poi ci sono i furbi, quelli che già da tempo hanno mangiato la foglia: dove ci sono dei rischi affluiscono i finanziamenti; rischi ben documentati sono quasi assegni in bianco della mano pubblica. Qui c'è bisogno di aiuto, costi quel che costi. I deserti, proprio quando sono stati creati dagli uomini, fanno presto a trasformarsi in fonti di denaro. Naturalmente ci sono anche i riformatori. Essi vivono della catastrofe. L'allarme rosso comincia a lampeggiare quando i notiziari annunciano che forse la catastrofe non ci sarà. In questo caso, la vera catastrofe diventa la catastrofe mancata.


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