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Con il caldo di primavera, occhio a pulci e zecche
15 giugno 2016

Con l’arrivo del caldo primaverile e estivo i parassiti dei cani e gatti si diffondono a macchia d’olio Con le prime passeggiate primaverili molti cani sono tornati a casa in compagnia di pulci e zecche, orribili e pericolosi parassiti. Sono chiamati parassiti perché sono organismi che vivono alle spese di un altro essere vivente (detto ospite) danneggiandolo in modo più o meno grave. I parassiti che vivono sulla superficie del corpo dell’ospite sono detti ectoparassti (pulci, zecche e acari). Con l’arrivo del caldo, si diffondono inoltre gli insetti che si cibano di sangue (ematofagi), come zanzare, flebotomi e pappataci. Questi possono trasmettere parassiti molto dannosi, come quelli della filiariosi e della leishmaniosi, che però si sviluppano all’interno dell’organismo rientrando così tra gli endoparassiti. La pulce che più comunemente infesta il cane e la così detta “pulce del gatto” (Ctenocephalides felis) che può infestare anche l’uomo. Le pulci adulte vivono costantemente sull’animale infestato, succhiandogli il sangue e inducendolo a grattarsi, mordicchiarsi e sfregarsi. Il risultato evidente sono irritazioni e dermatiti. Oltre a dar luogo a irritazione e possibile anemia (in caso di grave infestazione), il morso può causare la dermatite allergica da pulci (DAP), che è dovuta alla reazione allergica ad alcuni componenti della “saliva” dell’insetto. L’allergia si manifesta con intenso prurito, perdita del pelo (specialmente sul dorso, fianchi e base della coda), escoriazioni cutanee e possibili infezioni con formazione di pus e croste. La gravità non è proporzionale al numero di pulci, ma alla sensibilità del cane: può bastare un morso per innescare la reazione allergica. Le pulci vanno combattute anche perché possono essere portatrici di altre parassitosi (tenia) o emobartonellosi nel gatto. L’ambiente domestico è ideale per la sopravvivenza delle pulci durante tutto l’anno (seppure con un picco in primavera), mentre all’esterno i picchi sono la primavera e, in certe zone, l’autunno. Sarebbe buona regola proteggere l’animale tutto l’anno con prodotti spray o spot-on (flaconcini con farmaco liquido da applicare tra le scapole e alla base della coda del cane) con attività persistente a intervalli regolari da 1 a 3 mesi a seconda del farmaco. Vanno trattati tutti gli animali conviventi. A differenza delle pulci, le zecche vivono meno tempo sul corpo del cane e più a lungo nell’ambiente esterno. Una volta individuato l’ospite adatto, si ancorano alla cute e iniziano a succhiare il sangue. La loro rimozione è abbastanza complessa perché si attaccano tenacemente alla cute e può anche accadere che il cane, grattandosi o pulendosi, asporti il corpo del parassita lasciando la testa infissa nella pelle. In questo caso rimane una piccola ferita che può dar luogo a un’infezione locale, un’ulcera o un nodulo. Con il morso la zecca può veicolare malattie potenzialmente gravi, come la piroplasmosi o babesiosi, l’ehrlichiosi e la borreliosi (malattia di Lyme), patologia che può colpire anche l’uomo (zoonosi). Per il cane la più pericolosa è la Piroplasmosi. L’agente infettivo (piroplasma o babesia) si localizza nei globuli rossi provocando anemia e danni epatici e renali. L’evoluzione della malattia è rapida e, se non s’interviene con una terapia specifica, può causare la morte. Per questo è importante combattere le zecche con un’azione preventiva. Quali prodotti impiegare? Per i cani che vivono in zone a forte concentrazione di zecche, esiste un vaccino specifico per la malattia di Lyme. Gli antiparassitari attivi sulle pulci non sempre eliminano anche le zecche. Inoltre, il prodotto che si usa per le zecche deve agire uccidendo entro le 48 ore (tempo necessario per la salita della zecca sul cane e la trasmissione di un’eventuale malattia).

Autore: Marco Catellani
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