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Cimitero comunale, affossato dalle salme: forse un forno crematorio
15 marzo 2012

La notizia, arrivata nei giorni scorsi e confermata a Quindici dall’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici, sembrerebbe una soluzione alla situazione di grave emergenza che sta vivendo il cimitero comunale. Dal febbraio 2010 il cimitero non dispone di cassettoni disponibili per i nuovi defunti che sono depositati temporaneamente in cappelle di privati o inumati. Neppure i 420 cassettoni di nuova costruzione, che dovrebbero essere consegnati tra qualche settimana, costituiscono una soluzione all’annoso problema. Infatti, circa 400 sono le salme a deposito temporaneo e tra queste più del 7% ha il coniuge ultraottantenne ancora in vita, cui spetterebbe il cassettone attiguo. Perciò, i nuovi cassettoni non ancora consegnati sono già praticamente destinati tutti ai depositati. Per far fronte a questa emergenza, alcuni privati hanno proposto al Comune di Molfetta la costruzione di un forno crematorio attiguo al cimitero, su suolo di proprietà degli stessi privati. Il forno dovrebbe essere poi successivamente incluso all’interno del cimitero, ampliando il muro di cinta del luogo sacro. Una novità assoluta per Molfetta che, dopo Bari, sarebbe il secondo Comune della Puglia a dotarsi di tale attrezzatura per la cremazione delle salme. La struttura dovrebbe includere, oltre al forno per la cremazione, anche una sala per l’esposizione della salma prima della cremazione. Nulla però è ancora stato deciso, poiché l’approvazione definitiva della proposta deve necessariamente passare per la massima assise cittadina. La proposta sarà discussa e la proposta eventualmente approvata solo in Consiglio comunale. Ma quella del forno crematorio potrebbe essere per Molfetta la giusta soluzione, visto il numero crescente di cittadini che ricorrono alla cremazione per i propri cari, anche se, come al solito, per far fronte alle difficoltà del pubblico, accorrono i privati che offrono un servizio ad un costo sicuramente maggiore e meno competitivo, costringendo i cittadini a pagare le spese dell’inefficienza amministrativa accumulatasi nel tempo.

Autore: Giovanni Angione
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