Commercio, Natale magro. I consumatori:prezzi alti
INCHIESTA - Calo delle vendite. Scarso successo degli spettacoli di strada
Un Natale difficile quello dei commercianti molfettesi. Le vendite sono calate parecchio rispetto all'anno precedente e le tante iniziative pensate dalle varie associazioni dei commercianti, in collaborazione con l'amministrazione comunale, per attrarre gli acquirenti non hanno dato i risultati sperati.
Non molti gli abitanti delle città limitrofe che hanno scelto Molfetta per i loro acquisti nonostante la buona riuscita degli spettacoli di strada che hanno animato non poco l'atmosfera delle vie cittadine nonostante la pioggia e il maltempo abbiano creato qualche problema ad organizzatori ed artisti.
Pochissimi i commercianti che, per pubblicizzare i propri prodotti, hanno scelto di utilizzare i gazebo istallati in Corso Umberto e così essi sono stati a completo appannaggio di svariate associazioni di volontariato che hanno tentato di puntare sui buoni sentimenti natalizi per far breccia nel cuore e nel portafoglio dei molfettesi.
Controversa la riuscita dell'idea dei fantomatici bus navetta che avrebbero dovuto produrre il tanto atteso decongestionamento del traffico permettendo a coloro che avevano scelto il centro città per il loro shopping natalizio di lasciare l'auto in comodi parcheggi in periferia. ”Un'iniziativa pienamente riuscita” secondo Mauro Panunzio, neo-presidente dell'Associazione “Molfetta Shopping” anche se alcuni suoi colleghi parlano di “bus semivuoti” e di “iniziativa da rivedere”.
Tutti d'accordo, invece, sull'andamento delle vendite che ha ricalcato quello descritto dai dati nazionali che hanno fotografato una situazione non certo rosea. “In tutto il periodo di Natale - spiega Corrado Minervini, segretario della Molfetta Shopping - è proseguito il trend negativo delle vendite che ha caratterizzato l'intero 2002. In tutto il mese di dicembre gli affari sono andati male e il pienone che si è visto nei negozi nei giorni immediatamente precedenti il Natale ha solo consentito di limitare le perdite”.
I settori che hanno subito la battuta di arresto più vistosa sono stati quello dell'abbigliamento e quello delle calzature mentre gli altri hanno, tutto sommato, resistito ai venti di crisi che spirano da tempo in tutto il paese.
Sulle ragioni di questo calo dei consumi che, a livello nazionale, il Codacons ha quantificato nella misura del 20% le opinioni sono varie.
“La vera ragione - dice un commerciante di Corso Umberto - è che la gente ha meno soldi da spendere” ma altri suoi colleghi la pensano diversamente: c'è chi da la colpa alla paura legata all'introduzione dell'euro e chi scarica ogni responsabilità sui fornitori che, aumentando i loro prezzi, hanno spinto i commercianti a fare altrettanto.
Tra gli acquirenti che guardano le vetrine ma che prima di entrare fanno con attenzione i conti in tasca, c'è chi parla apertamente di prezzi saliti alle stelle e di commercianti che hanno approfittato del cambio di moneta per aumentare ingiustificatamente il costo di numerosi prodotti.
Per quel che riguarda i consumi alimentari sembra, invece, che i molfettesi non abbiano badato a spese: code bibliche alle casse dei supermercati, pene infernali prima di poter guadagnare un parcheggio nelle immediate vicinanze dei negozi di generi alimentari, auto stracolme di buste piene di ogni ben di dio, bancarelle dei pescivendoli prese d'assalto da padrone di casa disposte a pagare qualsiasi cifra pur di accaparrarsi il pesce migliore per far bella figura con amici e parenti.
Anche in questo settore, però, non sono mancate le solite lamentele di consumatori e commercianti che, come in un grottesco gioco delle parti, si fronteggiano scherzosamente presi dalla frenesia degli acquisti per il cenone: i primi che ripetono che i prezzi sono troppo alti e che l'inflazione è ben più alta rispetto a quella che l'Istat contrabbanda come ufficiale e i secondi che hanno il coraggio di lamentarsi per la “solita crisi” mentre non fanno altro che imbustare anguille ancora vive.
Francesco Dell'Olio