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Con “Elisir d'amore” e “Lucia di Lammermoor” di Donizetti si conclude il 34° Febbraio lirico al Centro culturale Auditorium di Molfetta
28 febbraio 2015

MOLFETTA - Domani domenica 1 marzo si conclude il 34° Febbraio Lirico organizzato dal Centro Culturale Auditorium di Molfetta, presieduto dal preside prof. Damiano d’Elia.

L’appuntamento è previsto per le ore 19,00 presso l’Auditorium San Domenico in Via San Rocco a Molfetta con un concerto di brani tratti da due opere di Gaetano Donizetti: “Elisir d’amore” e “Lucia di Lammermoor”. Gli interpreti:  Lariza Sargsyan, soprano, Vito Piscopo, tenore, e  Onofrio Salvemini, basso, saranno accompagnati al pianoforte dalla prof.ssa Adriana De Serio, docente ordinario presso il Conservatorio di Musica di Bari e direttrice artistica del Febbraio Lirico.

Si tratta di due opere l’una giocosa e l’altra drammatica tra le più belle e conosciute di Donizetti che sicuramente desteranno interesse e partecipazione emotiva da parte del pubblico.

Il  trionfo dell’Elisir d'amore (1830, 1832), infatti,  pose il Donizetti tra i più acclamati operisti del tempo, mentre con la Lucia di Lammermoor (1835), la fama del maestro varcò ogni confine.

Le opere.

Elisir d'amore è un melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani.
L'opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 a Milano, presso il Teatro della Cannobiana.
Felice Romani aveva tratto ispirazione per suo il libretto da un testo scritto l'anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber, Le Philtre (Il filtro).

Lucia di Lammermoor è un'opera in tre atti di Gaetano Donizetti su libretto di Salvadore Cammarano, tratto da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott.

La prima assoluta ebbe luogo con successo al Real teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835: nei ruoli dei protagonisti figuravano Fanny Tacchinardi (Lucia), Gilbert Duprez (Edgardo) e Domenico Cosselli (Enrico). È la più famosa tra le opere serie di Donizetti. Oltre al duetto nel finale della prima parte, al vibrante sestetto Chi mi frena in tal momento? e alla celebre scena della pazzia di Lucia, la struggente cabaletta finale Tu che a Dio spiegasti l'ali è considerata uno dei più bei pezzi d'opera tenorili.

 

Gaetano Donizetti, fu uno dei maggiori compositori di musica operistica italiana del primo Ottocento e precursore del dramma musicale alla Giuseppe Verdi.
Nato  a  Bergamo  il  29  Novembre  1797, appartenente  a  una famiglia  poverissima, Donizetti fu accolto, all’età di nove anni, nella  Scuola  Caritatevole  di  Musica di  Bergamo,   diretta da Simone  Mayr,  al quale  Gaetano  rimase  legato  tutta  la   vita, proseguendo gli studi musicali con il Mattei al Liceo Filarmonico di Bologna.
La rappresentazione  "Enrico di  Borgogna"  a  Venezia nel 1818, segnò il  suo esordio  teatrale,  seguita da "Falegname di Livonia", ma solo con "Zoraide di Granata", rappresentato a Roma nel 1822, ottenne il meritato successo di pubblico e di critica.

Firmato nel 1827 un buon contratto con l’impresario Domenico Barbaya, che lo impegnava a produrre quattro opere l'anno, Donizetti si stabilì a Napoli e compose lavori prevalentemente comici e di satira, raggiungendo il grande successo con "Anna Bolena" (1830) ed "Elisir d’Amore" (1832).
Nel 1829 era stato nominato direttore dei Teatri Reali di Napoli e, nel 1834, accettò la Cattedra di Composizione al Conservatorio della stessa città.
Nel 1832, alla morte di Vincenzo Bellini, nonostante l'antipatia dimostrata in vita nei confronti del musicista, Donizetti gli dedicò una Messa da Requem.
Nel 1835, Donizetti fece rappresentare a Napoli la "Lucia di Lammermoor" e, mentre la vita professionale del compositore andava a gonfie vele, venne colpito da una serie di lutti: in pochi mesi morirono il padre, la madre e la seconda figlia.
Donizetti interruppe ogni sua attività in Italia e, recatosi a Parigi, su consiglio di Gioachino Rossini, compose e rappresentò "Les Martyrs" (1840), "La Favorita" (1840) e "Rita ou le Mari Battu" (portata in scena a Parigi nel 1860).
Nonostante la sfortuna continuasse a perseguitare il musicista con la morte della moglie e di un'altra figlia, Gaetano Donizetti curò il dispiacere e la solitudine aumentando il ritmo del lavoro: in pochi anni scrisse  "Don Pasquale" e "Don Sebastiano del Portogallo", "Linda di Chamounix", "Maria di Rohanna" e il "Conte di Chalais".
A Vienna nel 1842, Gaetano Donizetti, ricevette l’ambita nomina di Maestro di Cappella di Corte, ma la sua salute, già gravemente compromessa dalla sifilide, peggiorò sempre di più ed alla fine, nel 1846, fu internato nel manicomio di Ivry-sur-Seine.
Nel 1847, Donizetti,trasportato a Bergamo, fu accolto dai  baroni Basoni Scotti, che lo assistettero fino alla morte, sopravvenuta l'8 Aprile 1848.

 

 

 

 

 

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