Comparto 25, in attesa del parere dell'AdB. Modifi cato l'alveo di Lama Pulo?
Doveva essere una «zona produttiva urbana per attività di commercio all’ingrosso, magazzino deposito, esposizione con vendita, agenzia e rappresentanza commerciali e industriali, uffi ci di pertinenza e agenzie bancarie», secondo l’art.3 NTA del Prgc. Invece, il comparto 25 (zona omogenea D3), delimitato dalla ferrovia, dalla Statale 16bis, dalla strada vicinale Fondo Favale (contigua a via Aldo Fontana) e dal ponte non ancora ultimato, è un campo deserto. Per ora è tutto fermo (o è stato bloccato?), solo una palazzina costruita a singhiozzo negli ultimi anni e alcuni lavori di scavo per creare le fondamenta di un piccolo stabile che sarebbe dovuto sorgere poco lontano. Il resto del comparto 25 è pieno di erbacce, rifi uti ingombranti in ogni dove e una gran quantità di pietrisco (anche basole rotte), scaricato da chissà quale azienda lavoratrice, su parte della zona del comparto (nelle vicinanze del ponte incompleto). Deplorevole lo spettacolo di decine di frigoriferi disseminati sull’area e accatastati persino in una vecchia vasca di raccolta delle acque, profonda alcuni metri, probabilmente usata in agricoltura. Tanti altri i rifi uti di ogni tipo buttati qua e là. Secondo indiscrezioni, l’esecutività del piano di comparto (a fi rma di chi?) sarebbe stata sospesa per problemi geomorfologici, legati alla cosiddetta Lama Pulo che attraversa una sezione del comparto, proprio nelle vicinanze dell’immobile edifi cato, per poi procedere verso il mare. «Il comparto sarà completato », è stato il commento dell’ing. Enzo Balducci, dirigente ad interim del Settore Territorio, ma pare che si stiano aspettando risposte sia dalle Ferrovie dello Stato, per le costruzioni vicine alla linea ferroviaria (le ferrovie dovrebbero concedere una deroga vista la distanza inferiore ai 20 metri prevista per legge), sia dall’Autorità di Bacino. «Secondo l’ultima perimetrazione PAI risalente all’aprile 2009 (quella contestata dall’amministrazione, ndr) ci sono delle zone interessate da un alta pericolosità idraulica - ha spiegato a Quindici l’ing. Balducci il dirigente Balducci - per cui, se confermati dal Tribunale delle acque gli studi dell’AdB, si dovrebbero eseguire opere di mitigazione per evitare il rischio idraulico, cioè intercettare a monte gli affl uenti per deviarli o incanalarli in altre zone, prima di procedere con l’urbanizzazione del comparto». Con o senza parere favorevole, si costruirà in quell’area. Ma al momento, tutto è sospeso. Quindi l’unica palazzina costruita prima che si bloccassero i lavori è a norma? E la colmata di pietre fatta probabilmente per “spianare” la zona interessata dalla lama, nel caso di precipitazioni straordinarie, potrebbe creare problemi al defl usso delle acque verso il mare? Quali i rischi che si corrono? Recandosi sul posto, si notano particolari “lavori di riempimento” dell’alveo della lama, che sembra abbiamo provocato problemi di natura urbanistica al comparto stesso. Infatti, nonostante gli studi eff ettuati prima dell’approvazione del Prgc, sembrerebbe che le costruzioni previste vadano a strozzare il normale defl usso delle acque della lama. Ad occhio, sembra sia stato addirittura modifi cato il corso dell’alveo. Dalle foto scattate sul posto da Quindici, si nota una certa depressione dell’area, poi “colmata” con pietrisco di varie dimensioni. In particolare, il lavoro di “riempimento” a ridosso della ferrovia si nota grazie al dislivello tra il nuovo palazzo costruito di recente e una vecchia casa probabilmente già esistente. «Lavori tutti precedenti al 2009 - ha assicurato l’ing. Balducci - quando l’AdB non aveva ancora palesato il rischio idraulico della zona». Nella delibera di approvazione defi nitiva del Consiglio comunale n.35/05 si sottolinea che «l’intervento urbanistico è compatibile con le condizioni geomorfologiche dell’area interessata, per cui lo stesso intervento è meritevole di approvazione». Nulla da obiettare, ma forse il piano di comparto avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione alla morfologia del territorio. Del resto, Lama Pulo, come pure dichiarò nel 2008 l’ex dirigente del Settore Territorio, ing. Rocco Altomare, ora agli arresti domiciliari per l’inchiesta «Mani sulla città», conterrebbe con le lame Marcinase e Le Sedelle le acque provenienti dall’Alta Murgia e dirette nella zona occidentale di Molfetta (nota del Dirigente Settore Territorio del maggio 2008). Dunque, già il dirigente sottolineava l’importanza della lama, per il defl usso delle acque verso il mare. Non ci si spiega perciò il motivo dell’autorizzazione ad edifi care ben 38 lotti su una zona di più di 55.000mq attraversata dal corso di una lama, se, a quanto pare, una parte del piano di comparto andrebbe ad ostruire il normale corso della lama. Si tratta ancora una volta di urbanizzazione selvaggia?
Autore: Giovanni Angione