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Che fine ha fatto il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini? Alcuni lettori chiedono a “Quindici”
Il sindaco Minervini
01 settembre 2025

MOLFETTA - Alcuni lettori ci hanno chiesto: che fine ha fatto il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, sospeso dalla magistratura da funzioni amministrative e interdetto alla frequentazione degli uffici comunali?

Si sta godendo un forzato, anche se meritato, riposo che non si è mai concesso in questi anni di governo?

Oppure continua a seguire le vicende comunali dietro le quinte, dando disposizioni e suggerimenti ai vari assessori, alcuni dei quali in palese difficoltà? Una ipotesi avvallata da molti: del resto nessuno vieta al sindaco di incontrare la giunta in un locale non comunale e dare le direttive amministrative.

Dietro alcuni provvedimenti amministrativi, infatti, sembra esserci la mano o l’indicazione dello stesso sindaco. Mentre altri sembrano iniziative estemporanee e sciocche che difficilmente Minervini avrebbe avvallato. Ultima in ordine di tempo, quella relativa alla sanzione di oltre 1.000 euro al locale “Erbavoglio” in piazza Principe di Napoli, gestito da Corrado Minervini, esponente politico del Movimento “Rinascere”, schierato all’opposizione di sinistra e quindi contro la giunta “ciambotto”. (Di questa vicenda, delle botte e risposte tra il gestore e l’amministrazione comunale “Quindici” ne ha dato notizia qualche giorno fa e farà un approfondimento).

Anche se qualcuno non esclude perfino l’ipotesi che il sindaco sospeso dalle funzioni, lasci fare qualche sciocchezza ai propri assessori (persone di sua fiducia) per dimostrare a loro stessi e ai cittadini, che, senza di lui, la città viene disamministrata.

Siamo nel campo delle congetture e delle ipotesi giornalistiche, ma come diceva un vecchio politico navigato come Andreotti, a pensare male è peccato, ma spesso si indovina.

Insomma, ognuno è libero di fare le proprie considerazioni in materia: fa parte del gioco democratico, anche se alla giunta “decapitata” non piacciono le critiche legittime e il controllo che la stampa, per conto dell’opinione pubblica, deve esercitare, secondo la Costituzione, nei confronti del potere.

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