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Con il corteo Regina Martyrum prendono il via i festeggiamenti per la Madonna dei Martiri a Molfetta
29 agosto 2023

MOLFETTA – In continuità con le scelte della precedente amministrazione, il Comitato Feste Patronali ha riproposto il corteo Regina Martyrum, coniugando leggenda, folclore, tradizione popolare e devozione.

Raddoppiato il numero dei figuranti: nel 2022, infatti, furono circa duecento riuniti in cinque gruppi; quest’anno i gruppi sono saliti a dieci, con circa quattrocento figuranti che hanno rievocato epoche e contesti differenti. Coordinati dall’Associazione Melphicta nel Passato, hanno sfilato i Pistonieri di Santa Maria del Rovo di Cava dei Tirreni, il Gruppo storico Parrocchia San Domenico di Molfetta, l’Aps Fortis Murgia di Altamura (conosciuta come Federicus), il Gruppo Storico Fieramosca di Barletta, il gruppo Omnes Leones di Altamura, l’Associazione socio culturale La Giostra delle Idee di Mola di Bari, i Timpanisti Nicolaus Barium di Bari, il gruppo Menti Ardenti di Fasano e i Musici “Terra Grumi” di Grumo Appula.

Gli storici e i filologi potranno sicuramente avanzare tantissime obiezioni su un corteo che pone l’accento sulla leggenda popolare dei cavalieri che portano a Molfetta l’icona mariana (per dati storico-artistici documentati si consiglia la visione del video Imago Virginis a cura del Museo Diocesano di Molfetta) e i cui figuranti spaziano dal Medio Evo all’Età Moderna ma si è, di fatto, costituita una rete tra diverse città pugliesi e campane (rete che può tornare utile in chiave di futura valorizzazione turistica e di scambio di esperienze).

Quest’anno, inoltre, la presenza di figuranti in vesti di età moderna era giustificata dalla scelta di rievocare un episodio (questo sicuramente storico): la processione che le autorità civili e religiose, seguite dall’intero popolo molfettese, realizzarono per ringraziare la Vergine, alla cui intercessione imputarono la salvezza della Città all’indomani del terremoto dell’11 maggio 1560. Processione che, ancora oggi, si ripete annualmente e nel corso della quale si offre l’olio per la lampada votiva che arde in Basilica.

La rievocazione di atmosfere del passato fa sicuramente breccia nell’immaginario collettivo, anche se proposta con aspetti folcloristici e, come Quindici ebbe modo di affermare già lo scorso anno, strizzando un po' l’occhio alla finzione cinematografica. Del resto, non bisogna dimenticare che gran parte dei cortei storici che fanno da corollario a tante feste patronali del nostro Sud (e non solo) è connotata da episodi leggendari o tradizioni ben poco storiche. Ma proprio le leggende e il folclore consentono di comprendere la percezione di culti e vicende che, per secoli, si è radicata nella popolazione e che è diventata un elemento identitario.

Sicuramente identitarie sono la devozione nei confronti della Madonna dei Martiri e la sua secolare festa, che i nostri concittadini emigrati hanno portato in ogni angolo del mondo, come ha ricordato il sindaco Tommaso Minervini, che, con i Frati francescani della Basilica Madonna dei Martiri e con i membri del Comitato Feste Patronali, ha presenziato al momento clou della serata, lo sbarco dell’icona. Il corteo della scorsa domenica, infatti, partito dall’Istituto “Don Grittani”, ha attraversato il quartiere di Levante per raggiungere banchina Seminario. Nell’area antistante il Duomo San Corrado ha attraccato la bilancella, messa a disposizione dalla Lega Navale di Molfetta, sulla quale era imbarcata una copia della venerata icona. Mentre veniva accolta dai figuranti, una voce narrante ha raccontato la leggenda dell’arrivo dei crociati nel 1188 e l’evoluzione della festa, che attualmente vede portare in processione la statua lignea ottocentesca.

Dopo un breve saluto da parte del primo cittadino e l’esibizione dei Pistonieri di Santa Maria del Rovo, il corteo ha ripreso il cammino per raggiungere il sagrato della Basilica Madonna dei Martiri, dove la manifestazione si è conclusa con la riconsegna dell’icona ai frati francescani.

Particolarmente lodevole è stata la scelta di coinvolgere anche il quartiere di Levante, solitamente “dimenticato” da questo genere di manifestazioni. Peccato, però, che la contemporanea esibizione delle Frecce Tricolori nella vicina Giovinazzo abbia influito sulla partecipazione di pubblico, soprattutto nelle prime fasi dell’iniziativa.

Sia consentito un piccolo suggerimento per il prossimo anno: perché non inserire la rievocazione dell’antica nomina di Maestri di Fiera?

@Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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