MOLFETTA - È il terzo ricorso al Tar in appena un mese. Dopo il Ministero dell’Interno (notizia riportata nel numero di Quindici in edicola), è il Ministero dello Sviluppo Economico la nuova vittima del sogno di onnipotenza plenipotenziaria del sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini, refrattario a qualsiasi tipo di bocciatura politica, burocratica, amministrativa, tecnica e persino giurisprudenziale (è passato quasi un mese dalla sentenza n.277 della Corte Costituzionale sull’incompatibilità, ma nessuna decisione è stata assunta).
Il Comune di Molfetta ha impugnato dinanzi al Tar Lazio-Roma il decreto del Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico del 16 settembre 2011 che approvava la graduatoria dei progetti presentati per il Programma Operativo Interregionale «Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007-2013» del 30 dicembre 2010 per le regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia (interventi a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili nell'ambito dell'efficienza energetica degli edifici e utenze energetiche pubbliche o ad uso pubblico).
«Dall’esame della graduatoria risulta che tutte le istanze presentate dal Comune di Molfetta sono state ritenute non ammissibili a finanziamento per mancato rispetto dei requisiti minimi di ammissibilità previsti dall’avviso pubblico», si legge nella delibera G.C. n.218 di lunedì 14 novembre. Nessuna specifica motivazione, l’amministrazione Azzollini ha presentato istanza di accesso per ottenere copia dei verbali di valutazione della commissione. Ma, di fronte al mancato riscontro del Ministero, il Comune è ricorso al Tar Lazio-Roma, affidando l’incarico di assistere e difendere il Comune agli avv.ti Carlo Tangari e Gennaro Notarnicola (unico mandato e unica parcella), mentre al sindaco Azzollini è stata demandata la rappresentanza in giudizio dell’ente.
Ben 4 progetti presentati dal Comune di Molfetta per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (l’art.8 consentiva la presentazione di più iniziative di valore compreso tra i 300mila euro ed il milione di euro): Palazzetto dello Sport Giosuè Poli (999mila euro), Scuola dell’infanzia Filippetto (604.123mila euro), Scuola dell’infanzia Papa Giovanni XXIII (608mila euro) e Scuola dell’infanzia De Amicis (472mila euro).
Quella del Ministero è una bocciatura che scotta: i progetti presentati dal Comune di Molfetta si sono classificati rispettivamente al 165°, 178°, 179° e 187° (su 233 domande presentate). Sono stati rispettati davvero i requisiti dell’avviso pubblico? Nella delibera di giunta si dichiara che i progetti sono stati presentati entro i termini previsti (dall’1 al 20 aprile). Sono stati rispettati i costi massimi ammissibili e le specifiche tecniche per tipologia d’intervento, fissati dal bando nazionale?
Inoltre, il punteggio è stato definito in base a una serie di criteri (rilevanza dell’edificio, innovatività dell’intervento, integrazione con iniziative di efficienza energetica, dettaglio ed accuratezza del cronoprogramma delle attività, dettaglio e accuratezza del piano di comunicazione). Subire negli ultimi anni una serie di bocciature sulle candidature a bandi pubblici regionali o statali mette in dubbio la qualità dei progetti presentati.
Almeno contro il Ministero dello Sviluppo Economico nessuno potrà appellarsi alla motivazione politica, come accaduto per il ricorso contro la Regione Puglia
(Pirp). Sarebbe lo sberleffo di Pulcinella.
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