Coltivare il germe dell’inquietudine positiva
Pensieri e parole
“… i ntroverso e persino taciturno…per qualche inquietudine interiore, strettamente personale…”. Il sofferto tormento del più piccolo dei fratelli Karamazov (Aleksej), descritto da Fedor Dostoevskij (1821-1881), ci offre lo spunto per riflettere sulle potenzialità dell’inquietudine intima e profonda che, quando manca la speranza, invade la mente umana, apportando nervosismo per un desiderio inappagato oppure angoscia della solitudine, timore di perdita del lavoro, rabbia per contrasti relazionali, ansia per impegni onerosi, etc. Anche se è un malessere che nell’immediato provoca reazioni negative, come tristezza, insonnia, ostilità, panico, sembra giusto evidenziare che questa energia interiore in pratica è aperta ad effetti differenti, capaci di sostituire la soddisfazione allo sconforto. Infatti, appena elabora l’idea che il cambiamento è possibile, la mente trasforma rapidamente lo stress in energia positiva ed è pronta ad affrontare con coraggio e spirito costruttivo le vicende della vita, individuando così la giusta soluzione alla propria inquietudine. Cosmo Damiano Pappagallo